(AGENPARL) - Roma, 27 Ottobre 2025(AGENPARL) – Mon 27 October 2025 N. 3/2025
OTTOBRE
Basilicata
Bollettino della
Regione
Rivista mensile sulle novità normative e l’economia del territorio
Basilicata, la nuova frontiera
dell’aerospazio europeo
Aerospazio lucano
Rete Bel: i sindaci dei borghi lucani
raccontano il futuro del territorio
Bollettino della Regione Basilicata
SOMMARIO
LA REGIONE SI RACCONTA…
Basilicata, la nuova frontiera
dell’aerospazio europeo
Basilicata, un polo emergente
nell’economia spaziale europea
Aerospazio lucano: innovazione
e sviluppo industriale
FOCUS ENTI LOCALI
La presentazione del Rendiconto INPS
pag. 10
di Ferdinando Di Carlo
Terzo Settore lucano,
da periferia a modello
pag. 13
di Rosario Palese
Territorio, ricerca e impresa: il triangolo
virtuoso dell’Università della Basilicata
pag. 16
di Guido Masiello
Contabilità accrual nella PA: un’innovazione
necessaria ma piena di ostacoli
pag. 18
Proprietario ed Editore:
Il Sole 24 Ore S.p.A.
di Raffaele Adinolfi
Danno erariale per il segretario
che non prevede la condanna
pag. 21
di Oriana Avallone
NOTIZIE DAL TERRITORIO
Roots-IN 2025: Matera capitale
del turismo delle radici
pag. 24
a cura della Redazione
Rete Bel: i sindaci dei borghi lucani
raccontano il futuro del territorio
pag. 26
Sede legale e amministrazione:
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Redazione:
24 Ore Professionale
Coordinamento editoriale:
Isabella Ascione
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Chiuso in redazione:
30 settembre 2025
a cura della Redazione
Bardi incontra il Cluster lucano
di Bioeconomia: impegno
per lo sviluppo sostenibile regionale
pag. 28
a cura della Redazione
“Digitale Facile”: la Regione
che supera i target PNRR
e costruisce cittadinanza digitale
pag. 31
a cura della Redazione
Il progetto IncHUBatori
e la nuova fase “Next Stop AI”
pag. 34
Direzione scientifica
Ferdinando Di Carlo
Professore Associato presso l’Università
degli Studi della Basilicata
a cura della Redazione
Bollettino della Regione Basilicata
Sommario
Al via la seconda edizione del percorso
“Cloud Architecting on AWS”
pag. 38
a cura della Redazione
La Regione Basilicata lancia
la formazione forestale
pag. 39
a cura della Redazione
Biglietteria unica per il trasporto pubblico
pag. 41
a cura della Redazione
La Regione Basilicata premiata
per l’innovazione nella sanità digitale
pag. 43
a cura della Redazione
RASSEGNA NORMATIVA
E DI GIURISPRUDENZA
Rassegna di Giurisprudenza
delle Corti territoriali
pag. 46
Rassegna Normativa Regionale
pag. 47
Bollettino della Regione Basilicata
La Regione si racconta…
Basilicata, la nuova frontiera
dell’aerospazio europeo
La Basilicata si conferma protagonista nello scenario europeo dell’aerospazio, distinguendosi
per capacità di innovazione, formazione e sviluppo industriale. La Regione ha costruito un
ecosistema integrato che unisce istituzioni, università, centri di ricerca e imprese, con l’obiettivo
di valorizzare le competenze locali, promuovere la cooperazione internazionale e generare
benefici concreti per cittadini e imprese.
Nei due articoli che seguono, il lettore troverà una panoramica completa del settore: dal
ruolo strategico della Basilicata nell’economia spaziale europea, fino alla valorizzazione delle
eccellenze industriali lucane e delle applicazioni concrete dei progetti aerospaziali sul territorio.
Bollettino della Regione Basilicata
Basilicata, un polo emergente
nell’economia spaziale europea
La Basilicata si conferma protagonista nel panorama europeo dell’economia spaziale,
grazie all’impegno della Regione e alla leadership del Presidente Vito Bardi, Vicepresidente
di NEREUS (Network of European Regions Using Space Technologies). Il 4° Simposio
Europeo delle Regioni NEREUS, svoltosi il 2 e 3 ottobre 2025 a Ponta Delgada (Azzorre), ha
rappresentato un’occasione fondamentale per consolidare il ruolo della Basilicata come hub di
innovazione e formazione nel settore spaziale.
Formazione e innovazione: il progetto pilota NEREUS/ESA
Durante il simposio, il Presidente Bardi ha presentato un progetto pilota NEREUS/ESA volto
a formare funzionari e dirigenti pubblici nell’utilizzo dei dati geospaziali e delle applicazioni
di osservazione della Terra. Questo progetto, approvato dal consiglio di amministrazione di
NEREUS, mira a sviluppare una nuova cultura amministrativa, capace di rendere le decisioni
pubbliche più tempestive, efficaci e sostenibili, sfruttando appieno le opportunità dell’economia
spaziale.
Bollettino della Regione Basilicata
Il progetto si inserisce nel programma IRIDE, la costellazione satellitare italiana già operativa
con otto satelliti, che supporta le decisioni pubbliche in ambiti quali la prevenzione dei disastri
naturali, la gestione delle risorse idriche, l’agricoltura intelligente e il monitoraggio del territorio.
La Basilicata, con il suo Master in Osservazione della Terra, avviato all’Università della
Basilicata sotto la direzione del professor Valerio Tramutoli, si conferma un centro di eccellenza
nella formazione di professionisti nel settore spaziale.
Cooperazione europea per affrontare le sfide globali
Il Presidente Bardi ha sottolineato l’importanza della cooperazione tra le regioni europee
per affrontare le sfide globali. NEREUS, con la sua rete di regioni impegnate nell’economia
spaziale, rappresenta uno strumento concreto per rafforzare la competitività europea nello
scenario globale. La Basilicata, attraverso la sua partecipazione attiva a NEREUS, contribuisce
a promuovere l’utilizzo delle tecnologie spaziali per la sicurezza, la sostenibilità e la resilienza
delle comunità.
Conclusioni
La Basilicata sta emergendo come un polo strategico nell’economia spaziale europea, grazie
alla sinergia tra istituzioni, università e imprese. Il progetto pilota NEREUS/ESA e il Master
in Osservazione della Terra sono esempi concreti di come la regione stia investendo nella
formazione e nell’innovazione per affrontare le sfide del futuro. La cooperazione a livello
europeo, attraverso NEREUS, è fondamentale per sviluppare soluzioni condivise e sostenibili,
rafforzando la posizione della Basilicata come punto di riferimento nel settore spaziale.
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Bollettino della Regione Basilicata
Aerospazio lucano: innovazione
e sviluppo industriale
Il presidente Bardi con la delegazione del settore aerospazio
La Basilicata si conferma una regione capace di trasformare l’eccellenza scientifica nel settore
aerospaziale in opportunità concrete per lo sviluppo industriale e territoriale. Grazie a una
strategia regionale mirata, le imprese lucane stanno consolidando competenze tecnologiche
avanzate, favorendo investimenti e nuove collaborazioni internazionali.
Storia e sviluppo dell’aerospazio lucano
Negli ultimi vent’anni, la Basilicata ha costruito un ecosistema aerospaziale unico in Italia.
La regione ha progressivamente attratto investimenti e progetti industriali, valorizzando il
patrimonio scientifico del Centro di Geodesia Spaziale (CGS) di Matera e favorendo la nascita
di startup e PMI innovative specializzate in satelliti, sensori e sistemi di osservazione della
Terra.
La creazione del Cluster Lucano dell’Aerospazio (CLAS ETS) ha rappresentato un punto di
svolta, coordinando le aziende del settore e promuovendo filiere tecnologiche integrate, dalla
progettazione alla produzione di componenti aerospaziali.
