
In occasione della celebrazione del trentennale dell’Ente Bilaterale Nazionale per l’Artigianato (EBNA), presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio, è stata presentata la seconda edizione del Bilancio Sociale della Bilateralità Artigiana, realizzata con il contributo scientifico della Fondazione Giacomo Brodolini.
Con oltre 197.000 prestazioni erogate per un valore di 176 milioni di euro, EBNA conferma il ruolo centrale della bilateralità artigiana come infrastruttura nazionale capace di sostenere imprese e lavoratori, promuovere coesione sociale e innovazione, e valorizzare il lavoro artigiano in tutto il Paese.
L’Agenparl ha intervistato Monica Lucarelli, Assessora alle Attività Produttive, alle Pari Opportunità e all’Attrazione investimenti di Roma Capitale.
«Buongiorno a tutte e a tutti,
porto con piacere il saluto del Sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri, e dell’intera Amministrazione, che riconosce in questo appuntamento un momento di grande valore civile e politico.
L’incontro di oggi per festeggiare i vostri 30 anni, non è soltanto un’occasione per ripercorrere una storia, ma un invito a riflettere sul futuro del nostro modello sociale: su come continuare a tenere insieme lavoro, impresa e comunità, e su come aggiornare il patto tra chi produce e chi rappresenta il lavoro alla luce delle grandi trasformazioni che stiamo vivendo.
Parlare di bilateralità, infatti, significa parlare di dialogo sociale e di corresponsabilità. Significa ricordare che l’Italia, già dagli anni Settanta, ha saputo creare un modello unico nel suo genere, in cui la crescita economica e la tutela del lavoro non sono due poli opposti, ma due leve di progresso collettivo.
Quel modello, nato dal basso, dalle organizzazioni artigiane e sindacali, ha costruito una rete di solidarietà concreta e di welfare partecipato. Un sistema che, ancora oggi, rappresenta una delle architravi più solide del mondo del lavoro italiano.
E i numeri ce lo confermano: nel solo 2024, il vostro ente bilaterale ha erogato oltre 176 milioni di euro in prestazioni a favore di lavoratori e imprese. Di questi, 153 milioni di euro – circa l’87% del totale – sono andati direttamente ai lavoratori, a sostegno di bisogni fondamentali come la salute, la famiglia, la maternità, la formazione e il welfare familiare. Altri 23 milioni – il 13% – hanno invece sostenuto le imprese, accompagnandole nei processi di innovazione, sicurezza, transizione ecologica e digitale.
Sono dati che raccontano un sistema inclusivo, moderno e radicato nei territori, capace di rispondere con tempestività ai cambiamenti sociali e produttivi. Una rete che oggi raggiunge oltre 1,5 milioni di lavoratori e più di mezzo milione di imprese artigiane, attraverso 19 enti bilaterali regionali, 2 enti provinciali (Trento e Bolzano), l’EBNA e il FSBA, il Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato, che tutela il reddito nei momenti di crisi e sostiene la rioccupazione.
Questa storia di collaborazione tra parti sociali ci ricorda che il dialogo non è mai una perdita di tempo: è una forma di investimento. Investimento in stabilità, in fiducia, in sviluppo.
E Roma, come Capitale, condivide pienamente questa visione. Anche noi stiamo lavorando per costruire una città che sia un laboratorio di partecipazione e corresponsabilità, dove il pubblico e il privato, le imprese e i cittadini, le istituzioni e le rappresentanze sociali cooperano per un obiettivo comune: migliorare la qualità della vita e del lavoro.
Con il progetto “Impresa Comune”, ad esempio, abbiamo accompagnato quasi cento imprese romane a trasformarsi in società benefit, inserendo nei loro statuti finalità di beneficio comune accanto a quelle economiche. È un modo concreto per dire che competitività e responsabilità sociale non solo possono convivere, ma devono farlo.
E proprio come la bilateralità, anche Roma Capitale sta investendo nel legame tra innovazione, welfare e pari opportunità. Siamo stati tra le prime grandi amministrazioni italiane a ottenere la certificazione per la parità di genere, un traguardo che riconosce politiche eque in tutte le fasi del ciclo lavorativo, dall’assunzione alla carriera, dalla formazione alla conciliazione vita-lavoro. Non è un titolo formale: è un impegno quotidiano, che vogliamo estendere e promuovere anche tra le imprese e gli enti del territorio.
Perché la parità di genere è una condizione di giustizia e qualità organizzativa. È un elemento strutturale del welfare moderno e del futuro del lavoro. E la bilateralità, fondata sul principio di equilibrio e corresponsabilità tra le parti, ne incarna perfettamente lo spirito.
Viviamo in un’epoca di grandi trasformazioni: tecnologiche, ecologiche, demografiche.
L’intelligenza artificiale, la robotica, la sostenibilità ambientale stanno riscrivendo il concetto stesso di impresa e di occupazione. Ma se c’è una lezione che la bilateralità ci consegna è che nessuna innovazione ha senso se non produce coesione. Nessun progresso è autentico se non genera inclusione.
In questo scenario, la bilateralità può e deve essere una piattaforma di futuro: un luogo dove si incontrano formazione e welfare, diritti e competitività, lavoro e dignità. Un modello di governance condivisa che può ispirare anche le politiche pubbliche, soprattutto nelle grandi città.
Roma, ad esempio, sta lavorando per rafforzare la rete dei servizi di prossimità, con i Centri di Facilitazione Digitale, per sostenere i cittadini nel percorso di transizione digitale e ridurre il divario tecnologico. Un impegno che dialoga perfettamente con la missione degli enti bilaterali: rendere accessibili le opportunità, formare competenze, costruire cittadinanza economica e sociale.
Ecco perché guardiamo con grande attenzione al lavoro di EBNA e FSBA: perché rappresentano non solo un presidio di welfare, ma anche un laboratorio di innovazione sociale. Avete dimostrato che il sistema bilaterale non è un relitto del passato, ma una risorsa per il futuro: capace di adattarsi, di evolvere, di integrare nuovi strumenti e di rispondere ai bisogni del mondo del lavoro contemporaneo.
La storia della bilateralità è una storia di fiducia reciproca. E la fiducia è il vero capitale sociale di un Paese. In un tempo in cui il dibattito pubblico si fa spesso polarizzato, voi ci ricordate che il confronto, quando è onesto, può costruire valore condiviso.
Per questo, voglio ringraziare EBNA, FSBA e tutti i rappresentanti delle parti sociali qui presenti (CNA, Confartigianato, Casartigiani, CLAAI, insieme a CGIL, CISL e UIL) per il contributo straordinario che date ogni giorno alla coesione del Paese. Il vostro impegno nel sostenere i lavoratori e le imprese artigiane è una forma concreta di cittadinanza attiva e di responsabilità collettiva.
Roma Capitale sarà sempre al vostro fianco in questa sfida. Perché crediamo in un welfare che non sia solo redistribuzione, ma anche generazione di opportunità, educazione civica e valorizzazione del lavoro.
Concludo con un augurio che è anche una convinzione: che questa giornata non sia solo una celebrazione ma un ponte verso il futuro, un’occasione per rilanciare insieme un modello di collaborazione che continua a essere una delle più grandi ricchezze del nostro Paese.
Un futuro in cui la bilateralità resti una leva di coesione e innovazione, un presidio di uguaglianza e un esempio di come, quando il pubblico e il privato si ascoltano, l’Italia sa ancora costruire sviluppo e fiducia.
Grazie e buon lavoro a tutte e a tutti.»