(AGENPARL) - Roma, 10 Novembre 2025(AGENPARL) – Mon 10 November 2025 IL PERCORSO PARTECIPATO PER LA DEFINIZIONE
DELLE POLITICHE LOCALI DEL CIBO DELLA CITTA’
DI BARI
REPORT CONCLUSIVO
a cura di APS Farina 080 ETS, con la collaborazione di Salento Km0 APS e Città Fertile STP,
nell’ambito del progetto “GenerAzione Cibo”, finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche
Sociali a valere sul Fondo per il finanziamento di iniziative e progetti di rilevanza nazionale ai sensi
dell’art. 72 del decreto legislativo 3 luglio 2017, n. 117 e s.m.i..
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1. Premessa e contesto
Motivazioni
Il cibo è un elemento in grado di definire identità culturali, plasmare il paesaggio,
strutturarsi come elemento di cittadinanza e come strumento economico, politico, sociale.
Questa trasversalità permette di declinare il tema alimentare sotto diverse prospettive utili
a costruire contesti materiali e immateriali finalizzati al miglioramento delle condizioni di
vita dei cittadini.
Occuparsi di sistemi alimentari sostenibili non è solo una scelta etica, ma una necessità
urgente che tocca l’ambiente, l’economia, la giustizia sociale e la salute collettiva.
La produzione e il consumo di cibo, infatti, hanno un impatto enorme sul pianeta: i sistemi
alimentari da soli sono responsabili di circa un terzo delle emissioni globali. Spreco
alimentare, perdita di biodiversità, deforestazione, consumo di suolo e di acqua incidono
direttamente sulla salute della Terra e sul futuro delle prossime generazioni. Agire in
questa direzione significa ridurre gli impatti ambientali della filiera alimentare e
avvicinarsi a modelli di vita più rispettosi degli equilibri naturali.
Promuovere i prodotti locali vuol dire anche salvaguardare un patrimonio culturale e
gastronomico, rafforzare l’economia di prossimità e creare nuove opportunità di lavoro. La
Puglia è una delle regioni più ricche di agro-biodiversità, ciò vuol dire che essa beneficia di
un patrimonio genetico di grande variabilità, indissolubilmente legato ad una cultura
alimentare e gastronomica tra le più ricche.
Dal punto di vista sociale, l’accesso al cibo è un diritto, non un privilegio. In Puglia,
purtroppo, si rileva un aggravarsi della povertà alimentare: secondo Coldiretti, le famiglie
pugliesi in povertà relativa rappresentano il 21-22,3%, situazione che inevitabilmente ha
conseguenze dirette con la qualità dell’alimentazione. Contrastare la povertà alimentare,
contrastare gli sprechi, redistribuire le eccedenze e garantire accesso ad un cibo sano e di
qualità – con particolare attenzione alle fasce più vulnerabili della popolazione – è un passo
fondamentale verso una società più giusta ed equa.
Anche l’attenzione alla salute pubblica è aspetto fondamentale di un approccio politico al
cibo. Promuovere una dieta sana ed equilibrata significa investire sul benessere delle
persone e combattere obesità e cattive abitudini: secondo l’ISS, nel biennio 2022-23, in
Puglia quasi metà degli adulti è in eccesso di peso (37% sovrappeso, 11,7% obeso, oltre la
media nazionale). In questo, l’educazione ha un ruolo fondamentale. Le mense pubbliche,
a partire da quelle scolastiche, possono diventare un laboratorio di cambiamento,
proponendo modelli alimentari più sostenibili e inclusivi. Parallelamente, programmi
educativi mirati possono aiutare a sensibilizzare cittadini e cittadine sull’importanza di
un’alimentazione consapevole ed equilibrata.
La transizione alimentare deve essere riconosciuta come un ambito d’intervento politico
prioritario. Mettere in rete i soggetti coinvolti in ogni fase del ciclo produttivo, rafforzare la
collaborazione tra cittadini e istituzioni e costruire politiche alimentari partecipate sono
azioni indispensabili per guidare un cambiamento reale.
Queste motivazioni spingono la Città di Bari ad adottare una Food Policy come ambito
amministrativo in cui il pubblico incontra il privato per costruire insieme modelli efficienti
e per promuovere salute, equità e sostenibilità nel sistema alimentare locale. La Food
Policy si configura così come uno spazio progettuale partecipativo, un “cantiere aperto”
dove confluiscono operatori con competenze e ruoli trasversali.