Bollettino della Regione Basilicata
Cluster industriali e imprese locali
Il CLAS ETS raggruppa oltre 40 aziende e centri di ricerca, con competenze che spaziano dalla
progettazione di satelliti miniaturizzati fino a software di analisi dei dati geospaziali. Alcune
imprese lucane hanno sviluppato soluzioni innovative applicabili in agricoltura di precisione,
gestione forestale, prevenzione di dissesti idrogeologici e monitoraggio ambientale.
Questa rete di aziende e centri tecnologici ha permesso di creare sinergie che aumentano la
competitività della Basilicata a livello nazionale e internazionale.
Applicazioni territoriali dell’aerospazio
Le tecnologie spaziali sviluppate in Basilicata sono già utilizzate per applicazioni concrete sul
territorio:
» Agricoltura intelligente: monitoraggio dei campi con dati satellitari per ottimizzare
irrigazione e fertilizzazione;
» Gestione ambientale: analisi del rischio idrogeologico e prevenzione di incendi boschivi;
» Turismo spaziale e culturale: valorizzazione dei siti UNESCO e dei parchi naturali grazie a
mappe digitali e strumenti di realtà aumentata.
Questi progetti dimostrano come l’aerospazio lucano possa generare benefici tangibili per
cittadini, imprese e pubblica amministrazione.
Strategia regionale e opportunità di investimento
La Regione Basilicata ha inserito l’aerospazio tra i cinque cluster strategici per lo sviluppo
economico regionale, promuovendo politiche di incentivazione per startup, investimenti
tecnologici e collaborazioni internazionali. L’obiettivo è trasformare il know-how scientifico in
crescita economica, posti di lavoro qualificati e attrattività del territorio.
Investitori e imprese italiane e straniere trovano in Basilicata un ambiente favorevole, con
infrastrutture avanzate, supporto istituzionale e un network di competenze pronto a rispondere
alle sfide del mercato globale.
Conclusioni
L’aerospazio lucano rappresenta oggi un modello di sviluppo territoriale e industriale basato
sull’innovazione tecnologica e sulla valorizzazione delle competenze locali. La Regione
Basilicata punta a rafforzare questo ecosistema, sostenendo le imprese, promuovendo
collaborazioni internazionali e trasformando le opportunità scientifiche in risultati concreti per il
territorio e la comunità.
FOCUS
ENTI LOCALI
Bollettino della Regione Basilicata
FOCUS ENTI LOCALI
La presentazione del Rendiconto INPS
di Ferdinando Di Carlo
Professore Associato di Economia aziendale – Università degli Studi della Basilicata
I dati del Rendiconto Sociale 2024 dell’INPS, presentato l’8 ottobre 2025 nel suggestivo scenario
del Castello Normanno-Svevo di Melfi, restituiscono il ritratto di una regione che affronta notevoli
cambiamenti, tra spopolamento, trasformazione del mercato del lavoro e tentativi di innovazione
sociale.
La popolazione
In primo luogo, dal punto di vista demografico, si può notare come la Basilicata ad oggi conta
533.233 abitanti, appena lo 0,90% della popolazione italiana. Un dato che, seppur di per sé
modesto, diventa allarmante se letto in prospettiva: rispetto al 2022, la regione ha perso oltre 3.400
residenti, con una contrazione dello 0,64%. Questo è il risultato di un lento declino demografico
alimentato da due fenomeni convergenti: da un lato il saldo naturale negativo (-0,7%), con più
decessi che nascite, dall’altro l’emigrazione giovanile che continua a sottrarre energie al territorio.
Al tempo stesso i numeri dell’emigrazione raccontano una storia altrettanto allarmante: nel 2023,
quasi il 65% degli emigrati aveva tra i 18 e i 39 anni. Dieci anni prima questa percentuale si
fermava al 58%. Ancora più significativo è il dato femminile: se nel 2013 solo il 20% delle giovani
donne emigrava, nel 2023 questa quota è salita al 28%, segno di un’emancipazione che trova
sbocco lontano dai confini regionali.
Chiaramente la struttura demografica della Regione riflette a pieno questa situazione che vede
un invecchiamento della popolazione: oltre un quarto della popolazione (25,4%) ha più di 65 anni,
mentre i giovani sotto i 14 anni rappresentano appena l’11,1%.
Bollettino della Regione Basilicata
Focus Enti locali
Il mercato del lavoro
Dal punto di vista del lavoro il dato appare meno preoccupante: a fronte di un calo della
popolazione, il mercato del lavoro della Basilicata mostra segnali di tenuta. Nel 2024 si registra
un saldo occupazionale positivo di 1.352 unità, seppur inferiore rispetto alle 3.099 del 2023. I
lavoratori dipendenti del settore privato sono aumentati dell’1,35%, raggiungendo quota 98.360,
con un incremento del 3,87% nell’arco del biennio 2022-2024.
Tuttavia, la crescita occupazionale nasconde fragilità strutturali. Il tessuto produttivo regionale
è dominato da microimprese: oltre il 99% delle aziende ha meno di 50 addetti, mentre le grandi
imprese private con più di 250 dipendenti sono appena 19. Il lavoro autonomo è in calo costante:
commercianti, artigiani e agricoltori diminuiscono anno dopo anno, segnalando la difficoltà delle
attività tradizionali a reggere la concorrenza e le trasformazioni del mercato.
Il tasso di occupazione si attesta al 56%, con un ritardo di 6,2 punti rispetto alla media nazionale
del 62,2%. Per le donne la situazione è ancora più critica: il tasso di occupazione femminile è
fermo al 42,9%, undici punti sotto la media italiana. Anche la disoccupazione, pur scendendo al
6,7%, resta più alta tra le donne (9,3%) che tra gli uomini (5,1%).
Un dato particolarmente preoccupante riguarda i NEET, i giovani tra 15 e 29 anni che non
studiano, non lavorano e non sono in formazione: rappresentano il 17% della popolazione in
questa fascia d’età, quasi due punti sopra la media nazionale.
L’emigrazione dei giovani verso altre realtà crea un circolo vizioso a livello economico: meno
giovani vuol dire al tempo stesso meno imprese innovative, che rappresentano senza dubbio il
maggior attrattore per i giovani che si affacciano sul mondo del lavoro. Pertanto, l’invecchiamento
della popolazione, ad oggi, sembra essere di difficile reversibilità, a meno che non si ponga
l’attenzione sulle imprese cosiddette “giovani”, il cui incremento sul territorio potrebbe portare
anche ad una maggiore attrattività della realtà lucana per i suoi ragazzi.
Lo spettro della Cassa Integrazione
Un altro dato che fa riflettere sullo stato di salute dell’economia lucana è quello della Cassa
Integrazione Guadagni. Dopo due anni di calo (-45,4% nel 2022 e -39,6% nel 2023), nel
2024 si è verificata un’inversione di rotta drammatica: le ore di CIG sono aumentate dell’84%,
raggiungendo quota 8,1 milioni. Inutile sottolineare come la causa principale è da ascrivere
al settore automotive, che da solo assorbe oltre il 70% delle ore di integrazione salariale, con
5,6 milioni di ore concentrate nella fabbricazione di autoveicoli, rimorchi e semirimorchi. Senza
dubbio questo rappresenta un campanello d’allarme per una regione la cui economia dipende
fortemente da questo comparto.
Il welfare che sostiene
Di fronte alle difficoltà del mercato del lavoro, ovviamente aumenta il ricorso agli ammortizzatori
sociali. I beneficiari di NASpI, Dis-Coll e disoccupazione agricola sono saliti a 41.497, con un
incremento delle domande accolte per la NASpI che passano da 20.835 a 22.051. Da evidenziare
l’impegno dell’INPS Basilicata che dimostra un’alta efficienza nell’erogazione: il 92% delle
prestazioni viene liquidato entro 30 giorni, un dato superiore rispetto alla media nazionale.
