
In occasione della celebrazione del trentennale dell’Ente Bilaterale Nazionale per l’Artigianato (EBNA), presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio, è stata presentata la seconda edizione del Bilancio Sociale della Bilateralità Artigiana, realizzata con il contributo scientifico della Fondazione Giacomo Brodolini.
Con oltre 197.000 prestazioni erogate per un valore di 176 milioni di euro, EBNA conferma il ruolo centrale della bilateralità artigiana come infrastruttura nazionale capace di sostenere imprese e lavoratori, promuovere coesione sociale e innovazione, e valorizzare il lavoro artigiano in tutto il Paese.
L’Agenparl ha intervistato Vincenzo Mamoli, Segretario Generale Confartigianato Imprese.
«Oggi siamo ad un evento importante, perché i 30 anni della bilateralità hanno un significato particolare. C’è una storia, ci sono dei valori, c’è una scelta lungimirante che è stata fatta, una scelta di responsabilità e di collettività, che credo siano alla base di un ragionamento che oggi ci porta a dire che il rapporto tra lavoro, artigianato come impresa, formazione e occupazione costituisce un filo conduttore di un processo.
Il mondo che noi rappresentiamo, insieme alle altre organizzazioni – il mondo che oggi a noi piace chiamare “dell’impresa a valore artigiano” – ha caratteristiche che conferiscono alla stessa un significato importante all’interno di una filiera che rappresenta l’eccellenza del Made in Italy e della competitività, dove il lavoro occupa un ruolo prioritario.
Si tratta di un lavoro basato sulle capacità dell’imprenditore di posizionarsi sui mercati, di competere e di costruire, all’interno dell’azienda, una collaborazione con i propri dipendenti, e, allo stesso tempo, di instaurare relazioni che si sviluppano all’interno della comunità e del territorio. Questi elementi rendono l’impresa a valore artigiano uno dei punti di forza dell’economia italiana e, come ci piace dire, rappresentano “l’Italia che fa l’Italia”.»