FOCUS CONTESTO TERRITORIALE
La Puglia è ai vertici nazionali per produzione agroalimentare (oltre 5,5 miliardi di euro
nel 2023) e la provincia di Bari ne è il principale hub commerciale.
La filiera agroalimentare è dunque un settore di estrema rilevanza per la Puglia che
presenta tuttavia non pochi elementi critici.
Obesità e sovrappeso
- Elevata incidenza in Puglia: secondo un’analisi diffusa nel 2023 da Coldiretti
Puglia su dati Istat, quasi il 50% dei pugliesi adulti risulta in eccesso ponderale
(sovrappeso od obeso). In particolare, la maggioranza degli anziani over 65
(51,6%) presenta peso eccessivo.
- Minori a rischio: circa 1 bambino su 3 in Puglia ha problemi di peso. Il 36,7% dei
bambini risulta sovrappeso o obeso (21,6% sovrappeso, 10,3% obeso, 4,8% obesità
grave). Complessivamente, il 37% dei minori pugliesi presenta eccesso ponderale,
dato ben superiore alle attese epidemiologiche.
- Abitudini alimentari scorrette: solo il 39,8% dei bambini pugliesi consuma una
merenda adeguata a metà mattina e l’11,1% mangia frutta meno di una volta a
settimana (o mai). Tali comportamenti alimentari, uniti alla sedentarietà,
contribuiscono alla diffusione dell’obesità infantile in tutto il Sud Italia (dove si
registra un chiaro gradiente negativo rispetto al Nord).
Povertà e Insicurezza Alimentare
- Disagio economico diffuso: i dati rivelati da Coldiretti Puglia sulla base del
rapporto “Noi Italia” dell’Istat, mostrano che in Puglia l’incidenza di povertà
relativa è del 22,3% (oltre un quinto delle famiglie). Circa 900 mila persone nella
regione sono a rischio indigenza e fanno ricorso a mense sociali o pacchi
alimentari per potersi alimentare. Questo dato, aggravato prima dalla pandemia e
poi dall’inflazione, evidenzia la presenza di famiglie sempre più in difficoltà nel
garantire cibo sano e sufficiente ai figli. Anche molti anziani soli e nuclei familiari
monoreddito risultano in stato di insicurezza alimentare, costretti a chiedere aiuto
per beni di prima necessità.
- Deprivazione alimentare: indicatori indiretti di insicurezza alimentare sono
rappresentati dalla quota di popolazione che non può permettersi pasti proteici
regolari (indicatore in crescita nel Mezzogiorno) e dall’aumento della domanda
presso i banchi alimentari e le associazioni caritative.
Spreco Alimentare: Quantità e Dinamiche
- Quantità di cibo sprecato: ogni anno in Puglia finiscono nella spazzatura oltre 250
tonnellate di alimenti commestibili. Il dato equivale, su scala individuale, a circa
75 grammi di cibo sprecato al giorno per persona (oltre 27 kg annui pro capite),
quantitativo in crescita (+8% stimato nel 2024) secondo Coldiretti. Nel
complesso, lungo la filiera “dal campo alla tavola” si disperde quasi un terzo (31%)
dei prodotti alimentari, uno spreco enorme di risorse in termini economici, etici e
ambientali.
- Dove avviene lo spreco: secondo i dati, la fase di consumo domestico sarebbe la
più critica con le famiglie che buttano in media l’11% del cibo che acquistano.
Seguono la ristorazione collettiva (mense, ristoranti) con circa il 5% di sprechi e la
distribuzione commerciale (negozi, supermercati) che scarta circa il 2% dei
prodotti. Ciò indica che interventi educativi e logistici rivolti ai consumatori
possono avere un impatto significativo nella riduzione degli sprechi. Tuttavia le
misurazioni ai livelli precedenti della filiera (trasformazione e, soprattutto,
produzione primaria) risultano ancora molto carenti, nascondendo probabilmente
una parte importante del problema.
- Impatto dello spreco alimentare: lo spreco alimentare contribuisce all’8-10% delle
emissioni globali di gas serra ed implica un inutile dispendio di acqua, suolo ed
energia. In Puglia, fattori climatici estremi (es. ondate di calore estive) aggravano
le perdite lungo la filiera, rendendo più difficile la conservazione e il trasporto dei
cibi.