Sul fronte pensionistico, la Basilicata conta 144.233 percettori di prestazioni, con importi medi
però inferiori a quelli nazionali. Il divario retributivo non è solo di genere (28 euro di differenza tra
uomini e donne), ma anche territoriale: i dipendenti privati lucani guadagnano in media 17 euro in
meno al giorno rispetto ai colleghi del resto d’Italia. Le pensioni riflettono questa differenza, con
importi mediamente più bassi sia per gli uomini che per le donne, in tutte le gestioni.
Le prestazioni assistenziali mostrano anch’esse una gestione efficiente: 38.254 prestazioni di
invalidità civile e indennità di accompagnamento in pagamento, con tempi di liquidazione di
48 giorni contro i 140 della media nazionale. Un risultato sicuramente che dà lustro agli uffici
territoriali dell’INPS.
L’innovazione che avanza
Ancora è importante notare che, nonostante le difficoltà, la Basilicata dell’INPS dimostra capacità
Bollettino della Regione Basilicata
di innovazione. Il rapporto con l’utenza sta cambiando rapidamente: il ricorso all’operatore del
Contact Center si è ridotto dal 61% del 2022 al 27% del 2024, mentre cresce l’utilizzo del sito web
e di MyINPS (dal 10% al 30%). I cittadini lucani stanno imparando a navigare i servizi digitali, un
passo importante verso una PA più moderna ed efficiente.
Significativa anche l’esperienza del progetto Home Care Premium, che nel 2024 ha erogato
oltre 1,4 milioni di euro a 302 beneficiari non autosufficienti, sostenendo famiglie e caregiver
con contributi economici e servizi di assistenza. Sono iniziative che testimoniano un welfare che
prova a stare vicino alle persone, soprattutto le più fragili.
Uno sguardo al futuro
Il rendiconto sociale INPS della Basilicata è molto più di un insieme di statistiche: è la narrazione
di una regione che cerca di reinventarsi mentre affronta sfide demografiche ed economiche
strutturali. Anche la diminuzione del personale INPS (calato del 22,1% dal 2019 al 2024) è lo
specchio di un problema più ampio, ossia garantire servizi di qualità in un territorio che si spopola.
La risposta passa necessariamente dall’innovazione digitale, dal rafforzamento del tessuto
produttivo, dal sostegno alle nuove generazioni e dall’attrattività del territorio. I lucani che restano,
e quelli che potrebbero tornare, hanno bisogno di trovare qui opportunità di lavoro stabili, servizi
efficienti e una prospettiva di futuro.
La Basilicata è a un bivio: può continuare a perdere energie e talenti, o può provare a invertire
la rotta, valorizzando le sue risorse e costruendo un modello di sviluppo sostenibile e inclusivo.
Senza dubbio i dati INPS ci dicono che il tempo per scegliere sta per scadere.
Bollettino della Regione Basilicata
FOCUS ENTI LOCALI
Terzo Settore lucano,
da periferia a modello
di Rosario Palese
Università di Salamanca
Le organizzazioni non profit costituiscono ormai un pilastro stabile del sistema socioeconomico
italiano, assumendo un ruolo centrale nella produzione di welfare e nella promozione della
coesione sociale. I dati del Censimento Permanente delle Istituzioni Non Profit dell’ISTAT,
riferiti al 2023, restituiscono un quadro di rinnovato dinamismo organizzativo e occupazionale
che merita un’analisi approfondita, soprattutto alla luce delle significative asimmetrie territoriali
rilevate (ISTAT, 2025).
Le 368.367 istituzioni attive sul territorio nazionale al 31 dicembre 2023 registrano un incremento
del 2,3% rispetto all’annualità precedente, mentre l’occupazione dipendente cresce del 3,2%,
attestandosi a 949.200 unità (ISTAT, 2025). Tale espansione, sebbene parzialmente ascrivibile
al perfezionamento metodologico delle fonti amministrative utilizzate dal Registro statistico,
testimonia nondimeno la vitalità di un comparto che continua a consolidare la propria rilevanza
nell’erogazione di servizi di interesse generale. L’incremento al netto dell’effetto statistico si
attesta comunque a un significativo 0,6%, evidenziando una crescita organica del settore che si
inserisce nel contesto più ampio delle trasformazioni indotte dalla progressiva implementazione
della Riforma del Terzo Settore.
La distribuzione territoriale dell’incremento evidenzia tuttavia marcate discontinuità che sollecitano
un’analisi comparativa più fine. Il Mezzogiorno si distingue per un tasso di crescita superiore
Bollettino della Regione Basilicata
Focus Enti locali
alla media nazionale: le istituzioni meridionali aumentano del 4,1%, mentre quelle insulari del
2,3% (ISTAT, 2025). All’interno di questo quadro di espansione differenziata, la Basilicata emerge
quale regione particolarmente dinamica, registrando un incremento del 7,4% che la colloca al
vertice della graduatoria nazionale per tasso di crescita, seguita da Abruzzo e Puglia, entrambe
con un incremento del 5,2%, e dalla Calabria con il 3,7%. Tale performance eccezionale solleva
interrogativi tanto di natura interpretativa quanto prospettica circa le determinanti e la sostenibilità
di questo processo espansivo. Con 3.825 istituzioni non profit attive, la regione lucana manifesta
una densità organizzativa di 71,4 enti per 10.000 abitanti, superiore alla media meridionale
che si attesta a 51,5, sebbene ancora inferiore al benchmark nazionale di 62,5 (ISTAT, 2025).
Questa configurazione intermedia posiziona la Basilicata in una condizione di relativa maturità
organizzativa rispetto al contesto meridionale, pur rimanendo al di sotto degli standard delle
regioni settentrionali e centrali. Emerge dunque un processo di progressivo riequilibrio territoriale
nella diffusione delle istituzioni non profit, fenomeno che potrebbe riflettere tanto dinamiche
endogene di sviluppo della società civile quanto effetti indotti dalle trasformazioni del quadro
normativo e dei meccanismi di finanziamento.
L’analisi della composizione occupazionale rivela ulteriori elementi di interesse che trascendono
la mera dimensione quantitativa. La Basilicata impiega complessivamente 7.676 dipendenti
nel settore, con un incremento annuo del 4,8% che supera tanto la media nazionale del 3,2%
quanto quella meridionale del 4,6% (ISTAT, 2025). Particolarmente significativa appare la
densità occupazionale di 143,4 dipendenti per 10.000 abitanti, che posiziona la regione al di
sopra della media del Mezzogiorno, attestata a 94,6, e in prossimità dei valori registrati in aree
tradizionalmente più strutturate come la Sardegna, che raggiunge 159,0 dipendenti per 10.000
abitanti. Tale dinamica suggerisce un processo di consolidamento organizzativo che trascende
la mera proliferazione numerica, configurandosi piuttosto quale evoluzione verso assetti dotati di
maggiore capacità operativa e sostenibilità strutturale. Questo differenziale tra crescita del numero
di istituzioni e crescita dell’occupazione assume connotazioni particolarmente interessanti quando
si considera che la Basilicata presenta un rapporto medio di circa due dipendenti per istituzione,
valore che si colloca su livelli superiori rispetto alla media meridionale ma comunque distante
dai parametri delle regioni settentrionali. Si prospetta fertile terreno d’indagine nell’approfondire
se tale configurazione rifletta una prevalenza di organizzazioni di piccole dimensioni con forte
radicamento territoriale oppure una distribuzione bimodale caratterizzata dalla coesistenza di
numerose micro-organizzazioni e di alcuni enti di dimensioni consistenti, particolarmente nelle
forme giuridiche più strutturate quali cooperative sociali e fondazioni.
