
Le ricerche subacquee, ordinate dalla Procura europea (EPPO) a Sofia (Bulgaria), hanno recentemente dimostrato che un allevamento di cozze finanziato dall’UE nel Mar Nero potrebbe essere solo sabbia.
L’indagine in corso riguarda un progetto per un allevamento innovativo di cozze nere coltivate (Mytilus galloprovincialis), finanziato nell’ambito del programma Affari marittimi e pesca 2014-2020 e situato nel Mar Nero, a sud-est di Capo Emine (comune di Nessebar, regione di Burgas).
Il progetto per la creazione dell’allevamento di mitili è stato approvato nel luglio 2020 nell’ambito di un accordo di sovvenzione con scadenza a settembre 2021. L’allevamento avrebbe dovuto iniziare le operazioni a luglio 2021. Un esperto dell’Istituto di Oceanologia di Varna è stato indicato come autore del progetto tecnologico, ma l’indagine ha dimostrato che l’esperto non lo aveva né preparato né firmato. A seguito di una richiesta di pagamento finale, un’ispezione in loco condotta nell’agosto 2021 dal Fondo statale “Agricoltura” ha riscontrato discrepanze tra l’attuazione dichiarata e quella effettiva del progetto. Gli ispettori hanno identificato solo quattro boe di confine che delimitano il sito, mentre le strutture sottomarine non hanno potuto essere verificate a causa della mancanza di attrezzature.
Su richiesta dell’EPPO, il 1° ottobre 2025 è stata effettuata un’ispezione del fondale marino , che copre un’area di 240.000 metri quadrati, da parte di investigatori e sommozzatori della Direzione Regionale della Polizia di Frontiera di Burgas (Главна дирекция “Гранична полиция), utilizzando droni sia subacquei che aerei. Tre boe di superficie sono state localizzate alle coordinate designate, mentre una risultava mancante. Le boe non erano interconnesse. Le riprese video subacquee non hanno rivelato alcuna traccia di infrastrutture associate a un allevamento di cozze, come corde, catene o tubi; sul fondale è stata osservata solo sabbia.
Per l’attuazione del progetto, il beneficiario ha ricevuto un importo di 280.230 € (548.075,16 BGN), di cui 210.160 € (411.038,37 BGN) dal Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca e il resto dal bilancio nazionale.
L’indagine è in corso, con il supporto della Direzione generale della Polizia nazionale (Главна дирекция “Национална полиция”).
Tutte le persone coinvolte sono presunte innocenti fino a prova contraria da parte dei competenti tribunali bulgari.
L’EPPO è la Procura pubblica indipendente dell’Unione europea. È responsabile delle indagini, del perseguimento penale e del rinvio a giudizio per i reati che ledono gli interessi finanziari dell’UE.