- Segnali positivi: parallelamente cresce però la sensibilità dei cittadini. Ad esempio
il 35,7% dei pugliesi oggi acquista prodotti a “Km zero” e di stagione, segno di una
maggiore attenzione verso consumi sostenibili e anti-spreco. Secondo uno studio
dell’ISPRA del 2017 nelle filiere corte, regionali e biologiche (vendita diretta in
azienda o a domicilio, mercati e negozi degli agricoltori) gli sprechi prodotti sono
minori rispetto a quelli dei sistemi convenzionali. Incentivare lo sviluppo di
queste filiere avrebbe quindi un impatto positivo anche in termini di riduzione
degli sprechi.
Filiere e Valorizzazione della Produzione Locale
- Articolazione della filiera e rincari: i prodotti agricoli del territorio spesso
raggiungono il consumatore attraverso filiere molto lunghe, con numerosi
passaggi intermedi. Ogni passaggio aggiunge un ricarico di prezzo: si stima che il
prezzo al dettaglio possa aumentare fino al 400% rispetto al prezzo pagato
all’agricoltore. Questo significa che al produttore locale resta solo una piccola
frazione del valore finale. Ad esempio 1 kg di grano duro pugliese è pagato circa
€0,24 al coltivatore, ma produce 1 kg di pane venduto a 3-5 € al pubblico – un
divario enorme dovuto a trasformazione e distribuzione.
- Mancata remunerazione dei produttori: a fronte di prezzi al consumo in aumento,
gli agricoltori locali vedono margini di guadagno ridotti. In Puglia, regione ricca di
produzioni agricole (dalla cerealicoltura all’olio d’oliva, dall’ortofrutta al vino), ciò
si traduce in una scarsa valorizzazione economica del prodotto locale: spesso i
prezzi all’origine non coprono adeguatamente i costi di produzione, scoraggiando
il ricambio generazionale in agricoltura e mettendo a rischio la sostenibilità del
settore primario.
- Iniziative per filiere corte: per contrastare questi effetti, si promuovono le filiere
corte e i mercati contadini, che accorciano la distanza tra produttore e
consumatore. La vendita diretta a “Km zero” garantisce prezzi più equi. Anche
Bari ha inaugurato nel 2025 un grande mercato coperto contadino (1500 mq in
via Bernardini) per favorire la vendita diretta di prodotti locali. Queste azioni
mirano a valorizzare la produzione agricola locale, riconoscendo agli agricoltori
un giusto prezzo e offrendo ai cittadini cibo più fresco, tracciabile e legato al
territorio.
Fonti:
dati provenienti da indagini e rapporti ufficiali (ISTAT, Sorveglianze sanitarie ISS PASSI e Okkio
alla Salute, Ministero della Salute, ISPRA), da enti locali e di settore (Regione Puglia, Osservatori
universitari, Coldiretti Puglia) e da articoli pubblicati online:
lagazzettadelmezzogiorno.it;
regione.puglia.it;
buonasera24.it;
bari.coldiretti.it;
quotidianodelsud.it
Inquadramento nazionale e regionale
La Food Policy di Bari si inserisce in un quadro strategico politico e amministrativo
multi-livello. A livello nazionale e regionale esistono diverse leggi che si configurano come
strumenti utili a supportare e rafforzare le politiche del cibo, inserendole in un contesto
più ampio, ad esempio:
● L.R. 13/2017 – “Recupero e redistribuzione delle eccedenze alimentari e non
alimentari”
Strumento quadro regionale contro lo spreco alimentare; istituisce la Rete regionale per la
raccolta e la redistribuzione delle eccedenze.
● L.R. 9/2018 “Disposizioni in materia di agricoltura sociale”, promuove
l’integrazione di attività agricole con servizi sociali, educativi e di inserimento lavorativo per
soggetti svantaggiati
● L.R. 43/2012 – “Norme per il sostegno dei Gruppi di acquisto solidale (GAS)”
Incentiva i GAS, anche attraverso misure di sostegno economico e promozione.
● L.R. n. 32/2014 “Disposizioni per il sostegno e la diffusione del commercio
equo e solidale”
Mira a sostenere e promuovere il commercio equo e solidale sul territorio regionale,
riconoscendone l’importanza sociale, culturale ed educativa
● L.R. 24/2015 – “Codice del commercio” (artt. su filiera corta e mercati locali)
Riconosce e valorizza mercati contadini e filiere corte come strumento di sostegno
all’economia agricola regionale.
