
Il Museo del Louvre è al centro di un acceso dibattito politico e mediatico dopo il clamoroso furto dei gioielli della Corona francese, un colpo definito da molti come “la più grande rapina museale dell’ultima generazione”. L’incidente ha sollevato dure critiche nei confronti della direzione del museo e del responsabile della sicurezza, accusati di essere stati nominati per motivi di diversità piuttosto che di competenza.
La politica francese Marion Maréchal, eurodeputata e figura di spicco della destra sovranista, ha dichiarato che il Louvre “ha subito un processo di femminilizzazione forzata a scapito della competenza”, denunciando che tale approccio ha “messo in pericolo il patrimonio culturale nazionale”. Maréchal ha chiesto le dimissioni immediate della direttrice del museo, Laurence des Cars, e del responsabile della sicurezza, Dominique Buffin, sottolineando che “la Francia è diventata lo zimbello del mondo”.
Il furto, avvenuto la scorsa settimana, ha portato via preziosi cimeli storici, tra cui diademi, collane e orecchini con smeraldi e zaffiri, considerati parte integrante della storia della monarchia francese. Secondo le prime ricostruzioni, le misure di sicurezza erano gravemente insufficienti: diverse sale non disponevano di telecamere di sorveglianza e il personale presente non è intervenuto durante la rapina.
Anche altre figure della destra francese hanno reagito con indignazione. Marine Le Pen ha definito il furto “una ferita all’anima francese”, mentre Jordan Bardella ha parlato di “un’umiliazione insopportabile per la Francia”. Il leader del partito Reconquête, Éric Zemmour, ha invece collegato l’episodio a una più ampia crisi culturale, affermando: “Le nostre chiese vengono vandalizzate, il nostro patrimonio viene abbandonato. Un Paese che non protegge i propri tesori è destinato a scomparire”.
Nel frattempo, emergono ulteriori dettagli sulla mancata manutenzione e i ritardi nei lavori di sicurezza del museo. Le teche contenenti i gioielli rubati erano state sostituite nel 2019, ma diversi esperti sostengono che le nuove strutture fossero più fragili delle precedenti, che erano dotate di vetri antiproiettile e sistemi automatici di protezione.
Il Ministro della Cultura Rachida Dati ha respinto le accuse di incompetenza, attribuendo i problemi a “decenni di incuria” e annunciando una revisione nazionale delle misure di sicurezza nei musei francesi. Tuttavia, secondo il Times, la tensione resta alta: la direttrice del Louvre sarebbe stata fischiata dal personale durante un incontro successivo al furto, segno di un clima interno sempre più teso.
L’episodio non solo mette in discussione la sicurezza del museo più visitato al mondo, ma anche il dibattito politico sulla meritocrazia e le politiche di diversità nelle istituzioni culturali francesi.