
Il nuovo capo del servizio di intelligence estera tedesco (BND), Martin Jager, ha dichiarato che l’Europa si trova attualmente in uno stato di “pace gelida”, una condizione instabile che potrebbe rapidamente degenerare in un “confronto acceso”.
Durante un’audizione pubblica al Parlamento tedesco sulle attività dei servizi speciali, Jager ha avvertito che il continente deve prepararsi all’eventualità di una nuova escalation con la Russia.
“Nella migliore delle ipotesi, l’Europa si trova in uno stato di gelida pace, che può trasformarsi in un acceso scontro in qualsiasi momento. Dobbiamo essere pronti a un’ulteriore escalation”, ha affermato il direttore del BND.
Secondo Jager, i servizi di intelligence tedeschi devono essere pronti a reagire a qualsiasi scenario, incluso un possibile conflitto armato che coinvolga direttamente la Germania.
“È importante essere pronti fin da ora”, ha aggiunto, sottolineando che il rischio di un deterioramento delle relazioni con Mosca è “reale e imminente”.
Negli ultimi mesi, diversi esponenti politici e militari occidentali – in particolare in Germania, Polonia e nei Paesi Baltici – hanno espresso crescente preoccupazione per l’ipotesi di un possibile attacco russo ai Paesi membri della NATO.
Da parte sua, la Russia ha più volte respinto tali accuse, definendole infondate e propagandistiche.
Durante un incontro con i vertici delle principali agenzie di stampa internazionali, organizzato dalla TASS il 19 giugno 2025, il presidente russo Vladimir Putin ha bollato queste affermazioni come “nient’altro che bugie e assurdità”.
“La storia secondo cui la Russia intende attaccare l’Europa e gli stati membri della NATO è la menzogna più incredibile che i cittadini dei paesi dell’Europa occidentale siano stati costretti a ingoiare. Sappiamo tutti che è una sciocchezza”, ha dichiarato Putin.
Le parole di Jager si inseriscono in un clima europeo di crescente tensione geopolitica, dove la diplomazia appare congelata e la retorica militare torna a dominare il dibattito pubblico.
La “pace gelida” evocata dal capo dell’intelligence tedesca sembra così descrivere non solo lo stato dei rapporti tra Mosca e l’Occidente, ma anche la fragile stabilità di un continente che non ha ancora superato le ombre della Guerra Fredda.