● L.R. 16/2018 “Norme per la valorizzazione e la promozione dei prodotti
agricoli e agroalimentari a chilometro zero”
Incentiva il consumo e la commercializzazione di prodotti locali, promuovendo la vendita
diretta da parte degli agricoltori e l’utilizzo di prodotti a km zero nella ristorazione collettiva
e privata. Introduce anche il marchio “Puglia km zero” per identificare e valorizzare tali
prodotti
● L.R. 24/2022 “Disciplina delle Strade del Vino e dei Sapori di Puglia”
Mira a valorizzare e promuovere il territorio pugliese e i suoi prodotti di qualità attraverso
l’istituzione delle Strade del Vino e dei Sapori, incentivando il turismo enogastronomico e la
conoscenza delle produzioni locali.
● PSR Puglia 2023–2027 (Programma di Sviluppo Rurale)
Include misure su agroecologia, filiere corte, sostegno giovani agricoltori e valorizzazione
biodiversità.
● Piano Regionale della Prevenzione 2020–2025
Prevede azioni su corretta alimentazione, lotta all’obesità e promozione della salute.
● Patto città-campagna – PPTR Puglia (2015)
Strumento innovativo del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale, che mira a ricucire il
rapporto tra aree urbane e agricole. Il Patto promuove la multifunzionalità dell’agricoltura
periurbana, la tutela dei paesaggi rurali, la gestione sostenibile delle risorse e la
valorizzazione delle produzioni locali. È un riferimento diretto per le politiche alimentari
urbane, perché integra pianificazione territoriale e sistema agroalimentare.
● Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile – Puglia Sostenibile (2022)
Recependo l’Agenda 2030, la strategia integra le politiche regionali su energia, clima,
economia circolare e sistemi agroalimentari sostenibili. Prevede obiettivi specifici sulla
riduzione dello spreco, promozione di filiere locali, lotta alla povertà alimentare e tutela
della biodiversità.
2. Il processo partecipativo di Generazione Cibo per
una Food Policy cittadina
Scenario zero
Le città sono in prima linea nelle sfide del nostro sistema alimentare. Con oltre la metà
della popolazione mondiale che vive nelle aree urbane, le aree urbane devono affrontare
enormi responsabilità, tra cui garantire l’accesso a cibo nutriente, combattere i
cambiamenti climatici, preservare le matrici ambientali e i mezzi di sussistenza rurali,
migliorare le infrastrutture urbane.
Le Food Policies (politiche alimentari) sono gli strumenti attraverso i quali le
amministrazioni locali possono programmare interventi integrati sui temi della filiera
agroalimentare. Si tratta di un insieme di strategie e azioni coordinate messe in atto per
influenzare e migliorare il sistema alimentare a livello locale. L’obiettivo generale è
garantire che il cibo sia accessibile, sano, sostenibile, equo e culturalmente appropriato per
tutti.
«Le food policies urbane diventano di conseguenza lo spazio amministrativo nel quale può
trovare concretezza un modello di governance trasparente, paritaria e collaborativa, e
questo proprio perché il cibo, meglio di altri argomenti pubblici, riesce ad essere strumento
di rappresentazione collettiva»1
“Cibo Territori E Città” M. Mininni 2019
Negli ultimi anni la città di Bari ha avviato diverse iniziative concrete maturate a livello
nazionale, metropolitano e locale che anticipano e sostengono l’attuale percorso di
definizione partecipata di una Food Policy cittadina.
La prima tappa risale al 2015, anno in cui, a Milano, viene firmato l’Urban Food Policy
Pact, patto che impegna le città aderenti a sviluppare sistemi alimentari equi, sani e
sostenibili. Bari ha aderito al Patto, ponendo le basi di un impegno politico di lungo
termine.
Nel 2019 la refezione scolastica cittadina è stata premiata come “Mensa di eccellenza”
ed è stata inserita nell’elenco nazionale delle Mense biologiche italiane, riconoscendo
la qualità degli approvvigionamenti e l’attenzione alla salute dei più piccoli.
Nel 2020 la Città Metropolitana di Bari, insieme al CIHEAM Bari, ha avviato il progetto
Food Agenda Lab (FAL), laboratorio di ricerca e innovazione dedicato ai temi del
sistema alimentare e al loro impatto sul territorio.
