
In occasione della celebrazione del trentennale dell’Ente Bilaterale Nazionale per l’Artigianato (EBNA), presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio, è stata presentata la seconda edizione del Bilancio Sociale della Bilateralità Artigiana, realizzata con il contributo scientifico della Fondazione Giacomo Brodolini.
Con oltre 197.000 prestazioni erogate per un valore di 176 milioni di euro, EBNA conferma il ruolo centrale della bilateralità artigiana come infrastruttura nazionale capace di sostenere imprese e lavoratori, promuovere coesione sociale e innovazione, e valorizzare il lavoro artigiano in tutto il Paese.
L’Agenparl ha intervistato Stefano Di Niola, Direttore dell’Ente Bilaterale Nazionale per l’Artigianato (EBNA).
«Stiamo lavorando molto bene con tutti i colleghi degli enti bilaterali delle 19 regioni e delle due province autonome di Trento e Bolzano, per costruire un sistema di welfare potenziato e meccanismi di accesso a questo welfare per i lavoratori e le lavoratrici del nostro comparto, dell’artigianato, e anche per le imprese.
Si tratta di sistemi che, da una parte, integrano strumenti tecnologici che velocizzano le possibilità di accesso alle prestazioni della nostra bilateralità; dall’altra, introducono numerose innovazioni nei contenuti delle nostre attività. Credo che questo sistema riesca complessivamente a rinnovarsi di anno in anno, attraverso nuove prestazioni, nuove modalità e nuove relazioni tra imprese e lavoratori, componendo un insieme capace di dare valore al comparto dell’artigianato.
Inoltre, stiamo mettendo in relazione le prestazioni della nostra bilateralità con indicatori economici utilizzati anche dalle istituzioni nella redazione, ad esempio, del Documento di Economia e Finanza e della sesta legge di bilancio dello Stato italiano, denominata BES – Benessere Economico e Sociale.
Questo ci consente di misurare concretamente l’impatto sulla vita delle persone, che rappresenta l’aspetto più importante per noi, siano esse lavoratrici, lavoratori o imprenditori.
Il futuro, quindi, è un futuro in cui, grazie alla misurazione che possiamo effettuare attraverso l’esposizione dei numeri all’interno del nostro bilancio sociale, riusciremo a valorizzare ancora di più i nostri strumenti, individuare le migliori direzioni da seguire e, eventualmente, lasciare indietro quelle che si sono rivelate meno utili per la vita delle persone che operano all’interno dei nostri sistemi.»