La morfologia giuridico-organizzativa del non profit lucano rispecchia sostanzialmente i caratteri
distintivi del tessuto nazionale. Le associazioni riconosciute e non riconosciute costituiscono
l’85,3% delle istituzioni italiane, registrando un incremento del 2,6% nel biennio 2022-2023
(ISTAT, 2025). Le cooperative sociali, che rappresentano il 3,9% degli enti ma assorbono il 53,6%
dell’occupazione dipendente complessiva, manifestano invece una contrazione del 2,6%, in linea
con la più generale dinamica regressiva delle cooperative a mutualità prevalente osservabile nel
quinquennio 2018-2023. Le fondazioni, pur costituendo appena il 2,4% delle istituzioni, crescono
del 2,5% e concentrano il 12,5% dell’occupazione dipendente, confermandosi quali strutture ad
elevata intensità di lavoro retribuito e capacità di generazione occupazionale.
Dal punto di vista settoriale, l’articolazione delle attività prevalenti evidenzia una marcata
concentrazione che riflette presumibilmente le caratteristiche socioeconomiche e demografiche
del territorio lucano. A livello nazionale, il comparto sportivo aggrega il 32,3% delle istituzioni,
seguito dalle attività ricreative e di socializzazione con il 16,6% e dalle attività culturali e artistiche
con il 15,4% (ISTAT, 2025). L’assistenza sociale e la protezione civile, pur rappresentando solo
il 9,4% degli enti, assorbono il 50,0% dell’occupazione dipendente, configurandosi quale ambito
maggiormente professionalizzato e labour-intensive. La distribuzione settoriale della Basilicata,
sebbene non dettagliata nel rapporto statistico, si inscrive verosimilmente in questo schema
generale, con particolare rilevanza delle attività assistenziali dato l’elevato rapporto dipendenti/
istituzioni riscontrato a livello regionale.
L’implementazione progressiva della Riforma del Terzo Settore (D.lgs. 117/2017) sta ridisegnando
Bollettino della Regione Basilicata
profondamente il landscape istituzionale del settore. Le associazioni di promozione sociale
registrano l’incremento più significativo, con un +30,0% trainato dall’iscrizione nel Registro Unico
Nazionale del Terzo Settore (RUNTS) (ISTAT, 2025). Le organizzazioni di volontariato crescono
più moderatamente, con un +4,0%, mentre le ONLUS subiscono una contrazione del 16,5%,
in linea con il processo di transizione verso le nuove qualifiche previste dal Codice del Terzo
Settore, destinate a cessare definitivamente il 1° gennaio 2026. Tale riconfigurazione normativa,
lungi dal rappresentare una mera operazione di ridenominazione formale, prefigura un riassetto
sostanziale delle modalità operative e dei vincoli gestionali cui sono sottoposte le organizzazioni.
Sul piano del finanziamento, il meccanismo del cinque per mille conferma la propria rilevanza
strategica quale strumento di legittimazione e sostegno economico del settore. Nel 2023,
71.378 istituzioni hanno beneficiato di contributi per complessivi 459,8 milioni di euro, con un
incremento del 3,0% rispetto all’annualità precedente (ISTAT, 2025). Più significativa appare la
crescita del numero di scelte espresse dai contribuenti, aumentate del 16,5% fino a circa 13
milioni, segnalando un rafforzamento della legittimazione sociale del settore e una crescente
consapevolezza dei cittadini circa il ruolo delle organizzazioni non profit nella produzione di beni
e servizi di interesse collettivo.
La distribuzione territoriale delle preferenze evidenzia tuttavia marcate sperequazioni
che riflettono presumibilmente differenziali di capacità organizzativa, visibilità mediatica e
radicamento territoriale delle organizzazioni. Il Nord-Ovest, pur rappresentando il 27,7% delle
istituzioni beneficiarie, intercetta il 45,5% delle risorse complessive, mentre il Mezzogiorno, con
il 26,4% degli enti ammessi, riceve appena l’11,3% degli importi (ISTAT, 2025). Tale squilibrio
pone questioni rilevanti circa l’equità distributiva delle risorse e la capacità delle organizzazioni
meridionali di comunicare efficacemente la propria missione e i propri risultati ai potenziali
sostenitori.
In una prospettiva evolutiva, il settore sta attraversando trasformazioni che richiederanno un
monitoraggio attento nei prossimi anni. La digitalizzazione dei processi amministrativi, spinta
dall’iscrizione obbligatoria al RUNTS, sta producendo una massa di dati strutturati che renderà
possibili analisi longitudinali più precise sulle traiettorie organizzative e sulla performance.
L’integrazione tra fonti fiscali, previdenziali e amministrative sta migliorando la qualità statistica,
riducendo le tradizionali aree di sotto-enumerazione. Per la Basilicata, la crescita straordinaria del
2023 apre interrogativi sulla tenuta di medio periodo. Resta da capire se si tratti di consolidamento
strutturale o di espansione effimera, segnata da alti tassi di natalità e mortalità organizzativa. La
capacità di valorizzare e stabilizzare questo tessuto rappresenterà un banco di prova per le
politiche territoriali, chiamate a garantire strumenti formativi, finanziari e tecnologici adeguati.
Un’ulteriore linea di ricerca riguarda i fattori alla base della performance regionale, distinguendo
tra recupero di ritardi e crescita strutturale. Sarà decisivo osservare come le organizzazioni
lucane affrontano la transizione normativa e la crescente domanda di professionalizzazione.
La sostenibilità economica, la qualità delle risorse umane e la densità delle reti collaborative
determineranno se l’attuale espansione evolverà in un rafforzamento stabile o resterà un
fenomeno temporaneo.
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Bollettino della Regione Basilicata
FOCUS ENTI LOCALI
Territorio, ricerca e impresa: il triangolo
virtuoso dell’Università della Basilicata
di Guido Masiello,
Professore associato di Fisica del sistema Terra, dei pianeti, dello spazio e del clima – Università della Basilicata
Il 13 agosto scorso ha segnato un nuovo successo per la ricerca europea nello spazio: è
stato, infatti, lanciato il satellite Metop-NG, frutto di una collaborazione internazionale cui ha
preso parte l’Università degli Studi della Basilicata. A bordo, lo strumento IASI-NG (Infrared
Atmospheric Sounding Interferometer – Next Generation), successore dell’ormai storico IASI,
operativo dal 2006, che ha rivoluzionato l’osservazione atmosferica e il monitoraggio climatico.
Un ruolo strategico nella meteorologia spaziale
IASI-NG, sviluppato dalla CNES (Agenzia Spaziale Francese) in collaborazione con EUMETSAT,
rappresenta un notevole progresso nel telerilevamento. Con un miglioramento strumentale di
un fattore due rispetto al suo predecessore, IASI-NG consentirà una ricostruzione verticale
dell’atmosfera terrestre con una precisione senza precedenti, fornendo dati fondamentali per gli
scienziati del clima e i previsori meteorologici.
L’Università della Basilicata ha giocato un ruolo di primo piano in questa missione, fin dagli anni
‘90 dello scorso millennio, partecipando attivamente alla progettazione, sia del primo IASI che
del nuovo IASI-NG e contribuendo in maniera significativa al progresso tecnico e scientifico
dell’iniziativa, da principio grazie al coinvolgimento coordinato dall’Agenzia Spaziale Italiana (ASI),
sede di Matera e, in seguito, all’interno dell’ISSWG (IASI Scientific Sounding Working Group),
sotto la supervisione dell’Agenzia Spaziale Francese e dell’Ente europeo per il monitoraggio
meteorologico satellitare – EUMETSAT.
Da segnalare anche l’apporto dell’Ateneo lucano alla missione pionieristica ADEOS-IMG
dell’Agenzia Spaziale Giapponese NASDA (oggi JAXA), che nel 1996 portò in orbita il primo
spettrometro di Fourier ad alta risoluzione spettrale: un autentico precursore di IASI.