Nel 2022 prende vita CiBa, organismo dedicato al rafforzamento del dialogo e della
cooperazione tra attori istituzionali, sociali ed economici sul tema del cibo.
Con la Delibera della Città Metropolitana di Bari n. 203/23 del 2023 è stata approvata la
Food Policy Metropolitana, primo strumento programmatico formale che orienta le
scelte dell’area vasta verso un sistema alimentare più giusto e sostenibile.
Nel 2024 l’APS Farina 080 ETS propone, nell’ambito del progetto nazionale
“GenerAzione Cibo – Cittadinanza attiva per i sistemi alimentari sostenibili” finanziato
dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali attraverso l’Art. 72 del Decreto Legislativo
117/2017 – Avviso 2/2023, un processo partecipativo diffuso, coinvolgendo cittadini,
associazioni, operatori economici e istituzioni nella costruzione condivisa delle politiche
del cibo della città di Bari.
Infine, nel 2025, il Comune di Bari approva la Delibera di Giunta n. 37/25, atto di indirizzo
che sancisce l’avvio ufficiale del processo partecipato per la redazione del documento
programmatico della Food Policy cittadina.
Sul fronte della filiera corta, nel 2025 il Comune ha affidato lo spazio del Mercato di
Via Bernardini a Campagna Amica – Coldiretti, creando un punto di incontro stabile tra
produttori locali e cittadini. Parallelamente, la Città ha aderito al progetto regionale “Orti
di Puglia”, promuovendo la diffusione dell’agricoltura civica e urbana attraverso orti
urbani e sociali, con ricadute positive sia in termini ambientali che sociali.
Di rilievo anche l’esperienza di Bari Social Food, che a partire dal 2021 ha messo in
campo attività di formazione e sensibilizzazione contro lo spreco alimentare,
accompagnate dall’attivazione di una mensa sociale in via Zuccaro e dell’Emporio
della Salute, spazi dedicati al sostegno delle persone in difficoltà.
A questo si affiancano molteplici esperienze cittadine promosse da organizzazioni del terzo
settore, imprese e cittadini organizzati per promuovere il contrasto e la prevenzione allo
spreco alimentare, l’agricoltura sociale e a Km0, gli orti urbani, il contrasto alla povertà
alimentare e l’educazione sui temi ambientali e ad una corretta alimentazione.
Tutte queste iniziative dimostrano che la città ha già sperimentato pratiche concrete per
migliorare l’accesso al cibo, ridurre gli sprechi, sostenere le filiere locali e promuovere
un’alimentazione sana e sostenibile. Esse costituiscono dunque il patrimonio di partenza
su cui costruire in modo organico e partecipato la Food Policy di Bari.
Generazione Cibo: la visione strategica
La vision ispiratrice del processo partecipativo per una Food Policy cittadina, promosso
dall’APS Farina 080 ETS in collaborazione con il Comune di Bari nell’ambito del progetto
Generazione Cibo, è quella di un sistema urbano e periurbano in cui il cibo diventi
ponte di coesione sociale, sviluppo locale e sostenibilità ambientale. In questa prospettiva,
il cibo non è solo merce, ma elemento di relazioni: tra produttori e consumatori, tra
cittadini e istituzioni, tra quartieri periferici e centro urbano.
L’obiettivo è trasformare Bari in una “città del buon cibo”: dove ogni persona può
avere accesso a cibo sano, sostenibile, culturalmente appropriato, e dove la produzione
locale, la biodiversità e il recupero degli sprechi siano pilastri riconosciuti della politica
urbana.
Questa visione ambiziosa si traduce in alcune direttrici strategiche:
● Equità alimentare, ossia garantire che nessuno rimanga escluso dall’accesso ad
un’alimentazione sana e dignitosa;
● Resilienza e autosufficienza territoriale, attraverso il rafforzamento delle
relazioni e delle filiere locali e la diversificazione produttiva;
● Partecipazione attiva, con la cittadinanza come protagonista nella definizione
delle politiche locali del cibo;
● Sostenibilità ambientale, con riduzione degli impatti della filiera (energia,
trasporto, spreco) e promozione di pratiche agroecologiche.
Dall’Assemblea del Cibo ai Tavoli di progettazione partecipata
Il processo partecipato promosso nell’ambito di Generazione Cibo ha previsto un approccio
bottom-up, ponendo come punto di partenza il coinvolgimento di cittadini, produttori,
scuole, associazioni, ricercatori, esperti e decisori pubblico-politici. Il processo, che ha
visto la collaborazione e la facilitazione di Città Fertile s.t.p. e Salento Km0 APS, si è
sviluppato in più fasi.
