
“Per crisi sanitarie ed ambientali come quella dei PFAS, la realtà va pensata con pragmatismo. I dati sono essenziali, ma insufficienti. Servono soluzioni, come un database delle alternative per passare dal vecchio – pericoloso e inquinante – al nuovo: dimostrando che l’Europa può guidare l’innovazione della chimica verso un futuro sicuro e sostenibile. Attenzione però: non serve una nuova piattaforma dati se le aziende possono ancora scegliere cosa raccontare – e cosa nascondere.” Lo ha dichiarato Cristina Guarda, eurodeputata dei Verdi, durante il dibattito in plenaria sulle sostanze chimiche.
“Serve trasparenza vera, nuovi investimenti nella ricerca indipendente e fondi per agenzie come ECHA, a cui si chiede di fare di più senza però darle le risorse. Il principio di precauzione non è un favore, ma è il minimo dovuto a chi ogni giorno respira, beve e mangia sostanze pericolose che non ha scelto. È il diritto di restare a vivere nella propria terra, tutelata e resa sana da politici che non aspettano i morti, per difendere la vita! I PFAS sono una lezione di umiltà. Ci ricordano che la politica senza scienza diventa propaganda. E chiunque dica il contrario probabilmente non ha visto soffrire le persone avvelenate da queste aziende,” ha concluso.