Bollettino della Regione Basilicata
Focus Enti locali
Ricerca applicata e innovazione tecnologica: il contributo del Dipartimento di Ingegneria
Unibas
Il Dipartimento di Ingegneria Unibas è protagonista anche di altre missioni di osservazione della
Terra. In particolare, il contributo del Laboratorio di Spettroscopia Applicata è stato determinante non
solo in IASI, ma anche in altre missioni strategiche. Questo successo si collega, infatti, a un’altra
importante pietra miliare: il lancio fortunato, avvenuto il 1° luglio 2025, del satellite Meteosat Third
Generation – Sounder 1 (MTG-S1), con a bordo lo strumento MTG-IRS, che permetterà di osservare
la struttura verticale dell’atmosfera con una risoluzione spaziale e temporale mai raggiunta prima.
L’Università della Basilicata è stata l’unica università italiana coinvolta fin dalle prime fasi di definizione
e progettazione del sensore.
Ma l’impegno di Unibas prosegue anche con il progetto FORUM (Far-infrared Outgoing Radiation
Understanding and Monitoring), la nona missione Earth Explorer dell’Agenzia Spaziale Europea
(ESA) che, per la prima volta, osserverà dallo spazio la porzione del lontano infrarosso dello spettro di
emissione della Terra (lancio previsto per il 2027).
A queste attività si aggiunge la partecipazione del Laboratorio Lidar dell’Ateneo a progetti in corso con
la NASA, relativi alla organizzazione di nuove missioni satellitari.
Ricadute su formazione e occupazione altamente qualificata
Il know-how sviluppato in oltre trent’anni di ricerca si riflette positivamente anche sull’offerta formativa
dell’Ateneo. Le attività di ricerca all’avanguardia di Osservazione della Terra dallo Spazio sono parte
integrante dei corsi di laurea in Ingegneria, e garantiscono agli studenti una preparazione aggiornata,
di altissimo livello e in linea con gli standard internazionali.
Una ricaduta significativa si riscontra, innanzitutto, nel Dottorato di Ricerca in Ingegneria dell’Innovazione
e Sviluppo Sostenibile, che forma anche figure altamente specializzate in ambito spaziale. I dottori di
ricerca trovano un’immediata e qualificata collocazione nel mondo del lavoro. Alcuni dottori di ricerca
Unibas sono ora Professori universitari negli atenei di Huston, Basilicata e al Politecnico di Milano,
Ricercatori e Tecnologi presso l’Agenzia Spaziale Italiana e presso il Consiglio Nazionale delle
Ricerche (CNR), oppure sono assorbiti dalle imprese che lavorano nel settore aerospaziale.
In questo contesto si inserisce anche il Master di I livello EOSAT (Earth Observation from Satellite),
giunto alla sua seconda edizione. Coordinato dal responsabile del Laboratorio di Analisi dei Dati
Satellitari (L.A.D.-SAT), il master coinvolge docenti provenienti da istituzioni di eccellenza come La
Sapienza, l’Università di Trento, il CNR, l’ASI e aziende specializzate quali Leonardo. L’iniziativa non
solo consolida la leadership di Unibas nel settore, ma garantisce anche che le competenze acquisite
vengano trasferite alle nuove generazioni.
Sinergia con il territorio e strategia di specializzazione
L’Università della Basilicata si configura come attore chiave nelle strategie regionali di sviluppo,
in particolare nel settore aerospaziale, identificato come uno dei pilastri della Smart Specialisation
Strategy (S3) della Regione Basilicata.
Molto rilevante, in proposito, è la collaborazione promossa dal Consorzio TERN, che unisce mondo
della ricerca (Università e CNR), imprese e istituzioni regionali, con l’obiettivo di creare un ecosistema
dell’innovazione orientato alla crescita occupazionale. L’integrazione tra ricerca scientifica,
applicazione industriale e politiche pubbliche genera un ambiente fertile per trattenere talenti, attrarre
investimenti e costruire filiere produttive ad alta intensità tecnologica.
Una leadership riconosciuta a livello internazionale
Il percorso dell’Università della Basilicata nel settore spaziale è oggi riconosciuto a livello internazionale,
grazie a una combinazione di eccellenza scientifica, alta formazione e capacità di generare
impatto sul territorio.
Il successo delle missioni Metop-NG, MTG-S1 e FORUM, insieme alla rete di collaborazioni globali e
al forte legame con il contesto locale, dimostrano come Unibas attualmente sia capace di guidare la
crescita sostenibile e l’alta occupazione nel settore del futuro, giocando un ruolo centrale nelle grandi
sfide scientifiche del nostro tempo.
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Bollettino della Regione Basilicata
FOCUS ENTI LOCALI
Contabilità accrual nella PA:
un’innovazione necessaria
ma piena di ostacoli
di Raffaele Adinolfi
Professore associato economia aziendale – Università della Basilicata
La transizione verso la contabilità accrual rappresenta uno dei passaggi più significativi
degli ultimi decenni nella gestione finanziaria pubblica italiana ed europea. Anche
la Basilicata si trova oggi al centro di un processo che non riguarda soltanto il piano
tecnico, ma anche la ridefinizione del rapporto tra le istituzioni e i cittadini, chiamati
a beneficiare di una maggiore trasparenza e comparabilità delle informazioni.
Per comprendere la portata di questa riforma è necessario collocarla all’interno di un percorso
internazionale che affonda le radici negli standard elaborati dall’IPSASB (International Public
Sector Accounting Standards Board), la cui influenza si riflette direttamente nei principi IPSAS, e, a
livello europeo, nelle linee guida per l’adozione degli EPSAS (European Public Sector Accounting
Standards). La cornice di riferimento è la Direttiva 2011/85/UE del Consiglio, modificata dalla
Direttiva 2024/1265, che all’articolo 3 impone agli Stati membri di dotarsi di sistemi contabili capaci
di generare dati basati sul principio della competenza economico-patrimoniale, e all’articolo 16-bis
prevede che la Commissione presenti, entro il 31 dicembre 2025 e successivamente ogni cinque
anni, una relazione sullo stato della contabilità pubblica e sull’avanzamento verso IPSAS ed EPSAS
La logica accrual consente di dare evidenza non soltanto ai flussi finanziari, ma anche
a quelli economico-patrimoniali. Ne consegue che il bilancio diviene uno strumento
più aderente alla realtà capace di misurare il consumo delle risorse, il loro grado di
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Focus Enti Locali
utilizzazione e l’effettiva sostenibilità delle politiche pubbliche. È evidente che ciò comporti
un salto culturale, prima ancora che tecnico: l’attenzione del decisore politico e del dirigente
amministrativo non è più concentrata esclusivamente sulla disponibilità di cassa e sui
flussi finanziari, ma sull’intero ciclo di vita delle risorse, degli investimenti e del patrimonio.
