
(AGENPARL) – Mon 13 October 2025 *Cnpr forum, quale futuro per la professione del commercialista? *
*Gusmeroli: “Serve attrattività per i giovani”*
*Tommasi: “Sono un presidio di legalità”*
*De Bertoldi: “Garantire le riserve professionali a chi ha superato un
esame di stato” *
*Cuchel: “Sbagliato il richiamo ai lavoratori autonomi della legge 4/2013”*
“Il commercialista deve diventare una professione sempre più attrattiva,
soprattutto per i giovani, che rappresentano la risorsa su cui investire. È
fondamentale far comprendere il valore di questa figura professionale, che
tutela il risparmio delle famiglie ed è un partner strategico per gli
imprenditori, supportandoli sia nella gestione quotidiana dell’attività sia
nei momenti di difficoltà, come nelle crisi d’impresa. Si tratta di un
ruolo di grande responsabilità e rigore, che incide in modo determinante
sul tessuto economico e sociale del Paese”.
Sono le parole di *Alberto Luigi Gusmeroli*, presidente della Commissione
Attività Produttive della Camera dei deputati, nel corso del Cnpr Forum
speciale, promosso dalla Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti
contabili, presieduta da *Luigi Pagliuca*.
“L’Associazione Nazionale Commercialisti, attraverso i suoi iscritti,
svolge un ruolo particolarmente delicato nella nostra società – ha
sottolineato *Damiano Tommasi*, sindaco della città scaligera -, perché è
al fianco di famiglie e imprese. Una funzione spesso sottovalutata, ma che
rappresenta un presidio imprescindibile di legalità, contribuendo a
semplificare e favorire il dialogo tra cittadini e istituzioni. Il patto
sociale resta integro e solido solo se tutti sono messi nelle condizioni di
partecipare: è questo l’obiettivo comune su cui dobbiamo lavorare insieme.
È stato un onore ospitare a Verona un’organizzazione nazionale che riunisce
professionisti da tutta Italia, un’occasione di confronto e uno stimolo a
essere sempre all’altezza di eventi di questo livello”.
Sulla riforma della professione, recentemente approvata dal Consiglio dei
ministri, si è soffermato *Marco Cuchel*, presidente nazionale dell’Anc:
“Il ruolo delle professioni è e deve restare centrale e il governo con le
due leggi delega ha mostrato di voler rilanciare il nostro mondo. Abbiamo
visto che nella legge delega non condividiamo il richiamo ai lavoratori
autonomi della legge 4 del 2013 e c’è molto da fare con audizioni ed
emendamenti da riempire di contenuti che diano un vero rilancio alla
professione rendendola più appetibile e interessante. Purtroppo, la
proposta formulata dal consiglio nazionale è molto debole e incentrata
esclusivamente sull’art 25 per la modifica dell’elettorato. Questo è
inaccettabile, la nostra professione merita di più, bisogna concentrarsi
necessariamente su altri obiettivi”.
Secondo *Andrea De Bertoldi *(Commissione Finanze a Montecitorio) “il
governo sta lavorando anche sulla legge delega per la riforma delle
professioni, in Parlamento sarà necessario intervenire sui decreti
attuativi per apportare alcuni correttivi, come l’eliminazione del
riferimento alla legge 4 del 2013, che disciplina le professioni non
ordinistiche. Uno dei temi centrali per il futuro dei liberi professionisti
resta la tutela delle riserve professionali, che devono essere garantite a
chi ha superato un esame di Stato, è sottoposto a forme di controllo e
partecipa alla formazione continua”.
Nel corso del dibattito, moderato da *Anna Maria Belforte*, si è sviluppato
un serrato confronto tra gli addetti ai lavori: “L’Ordine dei dottori
commercialisti e degli esperti contabili di Milano esprime forte
perplessità sulla proposta di riforma elaborata dal Cndcec, poiché non
delimita in modo chiaro l’attività dei commercialisti, non ne offre una
definizione precisa e tende a proporre una visione elitaria della
professione. Noi riteniamo – ha evidenziato *Marcella Caradonna*, numero
uno dell’Odcec di Milano, nel corso del Cnpr Forum speciale -, invece, che
sia fondamentale valorizzare il ruolo del commercialista che, con un
rapporto fiduciario e diretto, affianca persone, imprese e famiglie nella
quotidianità. Esistono naturalmente percorsi di specializzazione, ma è
innegabile che durante la pandemia da Covid sia stato proprio il
commercialista tradizionale a sostenere concretamente il tessuto economico
del Paese”.
Secondo *Mario Civetta*, past president dell’Odcec di Roma, “siamo alla
vigilia di un momento che potrebbe rivelarsi epocale per la nostra
categoria, con una riforma capace di modernizzare e migliorare un
ordinamento che ha ormai bisogno di un vero restyling. I commercialisti
hanno evidenziato numerosi temi centrali, e ci auguriamo che il percorso
parlamentare possa tradursi in un reale passo avanti. Il nostro ruolo è
quello di trait d’union tra famiglie, imprese, istituzioni e fisco: da
sempre siamo al loro fianco, e proprio per questo dobbiamo avere la
capacità di evolvere, restando al passo con le nuove esigenze della società
e dell’economia”.
Per *Enrico Terzani*, presidente dei commercialisti e degli esperti
contabili fiorentini, “Il ruolo dei professionisti deve essere sempre
propositivo: non dobbiamo limitarci a ‘subire’ le decisioni del governo, ma
proporre soluzioni, alternative e riflessioni su ciò che non ha funzionato.
Un esempio è il concordato preventivo biennale, che non sembra aver
riscosso il successo auspicato. Il nostro compito è intervenire per
migliorare l’efficacia e renderlo più attrattivo, partendo dall’analisi
delle criticità. Si tratta di uno strumento nato con buone intenzioni, ma i
risultati dello scorso anno e di quello in corso non sono incoraggianti. È
necessario, quindi, combattere l’evasione fiscale attraverso soluzioni
diverse ed efficaci”.
*Giovanna Florio*, presidente dell’Anc di Verona ha ribadito che “le
professioni continuano a svolgere un ruolo centrale nel sistema economico.
Siamo fortemente impegnati nella gestione delle crisi d’impresa, un ambito