
(AGENPARL) – Thu 09 October 2025 *VULCANI | Uno studio rivela come poter migliorare la previsione delle
eruzioni*
*Studiare quanti terremoti di bassa magnitudo avvengono rispetto a quelli
più forti potrebbe aiutare a migliorare le previsioni delle eruzioni
vulcaniche*
[*Roma, 9 ottobre 2025*]
È stata pubblicata sulla rivista *Science Advances *la ricerca “*Earthquake
frequency-magnitude distribution at Mount Etna sheds light on magma ascent
in the volcano’s plumbing system” **curata da un team di ricercatori
dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)*. Lo studio
evidenzia come le previsioni delle eruzioni vulcaniche potrebbero essere
migliorate grazie all’analisi della relazione tra la quantità di terremoti
di bassa e di alta magnitudo.
Oggi i vulcani attivi in aree densamente popolate vengono monitorati
attraverso osservazioni geologiche e dati geofisici e geochimici che
forniscono informazioni sui movimenti del magma nella parte intermedia e
superficiale della crosta terrestre, mentre le fasi di ricarica in
profondità restano ancora poco conosciute. Questi dati consentono inoltre
di avere informazioni sull’attività vulcanica limitate perlopiù al breve
periodo.
*“**Studiare le variazioni nello spazio e nel tempo del cosiddetto b-value,
un parametro sismologico che descrive quanto spesso si verificano i
terremoti di bassa magnitudo rispetto a quelli più forti, può consentire di
investigare i movimenti del magma dalla crosta profonda fino alla
superficie*” ha spiegato Marco Firetto Carlino, primo autore della ricerca.
*Analizzando vent’anni di sismicità (2005-2024) registrata nell’area
dell’Etna, gli autori sono riusciti a distinguere le diverse fasi della
risalita del magma*: dalla ricarica nella crosta profonda (fino a circa 30
km al di sotto del livello del mare), al trasferimento e accumulo a
profondità intermedie, fino all’ascesa verso la superficie. I risultati
mostrano, inoltre, che *le variazioni di questo parametro potrebbero
anticipare di mesi i segnali geochimici legati alla risalita del
magma.* *“Questo
perché i terremoti rivelano nell’immediato i movimenti del magma in
profondità, mentre i gas, prima di essere rilevati in superficie, devono
attraversare diversi chilometri della crosta terrestre”* ha concluso Marco
Firetto Carlino.
*Link **allo studio**: *
https://www.science.org/doi/10.1126/sciadv.adx9873
*Link **utili**: *
Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
Osservatorio Etneo INGV – sezione di Catania
*Seguono immagini*
[image: Studio Etna Science Advances.jpg]
*Fig. -** Distribuzione spaziale degli ipocentri dei terremoti localizzati
nell’area etnea tra il 2005 e il 2024, con tre volumi sismogenici di
interesse evidenziati: superficiale (rosso), intermedio (giallo) e profondo
(blu). A destra sono riportate le variazioni nel tempo del parametro
b-value, che fornisce indicazioni sui movimenti del magma all’interno della
crosta terrestre.*
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*Ufficio Stampa / Press Office*
*Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia – INGV *
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