1) Il quadro nazionale e la macchina attuativa
A livello nazionale il legislatore aveva già intrapreso questa direzione con il D.lgs. 118/2011 in
materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle Regioni ed enti
locali, successivamente integrato dal D.lgs. 126/2014. Ma la vera svolta è rappresentata dal
Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che con la riforma 1.15 (“Dotare le pubbliche
amministrazioni italiane di un sistema unico di contabilità economico-patrimoniale accrual”) ha
reso obbligatoria la progettazione di un sistema unico e integrato. La riforma è collocata nella
Missione 1, Componente 1, e attribuisce alla Ragioneria Generale dello Stato il ruolo di cabina
di regia, con il compito di definire i tre pilastri principali su cui si fonda la riforma: il quadro
concettuale che stabilisce i principi fondamentali e i postulati contabili, gli standard contabili
(standard specifici ispirati agli IPSAS) e il piano dei conti multidimensionale che rappresenta
lo strumento operativo per l’uniformità contabile. Per dare attuazione al nuovo modello è stata
creata una struttura di governance articolata presso la Ragioneria Generale dello Stato. Essa
si compone dello Standard Setter Board, di un Comitato direttivo guidato dal Ragioniere
Generale, di un Gruppo di consultazione interno alla RGS e di una Segreteria tecnica di
supporto. A questi organi è spettato il compito di elaborare le proposte di standard, sottoporle
a consultazione pubblica e approvarle secondo un “due process” ispirato alle migliori prassi
internazionali. A fine 2024 risultavano approvati il Quadro Concettuale e 18 standard contabili
italiani (ITAS), corredati da linee guida operative. Il processo di riforma è scandito dal PNRR
con milestone e target vincolanti. La milestone M1C1-108, completata entro giugno 2024,
ha portato all’approvazione del quadro concettuale, degli standard contabili ispirati agli IPSAS
e del piano dei conti multidimensionale, formalizzati con la determina del Ragioniere Generale
dello Stato n. 176775 del 27 giugno 2024. Il Quadro Concettuale definisce i principi fondamentali
della rendicontazione economico-patrimoniale, richiamando postulati come la significatività, la
rappresentazione fedele, la prudenza, la comparabilità e la continuità. A partire da tali principi
si innestano i 18 ITAS, che disciplinano aspetti quali la composizione e gli schemi di bilancio
(ITAS 1), le immobilizzazioni materiali (ITAS 4), i ricavi e proventi (ITAS 9), il bilancio consolidato
(ITAS 12) o i fondi e le passività potenziali (ITAS 13). La loro corretta applicazione dovrebbe
garantire coerenza, comparabilità e trasparenza nella predisposizione dei documenti contabili.
Le prossime tappe sono la milestone M1C1-118, disciplinata dall’articolo 10 del D.L. 113/2024,
prevede che le amministrazioni responsabili di almeno il 90% della spesa primaria del settore
pubblico – inclusi i comuni sopra i 5.000 abitanti – predispongano per il 2025 bilanci sperimentali
secondo le nuove regole. Ciò significa che gli enti locali territoriali dovranno approvare entro
il 30 aprile 2026, ai sensi dell’articolo 227 del TUEL, il rendiconto generale redatto secondo
la logica finanziaria, che conserva la sua funzione autorizzatoria, comprensivo del conto
economico, del conto del patrimonio e delle relative note integrative predisposte secondo la
normativa dell’armonizzazione contabile con finalità conoscitive, nonché – in via sperimentale
– il bilancio economico patrimoniale accrual, redatto nel rispetto del quadro concettuale,
dei 18 standard contabili ITAS e utilizzando il nuovo piano dei conti multidimensionale.
2) Le criticità operative
Questo impianto normativo, se da un lato risponde agli impegni assunti con l’Unione europea
nell’ambito del PNRR, dall’altro apre una serie di questioni operative di notevole complessità.
La coesistenza di tre documenti – il rendiconto finanziario, il bilancio economico e lo stato
patrimoniale “armonizzato” a fini conoscitivi, e il bilancio accrual sperimentale – rischia infatti
di generare ridondanze, difficoltà di raccordo e problemi di comprensione da parte sia degli
addetti ai lavori, sia dei decisori politici. L’armonizzazione dei sistemi informativi e la capacità di
produrre dati coerenti e tempestivi rappresentano una sfida che non può essere sottovalutata,
Bollettino della Regione Basilicata
soprattutto per gli enti di dimensioni minori. In Basilicata, la questione si amplifica a causa
della presenza di una pluralità di comuni di piccolissime dimensioni, che già oggi faticano a
garantire l’adempimento ordinario delle funzioni contabili, aggravati da gravi carenze di organico.
Non meno rilevante è la questione del salto culturale richiesto. La riforma non si esaurisce
nella tecnica contabile, ma implica una diversa concezione della gestione pubblica, orientata
non solo all’equilibrio finanziario di breve periodo, ma anche alla sostenibilità economica e
patrimoniale nel medio-lungo termine. Per molti amministratori locali, abituati a ragionare quasi
esclusivamente in termini di cassa e di vincoli di finanza pubblica, si tratta di un cambiamento
radicale. Il rischio è che il bilancio accrual venga percepito come un esercizio puramente formale,
utile solo a soddisfare un obbligo normativo, senza che se ne colga la portata informativa
per le politiche pubbliche. Questa resistenza culturale rischia di essere particolarmente forte
nelle amministrazioni minori lucane, dove il turn over ridotto e la scarsità di figure qualificate
rendono più difficile interiorizzare i principi della competenza economico-patrimoniale.
3) La sfida della formazione e le prospettive future
A completare il quadro si aggiunge la questione della formazione obbligatoria prevista dal
target M1C1-117 che impone entro il primo trimestre del 2026 la conclusione del primo ciclo di
formazione dedicato al personale pubblico coinvolto. È indubbio che l’attivazione del Portale della
formazione Accrual, con corsi certificati dalla Scuola Nazionale dell’Amministrazione e riservati
ai rappresentanti delle amministrazioni coinvolte, costituisca un passo avanti significativo che
permetterà di conseguire il target. Tuttavia, resta da chiedersi se tali percorsi formativi, pur capillari
e ben progettati, possano da soli garantire la piena comprensione e l’effettiva utilizzazione delle
nuove informazioni economico-patrimoniali. La complessità delle valutazioni richieste – si pensi
alla stima dei beni culturali, alla rilevazione di passività potenziali o alla corretta applicazione dei
principi di impairment – difficilmente può essere padroneggiata con corsi generalisti che prevedono
la fruizione on line senza possibilità di interazione. L’esperienza lucana mostra come nei piccoli enti,
spesso con un unico responsabile finanziario che deve seguire una molteplicità di adempimenti,
il tempo da dedicare a percorsi formativi strutturati sia limitato e rischi di restare sulla carta.
La vera sfida, dunque, non sarà soltanto di tipo tecnico, ma soprattutto culturale. Servirà un
approccio sistemico, che metta in relazione la contabilità con la programmazione, la valutazione
delle performance e il controllo strategico. Senza questa integrazione, il rischio è che la contabilità
accrual resti un corpo estraneo alla gestione quotidiana degli enti, generando costi organizzativi
senza produrre i benefici attesi in termini di trasparenza, accountability e capacità decisionale.
In prospettiva, il successo della riforma dipenderà dalla capacità delle amministrazioni
territoriali di superare la logica dell’adempimento e di fare del bilancio accrual un vero
strumento di governo. Per raggiungere questo obiettivo sarà necessario che formazione,
assistenza tecnica, supporto del mondo accademico, coinvolgimento delle software
house e condivisione di buone pratiche diventino elementi permanenti del processo.
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Bollettino della Regione Basilicata
FOCUS ENTI LOCALI
Danno erariale per il segretario
che non prevede la condanna
di Oriana Avallone
La sentenza n. 51/2025 della Corte dei conti, sezione Basilicata, offre uno spaccato dello stato
dell’arte dell’estensione del perimetro della magistratura giuscontabile.
In sostanza il giudice contabile, ampliando la portata dell’articolo 49 del Tuel oltre la sua massima
estensione, finisce per addebitare al segretario comunale una responsabilità da omessa
previsione dell’esito di un giudizio, prima che sul punto si pronunci il giudice naturale.
Tanto viene stabilito, prescindendo dallo specifico caso singolo, attribuendo al parere di regolarità
tecnica apposto dal segretario sul provvedimento giuntale di resistenza in giudizio una valenza
prognostica sull’esito della lite, che diventa la base della responsabilità.
Nel caso in esame, un Comune era stato condannato in sede civile al pagamento dell’Iva dovuta
su lavori di metanizzazione, eseguiti in appalto da parte di una impresa. La resistenza in giudizio
dell’ente era stata decisa dalla giunta del tempo.