Il percorso partecipativo ha preso le mosse da una mappatura2 iniziale degli stakeholder
attivi nel sistema alimentare locale (produttori, distributori, ristoratori, associazioni, enti
di ricerca, mercati, etc) e da un’analisi del contesto cui hanno partecipato Università,
Politecnico di Bari e CIHEAM Bari. A seguito di queste azioni preliminari è stata convocata
l’Assemblea del Cibo dell’8 aprile 2025.
Durante l’Assemblea del Cibo, i partecipanti e le partecipanti sono stati suddivisi
casualmente in tre tavoli (arancione, rosso e viola) che hanno lavorato parallelamente su
due temi partendo da alcune domande:
1. Galassia dei portatori di interesse > chi sono, cosa faccio e in quale area di Bari?
2. Priorità e azioni > cosa non può mancare in una politica del cibo urbana e cosa
posso fare io a partire da domani?
I tavoli sono stati gestiti grazie a tecniche di facilitazione e visualizzazione a muro con la
metodologia del metaplan per far emergere le visioni prioritarie e le linee di intervento
prioritarie.
La mappatura è consultabile su https://www.politichedelcibo.bari.it/mappa
Le priorità emerse dall’Assemblea del Cibo rispetto alle politiche del cibo di Bari sono state
in particolare cinque:
1) Una politica del cibo urbano che sia contemporanea, che parli a tutte e tutti di
lotta lo spreco alimentare, faciliti la fruizione dei mercati e l’accesso al cibo sano e di
qualità, garantisca informazioni chiare e dettagliate sugli alimenti, dia slancio al
protagonismo delle comunità locali e degli attori della filiera, anche dei più piccoli.
2) Una politica del cibo urbana che sia incentrata su educazione e cultura della
salute, che guardi al cibo come strumento di contaminazione culturale e
sensibilizzazione e che supporti la cittadinanza nella consapevolezza delle scelte
legate alla produzione, all’acquisto e al consumo.
3) Una politica del cibo urbana che sia incentrata sulla sostenibilità ambientale e
sulla cura del territorio, che incentivi approcci ecologici e di diversificazione delle
produzioni.
4) Una politica del cibo urbana che sia incentrata su sostenibilità sociale, equità
ed etica: che sia a supporto dell’economia locale e custode del diritto di tutte e tutti
all’accesso a cibo sano e di qualità.
5) Una politica del cibo urbana che garantisca sostenibilità di processo tramite
strumenti operativi interni, un modello di governance forte e azioni di studio,
analisi, mappatura e ricerca continue.
Gli esiti dell’Assemblea del Cibo, sono stati tradotti in macrotemi e linee di indirizzo,
andando a costituire a loro volta un nuovo punto di partenza per le tre sessioni di lavoro
successive, ovvero i Tavoli di co-progettazione, con l’obiettivo di redigere gli orientamenti
condivisi della policy urbana e definire i primi progetti pilota su cui concentrare le energie
comuni.
Cronoprogramma del processo partecipativo
I Tavoli di co-progettazione, in cui i partecipanti hanno potuto elaborare proposte concrete
di azione per il piano del cibo, sono stati così distribuiti:
● “Dalla terra alla tavola: sostenibilità ambientale e cura del
territorio” 1° tavolo tematico del 20 maggio 2025, ospitato presso
Spazio13.
● “Equità e diritto al cibo per la sostenibilità sociale” 2° tavolo tematico
del 28 maggio 2025, organizzato presso Porta Futuro.
● “Educazione alimentare e cura della salute” 3° tavolo tematico, 6
giugno 2025, ospitato presso Porta Futuro.
A seguito dei tre tavoli, il 17 ottobre 2025 è stato realizzato, nell’ambito del Forum GAS
promosso dalla Sezione Competitività delle Filiere Agroalimentari della Regione Puglia, un
ulteriore incontro sul tema della Governance, ovvero la progettazione condivisa della
possibile forma gestionale della Food Policy cittadina.
Il metodo adottato
In tutti e tre i tavoli partecipati di co-progettazione, i partecipanti hanno lavorato su due
differenti schede di lavoro:
1) Agli albori dell’idea, per riportare sinteticamente un’idea individuale, agganciarla
alle linee d’indirizzo emerse dall’Assemblea del Cibo e poterla raccontare alle facilitatrici e
agli altri partecipanti al tavolo.