La sentenza del Tribunale che decide il caso, escludendo la temerarietà della lite, condanna
l’ente al pagamento della somma a titolo di Iva oltre alle spese legali, e la vicenda culmina poi
con una transazione tra i contendenti e assunzione da parte dell’ente di un debito comunque
ridotto. La Corte dei conti, nel successivo giudizio contabile, da un lato riqualifica quale temeraria
la lite promossa dall’ente – fattispecie esclusa dal Tribunale – e sulla scorta di tale riqualificazione
(sulla quale vi è giudicato di altro giudice che la esclude) ravvisa la colpa grave in capo agli
amministratori che al tempo avevano deliberato di resistere in giudizio, e al segretario comunale
per il parere favorevole di regolarità tecnica, ritenendo che egli avrebbe dovuto segnalare la
Bollettino della Regione Basilicata
Focus Enti Locali
“temerarietà” della scelta, sulla ritenuta base di precedenti giurisprudenziali sfavorevoli e di una
clausola contrattuale circa la debenza dell’imposta.
Una simile impostazione pone rilevanti questioni di ordine sistematico. L’articolo 97, comma 2, del
Dlgs 267/2000 assegna al segretario comunale funzioni di assistenza giuridico-amministrativa e
di garanzia di legittimità dell’azione amministrativa, ma né un potere, né un obbligo di valutare la
convenienza del giudizio o di formulare una previsione sull’esito della lite. In altri termini, la sua
responsabilità si misura sulla conformità dell’atto alla legge, non sulla fondatezza sostanziale di
una pretesa processuale, che rientra nella discrezionalità dell’organo politico e nella competenza
tecnica del legale incaricato della difesa, la cui obbligazione, peraltro, è di mezzi.
La Corte dei conti, invece, ha finito per imputare al segretario una colpa da prognosi postuma ex
ante, ossia la colpa di non aver previsto la temerarietà del giudizio che neppure il giudice naturale
della controversia ha reputato sussistere. Il Tribunale civile, infatti, non aveva disposto alcuna
condanna ex articolo 96 del codice di procedura penale, riconoscendo, quindi, che la resistenza
dell’ente, pur infondata, non era priva di ragioni difensive. La Corte dei conti, con una motivazione
che rasenta il sofisma, ha in sostanza affermato che, per la pretesa autonomia della giurisdizione
contabile, a nulla rileva che il giudice civile abbia escluso la responsabilità ex articolo 96 del
codice di procedura penale, rientrando nel perimetro della valutazione ex post degli esiti della
lite posta sotto la lente giuscontabile, anche la qualificazione, in termini di temerarietà, del tipo
di azione esperita in sede civile esclusa dal giudicato. La Corte contabile ha ritenuto il segretario
responsabile delle conseguenze della lite, attribuendogli un obbligo di risultato. Alla base della
pronuncia c’è un evidente scarto logico e giuridico, che vizia il ragionamento e rende in parte
contraddittoria la motivazione laddove, nella costruzione del sostrato della condanna erariale,
qualifica ’temeraria’ una lite non ritenuta tale.
Attribuire, in casi del genere, al segretario comunale il dovere di prefigurare la soccombenza
equivale ad assegnargli il peso del rischio processuale, principio del tutto privo di fondamento
normativo. Il parere ex articolo 49 del Tuel non è un giudizio di merito, bensì una valutazione di
regolarità tecnica; diversamente opinando si attribuisce al segretario comunale una competenza
allargata, unica nell’ordinamento, su qualsivoglia materia attribuita all’azione dell’ente, cioè la
responsabilità oggettiva e di risultato, esclusa dal nostro ordinamento, sovrapponendosi il piano
della legittimità a quello della convenienza o prudenza politico-gestionale. Il tutto in violazione del
principio di separazione tra funzioni amministrative e di indirizzo, alla luce di un esame ex post
valido esclusivamente quando l’ente è soccombente, posto che è consolidato il principio per cui
la responsabilità del segretario può censurare le scelte discrezionali dell’organo politico solo nei
casi di manifesta illegittimità dell’atto o di evidente sviamento (CdC, Campania, n. 305/2022; Sez.
app. II, n. 17/2021).
Il segretario comunale non può essere chiamato a rispondere quando la scelta politica si rivela
errata, poiché ne deriva un indebito ampliamento della responsabilità contabile, con effetti di
“amministrazione difensiva” e di paralisi dell’azione amministrativa, atteso il rischio di essere
giudicati a posteriori secondo l’esito del processo. In conclusione, la sentenza n. 51/2025, pur
muovendosi nella logica di tutela delle finanze pubbliche, rischia di incrinare l’equilibrio disegnato
dal testo unico tra politica, amministrazione e controllo di legalità.
NOTIZIE
DAL TERRITORIO
a cura del
Bollettino della Regione Basilicata
NOTIZIE DAL TERRITORIO
Roots-IN 2025: Matera capitale
del turismo delle radici
a cura della Redazione
Roots-IN 2025: Matera capitale del turismo delle radici
Dal 18 al 19 novembre 2025 Matera tornerà ad essere la capitale internazionale del turismo
delle origini. La quarta edizione di Roots-IN – Borsa del Turismo delle Radici trasformerà
la città dei Sassi in un crocevia globale di incontri, relazioni e opportunità, confermando la
Basilicata come punto di riferimento per un segmento turistico in forte espansione.
Settantacinque buyer provenienti da Stati Uniti, Canada, Argentina, Brasile, Messico e
Australia incontreranno oltre 130 operatori italiani in due giornate di confronto e business
matching, affiancate da talk, tavole rotonde e laboratori tematici (i Roots-IN LABs) dedicati alla
costruzione di un’offerta di incoming capace di raccontare l’Italia attraverso le sue radici.
Promosso da APT Basilicata con il sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della
Cooperazione Internazionale, del Ministero del Turismo, della Regione Basilicata e
del Comune di Matera, Roots-IN rappresenta oggi un modello nazionale di cooperazione
istituzionale e di innovazione nel turismo.
L’obiettivo è chiaro: valorizzare il legame con le comunità italiane nel mondo come leva
strategica per lo sviluppo economico e culturale dei territori.
Un marketplace delle origini
Roots-IN non è una fiera tradizionale, ma un marketplace specializzato dove domanda e
offerta si incontrano in modo mirato e operativo.
Il workshop B2B, cuore dell’evento, prevede 14 appuntamenti per ciascun partecipante,
Bollettino della Regione Basilicata
Notizie dal territorio
articolati in due giornate di lavoro: il pomeriggio del 18
novembre e l’intera giornata del 19.
Le relazioni professionali si costruiscono già in fase di
preparazione grazie alla piattaforma digitale di business
matching, che consente di creare profili, consultare
schede di buyer e seller, scambiare messaggi e
scaricare l’agenda personalizzata e i badge digitali.
L’apertura istituzionale
La cerimonia inaugurale offrirà un momento di riflessione istituzionale sul ruolo del turismo delle radici come
strumento di diplomazia culturale e di sviluppo locale.
Saranno presenti rappresentanti del governo, della Regione e delle istituzioni partner, insieme a esperti e stakeholder internazionali, per discutere delle connessioni
tra comunità, identità e territori.
I Roots-IN LABs: esperienze e innovazione
Spazio centrale della Borsa, i Roots-IN LABs
ospiteranno talk e tavole rotonde su temi chiave: dalla
costruzione dei pacchetti di viaggio esperienziali al ruolo
delle nuove tecnologie nella promozione del turismo di
ritorno.
Un luogo di confronto operativo, dove le esperienze
diventano buone pratiche e il dialogo si traduce in
progetti concreti di crescita condivisa.
La vetrina del turismo delle radici
Un’ampia area espositiva accoglierà istituzioni, enti
locali, camere di commercio, università, associazioni
e imprese private che intendono promuovere i propri
progetti legati al turismo delle origini.
Una vetrina internazionale che racconta l’Italia dell’accoglienza e delle relazioni, con la
Basilicata al centro di una rete sempre più estesa e dinamica.
Matera, simbolo e motore di rinascita
Dalla sua prima edizione nel 2021, Roots-IN ha favorito centinaia di collaborazioni tra operatori
italiani e comunità all’estero, contribuendo alla nascita di nuovi itinerari e modelli di ospitalità
legati all’identità dei territori.
L’edizione 2025 mira a consolidare questa rete e ad amplificarne l’impatto, confermando che le
radici possono diventare futuro.
Matera, con la sua storia millenaria e la sua capacità di innovarsi, rappresenta il luogo ideale
per accogliere una manifestazione che intreccia cultura, economia e appartenenza.
Una città che continua a ispirare il mondo e che, attraverso Roots-IN, si fa portavoce di un’Italia
che ritrova se stessa nelle storie di chi la porta nel cuore, anche da lontano.
Bollettino della Regione Basilicata
NOTIZIE DAL TERRITORIO
Rete Bel: i sindaci dei borghi lucani
raccontano il futuro del territorio
a cura della Redazione
Tredici borghi lucani uniscono le proprie forze per costruire insieme un futuro turistico
e culturale comune. Il 28 maggio scorso è stato firmato con l’Azienda di Promozione
Territoriale (APT) Basilicata il protocollo d’intesa che dà vita alla Rete Bel – Borghi
Eccellenti Lucani, un patto di cooperazione ispirato all’etica africana dell’Ubuntu: «Io sono
perché noi siamo».
Aderiscono al progetto i comuni di Sant’Angelo le Fratte, Balvano, Bella, Pescopagano,
Grumento Nova, Vietri di Potenza, Campomaggiore, Castelmezzano, Pietrapertosa, San
Fele, Ruoti, Rapone e Vaglio Basilicata. Centri che per la prima volta scelgono di dialogare
non per necessità, ma per progetto: in una regione segnata dallo spopolamento e dalle sfide
infrastrutturali, raccontare il patrimonio culturale e ambientale in maniera unitaria diventa
strategico.
Dalla dimensione locale al turismo condiviso
La Rete Bel nasce con l’obiettivo di superare i confini comunali, potenziando la capacità di
attrarre flussi turistici nazionali e internazionali. Il protocollo stabilisce principi chiari: sviluppare
prodotti turistici organizzati e tematici, contribuire allo sviluppo sociale, culturale
ed economico dei territori e coordinare le professionalità comunali nella progettazione e
Bollettino della Regione Basilicata
Notizie dal territorio
candidatura a finanziamenti.
Il ruolo dell’APT Basilicata è centrale: organizzare press tour tematici, fornire dati aggiornati
sulle strutture ricettive, sulle agenzie incoming e sulle guide turistiche lucane, promuovere
percorsi di formazione per operatori pubblici e privati e diffondere informazioni sui borghi, eventi
e sentieri attraverso i canali web istituzionali.
Legami concreti e storie condivise
Il protocollo Bel si fonda su esperienze già esistenti e consolidate. Castelmezzano e
Pietrapertosa, ad esempio, sono unite dal celebre Volo dell’Angelo, la zipline che attraversa
la valle delle Dolomiti Lucane. Più che un’attrazione turistica, il cavo d’acciaio è un simbolo: due
paesi che scelgono di guardarsi come partner e non come scenari l’uno dell’altro, dando vita a
una rete di escursioni, ospitalità e piccole imprese condivise.
Attorno a queste collaborazioni si sviluppano iniziative culturali e religiose, come il percorso
“Guglielmo e i luoghi dell’eremitaggio sul Monte Cognato”, e attività ambientali nel Parco
Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, come i percorsi di Naturarte e i riti
tradizionali legati al Maggio arboreo, fili rossi che uniscono borghi lontani ma legati da un
comune sentire.
A nord, l’area Marmo-Platano collega Balvano, Bella, Pescopagano, Ruoti, Vietri di Potenza
e Sant’Angelo le Fratte, con collaborazioni che vanno dal progetto VerdeGusto, circuito di
promozione enogastronomica e slow food avviato nel 2015, fino a iniziative più recenti come
Miti-CO, modello innovativo di crediti ambientali nel settore agricolo, zootecnico e forestale.
Anche servizi innovativi come l’infermiere di comunità, operativo dal 2025 in alcuni dei borghi
Bel, dimostrano l’attenzione a qualità della vita e sviluppo sostenibile.
Arte, murales e turismo culturale
Sant’Angelo le Fratte, Satriano, Savoia di Lucania e Brienza costituiscono la “Valle più dipinta
d’Italia”, un laboratorio di rigenerazione urbana attraverso murales che oggi rappresentano
un modello di turismo culturale partecipato. Solo a Sant’Angelo le Fratte sono presenti 160
murales, vere e proprie gallerie d’arte a cielo aperto, in cui artisti da tutto il mondo narrano
storie di vita quotidiana, come la vendemmia, intrecciando arte, memoria e territorio.
Una rete per guardare lontano
Il protocollo Bel intende mettere ordine e dare prospettiva a tutte queste esperienze. Coordinare
calendari, unificare la promozione, creare percorsi e cammini integrati tra i borghi e attrarre
risorse comuni. Come recita un proverbio africano: «Se vuoi andare veloce, vai da solo; se vuoi
andare lontano, vai insieme».
La sfida è grande, soprattutto in territori abituati per secoli alla solitudine delle montagne.
Ma la direzione è tracciata: la Rete Bel vuole trasformare la cooperazione in forza, la
condivisione in sviluppo, incarnando lo spirito dei Moschettieri: «Tutti per uno, uno per tutti».
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NOTIZIE DAL TERRITORIO
Bardi incontra il Cluster lucano
di Bioeconomia: impegno
per lo sviluppo sostenibile regionale
a cura della Redazione
L’incontro tra il presidente Bardi e il cluster lucano di Bioeconomia
La bioeconomia come motore di innovazione e sostenibilità
La bioeconomia rappresenta uno dei pilastri della nuova strategia europea per la crescita
sostenibile. È un modello di sviluppo che integra agricoltura, industria, energia, ricerca e
tutela ambientale, promuovendo l’uso efficiente e circolare delle risorse biologiche. In questo
approccio, scarti agricoli, residui forestali, sottoprodotti industriali e materiali organici diventano
nuove materie prime per generare energia pulita, biocarburanti, bioplastiche, fertilizzanti e
alimenti innovativi.
Per la Basilicata, regione ricca di biodiversità e tradizioni agroalimentari, la bioeconomia offre
l’occasione di coniugare sviluppo economico, innovazione e tutela del territorio, favorendo
filiere integrate che valorizzano il capitale naturale e umano locale.
Un incontro strategico per la transizione verde del territorio
Un incontro strategico si è svolto presso la sede della Regione, il 13 ottobre, tra il Presidente
Vito Bardi e i rappresentanti del Cluster lucano di bioeconomia, al fine di rafforzare la
cooperazione istituzionale, stimolare progetti innovativi e tracciare un percorso condiviso per la
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Notizie dal territorio
transizione verde del territorio.
L’incontro tra il presidente Bardi e il cluster lucano di Bioeconomia
Una visione di futuro che unisce scienza, impresa e territorio
La bioeconomia non è solo un settore produttivo: è concepita come una rivoluzione culturale
ed economica, dove l’uso sostenibile di risorse biologiche rinnovabili — piante, animali,
microrganismi, residui organici — diventa leva per sviluppare energia, cibo, materiali e prodotti
ad alto valore aggiunto.
In Basilicata, il cluster guida una rete articolata che oggi riunisce 54 aziende, 2 cooperative
e numerosi centri di ricerca di rilievo come ENEA, ALSIA, Agrobios, IRCCS Crob,
Università della Basilicata, CNR e FEEM. L’obiettivo è trasformare la sostenibilità in