2) Idea progettuale, emersa da più partecipanti in gruppo dopo la sistematizzazione di
idee simili e complementari, dando vita a primi progetti pilota condivisi e più specifici. La
scheda ha richiesto di evidenziare un obiettivo concreto e puntuale e di elencare attori,
tempi e costi per svolgere le attività individuate. Infine, ha lasciato spazio a eventuali
elementi di sostenibilità legati alla relazione con la Food Policy urbana, alla replicabilità
dell’intervento e all’integrazione con eventuali linee di finanziamento.
Questo metodo ha dato la possibilità di far emergere le proposte di ciascun individuo della
platea a livello embrionale, clusterizzarle per tematismi, e successivamente sviluppare le
stesse in un lavoro di gruppo, con l’obiettivo di far emergere una serie di “progetti pilota”.
Tavolo I – Dalla terra alla tavola: sostenibilità ambientale e cura
del territorio
Il primo tavolo è stato incentrato sulla sostenibilità della filiera agroalimentare “dalla
terra alla tavola”. I lavori hanno stimolato una riflessione intorno allo sviluppo di una
cultura della cura del territorio da parte di tutti gli attori della filiera e su una politica
del cibo urbana che incentivi approcci ecologici e di responsabilizzazione collettiva.
I principi guida e le linee di indirizzo emerse dall’Assemblea del Cibo e tematizzate per il
primo incontro, utili a orientare la creazione delle prime idee pilota, sono state:
L.1.1 – Azioni e pratiche di networking
L.1.2 – Promozione della produzione e dei produttori sostenibili
L.1.3 – Studio e innovazione tecnologica
L.1.4 – Azioni di promozione e valorizzazione del cibo locale, dei Prodotti Agroalimentari
Tradizionali (PAT) e di altre eccellenze locali
L.1.5 – Azioni di supporto legale e amministrativo
L.1.6 – Promozione e coordinamento governance
I progetti emersi:
Dall’incontro di temi cari all’amministrazione comunale ed elementi prioritari per la
comunità locale e gli attori della filiera del cibo, il primo tavolo di lavoro ha fatto emergere
tre possibili linee di intervento:
● l’opportunità di potenziare i mercati e le reti di produttori locali, rafforzando la
relazione con consumatori e ristoratori;
● la necessità di elevare il livello e l’efficienza delle mense e dei pasti che esse offrono;
● la possibilità di incentivare modelli sostenibili di agricoltura urbana, anche
intervenendo su aree urbane già a verde o abbandonate.
Tavolo II – | Equità e diritto al cibo per la sostenibilità sociale
Il secondo tavolo partecipativo è stato incentrato sul tema del cibo come diritto, come
strumento di welfare e infrastruttura sociale per un’alimentazione sana, diffusa e
accessibile.
I principi guida e le linee di indirizzo prioritarie emerse dall’Assemblea del Cibo e
tematizzate per il secondo incontro, utili a orientare la creazione delle prime idee pilota
sono state:
L .2.1 Promozione di approcci ecologici e della cultura del riciclo e del riuso
L .2.2 Azioni di sensibilizzazione ed educazione alla diminuzione degli sprechi
L .2.3 Promozione della ristorazione collettiva sostenibili e a kilometro zero
L .2.4 Azioni di sensibilizzazione ed educazione trasversale al kilometro zero e della
consapevolezza rivolte al più ampio target di cittadini
I progetti emersi:
Il secondo tavolo di lavoro ha fatto emergere la possibilità di lavorare su temi quali la
sensibilizzazione della collettività volta alla costruzione di una nuova consapevolezza
nel rapporto con il cibo, l’opportunità di considerare il cibo come strumento inclusivo e la
necessità di trovare soluzioni innovative per la lotta allo spreco e il recupero delle
eccedenze.
Tavolo III – | Educazione alimentare e cura della salute
Il terzo tavolo ha affrontato il tema delle azioni dedicate all’educazione alla
sostenibilità, alla salute e alla corretta alimentazione, valorizzando il cibo come
strumento di incontro tra culture e di sensibilizzazione sociale. Grande rilevanza è stata
data alla necessità di supportare la cittadinanza nella consapevolezza delle scelte legate alla
produzione, all’acquisto, al consumo.
I principi guida e le azioni prioritarie emerse dall’Assemblea del Cibo e tematizzate per il
terzo incontro, utili a orientare la creazione delle prime idee pilota sono state:
L.3.1 Azioni di sensibilizzazione ed educazione trasversale al kilometro zero rivolte al più
ampio target di cittadini
L.3.2 Azioni di networking
I progetti emersi:
Il terzo tavolo di lavoro ha sottolineato il legame tra cibo, benessere e convivialità
evidenziando la necessità di occasioni pubbliche continuative di sensibilizzazione ed
educazione nei confronti del cibo e della sana alimentazione, sottolineando quanto questi
siano elementi attorno ai quali è possibile creare comunità.
Tutti i progetti pilota emersi dai tre tavoli e fin qui rappresentati sono la riproduzione,
sintetica ma fedele, delle schede di lavoro compilate dai partecipanti al tavolo e offrono
punti di vista e suggerimenti concreti sugli orientamenti pratici che la pubblica
amministrazione dovrebbe intraprendere nello sviluppo della food policy urbana. I
report completi dei tavoli sono liberamente consultabili su http://www.politichedelcibo.bari.it
La proposta della Giunta Mensa
Un ulteriore contributo al processo partecipativo è pervenuto dalla Giunta Mensa, che
riunisce i rappresentanti delle Commissioni mensa dei singoli Istituti Scolastici cittadini
che erogano il servizio di refezione. La proposta, che riportiamo di seguito, è frutto di un
incontro montematico dedicato alla refezione scolastica.
Proposte di miglioramento dei servizi di Refezione scolastica e integrazione
del Capitolato d’appalto
«Sul tema della ristorazione collettiva, si deve operare attraverso soluzioni da adottare
nella prossima gara d’appalto per la fornitura del servizio mensa nelle scuole
dell’infanzia e primaria, al fine di superare alcune criticità che i genitori dei bambini che
frequentano le classi del tempo pieno hanno rilevato e che la Giunta mensa ha in più
occasioni rappresentato al Comune.
Gli obiettivi principali che a nostro avviso le politiche del cibo nell’ambito della
ristorazione collettiva devono conseguire sono i seguenti:
Somministrazione di cibo di qualità;
Educazione alla sana alimentazione;
Valorizzazione delle produzioni locali, in particolare dei piccoli produttori;
Lotta agli sprechi.
Tali obiettivi sono strettamente legati tra loro e il conseguimento di ciascuno di essi
contribuisce al conseguimento degli altri.
Con riferimento all’appalto si ritiene che sia necessario stabilire che un’impresa possa
aggiudicarsi soltanto uno dei lotti in cui è suddiviso l’appalto (in conformità all’Art. 58
“Suddivisione in lotti” del D.Lgs. 36/2023 e in particolare al comma 4 che prevede che
“La stazione appaltante può limitare il numero massimo di lotti per i quali è consentita
l’aggiudicazione al medesimo concorrente per ragioni connesse alle caratteristiche della
gara e all’efficienza della prestazione, oppure per ragioni inerenti al relativo mercato…”).
Al riguardo sarebbe opportuno prevedere tre lotti anziché i due attuali. In tal modo,
ciascun fornitore dovrà operare su un numero di pasti giornaliero inferiore a 1.500 e
potrà conseguentemente approvvigionarsi più agevolmente di prodotti a km zero
valorizzando i piccoli produttori locali di qualità. Tale possibilità è invece oggettivamente
di difficile realizzazione se un’unica impresa di ristorazione deve acquistare prodotti per
distribuire più di 4.000 pasti al giorno.
Inoltre, si rileva che nell’appalto del Comune di Bari precedente a quello in corso di
esecuzione era stabilito che i prodotti dovessero essere al 100% biologici; attualmente le
percentuali di prodotti biologici previste sono ridotte e variano a seconda dei cibi. Si
propone, per la prossima procedura di appalto, di tornare a prevedere il 100% di
prodotti biologici.
Si rileva, inoltre, che una criticità molto rilevante è la grande quantità di cibo che viene
cestinata ogni giorno nelle scuole di Bari.
Per alcuni piatti le percentuali di cibo sprecato si avvicinano al 90-100%, ovvero migliaia
di piatti giornalmente vengono prodotti, pagati e finiscono nella spazzatura.
Per limitare questo enorme spreco, un aspetto su cui operare è la composizione dei
