
(AGENPARL) – Tue 07 October 2025 RETAIL BAROMETER SEMESTRALE CONFIMPRESE-JAKALA
Stime chiusura ultimo trimestre 2025: consumi, crescita zero
Le previsioni di crescita dei consumi raccolte a inizio 2025 che prevedevano un aumento dell’1,7% entro la fine dall’anno sono state riviste al ribasso. I retailer prospettano l’ultimo trimestre a crescita zero con i conti economici sotto pressione a causa della marginalità che nel I semestre 2025 ha avuto un impatto negativo per la metà delle aziende con punte dell’80% per il comparto abbigliamento-accessori, tra i settori più colpiti con una previsione di chiusura anno a -2,3%, segno di acquisti sempre più mordi e fuggi con l’occhio sempre attento al portafoglio e alle offerte promozionali.
Sempre per il II semestre la ristorazione stima una flessione del -1%. Prospettive più rosee per altro retail a +1,8%.
Cala il numero degli scontrini, due terzi delle aziende riscontrano un andamento negativo delle vendite. Visite in negozio in flessione del -3,5%.
Necessario riflettere sulle strategie distributive e sulla gestione dei punti vendita: aperture selettive, chiusure o rilocazioni, accompagnate da programmi mirati a stimolare traffico e conversione
Milano, 7 ottobre 2025 – Le stime del Retailer Barometer Confimprese-Jakala su base semestrale ritoccano al ribasso per l’anno in corso quanto anticipato a inizio 2025: dal +1,7% delle previsioni fatte a inizio anno a 0% per l’ultimo trimestre del 2025 a parità di rete. Non c’è crescita nel retail. Lo afferma la base associativa Confimprese (500 brand, 100mila punti vendita, 1,2 milioni di addetti).
Le aziende di abbigliamento-accessori stimano una chiusura dell’ultimo trimestre a -2,3%, frutto quest’ultimo di un anno difficile per il comparto moda. Non da meno la ristorazione che prevede un -1%, mentre solo altro retail (casa-arredo, elettronica, telefonia, libri, cura persona e fitness) si aspetta di chiudere al +1,8%.
«Alla chiusura dei primi otto mesi 2025 – riflette Mario Maiocchi, direttore centro studi Confimprese – il trend appare ormai abbastanza consolidato. Nonostante l’inflazione sia sotto controllo, i consumatori mostrano un atteggiamento cauto, improntato al risparmio sugli acquisti discrezionali e alla prudenza in quelli di prima necessità. Cosa questa che frena i consumi e la possibilità di crescita. Volatilità e incertezza dominano il contesto economico e su questi fattori è necessario fare una riflessione per adottare misure, anche in sede istituzionale, che mirino a ripristinare il potere di spesa delle famiglie dopo l’erosione inflattiva degli scorsi anni».
Del resto, anche il mese di agosto non ha raggiunto i risultati sperati con un trend di fatturato del +1,0% su agosto 2024 a fronte di un periodo gennaio-agosto 2025 in calo del -0,4% sul 2024 in tutti i settori – effetto dei risultati peggiorativi dei primi mesi dell’anno (gennaio-aprile) –, in leggera risalita rispetto al -1,9% del I semestre ma pur sempre in campo negativo. La morsa della crisi, insomma, non allenta le maglie e, contrariamente a quanto si possa pensare sul mese vacanziero per eccellenza, i consumatori si mostrano tiepidi e fanno solo acquisti ragionati, nonostante i saldi partiti in luglio.
ANDAMENTO SCONTRINI E TRAFFICO IN STORE: ENTRAMBI IN FLESSIONE
È allarme anche su scontrini e traffico in store. Continua la riduzione del numero di scontrini, registrata specialmente nel settore abbigliamento e accessori, che non è stata sufficientemente compensata dall’aumento dello scontrino medio. Due terzi delle aziende riscontrano ancora un andamento negativo del fatturato nel progressivo gennaio-agosto 2025 vs gennaio-agosto 2024. Certo, nel corso dell’anno c’è stato un aumento ponderato dei listini pari al +1,4% (per abbigliamento-accessori del +2,1%), ma non abbastanza per riportare in crescita la marginalità, che ha avuto un impatto negativo per la metà delle aziende con punte dell’80% per il comparto abbigliamento-accessori.
Al calo del numero di scontrini si associa anche la flessione del numero delle visite in negozio pari al -3,5% lamentata dal 59% dei retailer su tutto il territorio nazionale trainato dalle regioni del Nord-Est e del Centro, che mostrano valori al di sotto della media Italia. Si rileva, inoltre, che i consumatori sono sempre meno disposti a percorrere una distanza considerevole dalla home location al punto vendita fisico.
Un’ultima nota riguarda due aspetti che incidono sui conti economici: i costi del personale giudicati in aumento dal 69% delle aziende, e i costi di struttura (affitti, servizi ecc.) giudicati in aumento dal 71%. A risentirne maggiormente è il settore abbigliamento-accessori, in cui il 100% dei retailer dichiara un aumento dei costi di struttura.
PREVISIONI E STIME DI CHIUSURA 2025: CRESCITA ZERO VEDI SOPRA
Se a inizio 2025 il contesto macroeconomico e geopolitico, nonostante le oggettive difficoltà e lo spettro dei dazi americani, la base associativa aveva stimato una crescita preliminare dei consumi pari al +1,7% per l’anno in corso, per il semestre le attese sono state riviste al ribasso con una previsione pari a 0%. Il contesto economico è debole, incerto e destinato a rimanere tale nel medio-lungo termine.
Alla luce di quanto sopra, si rende necessario riflettere sulle strategie distributive e sulla gestione dei punti vendita: aperture selettive, chiusure o rilocazioni, accompagnate da programmi mirati a stimolare traffico e conversione, migliorare l’esperienza in negozio e rendere l’offerta più in linea con le esigenze dei consumatori.
Tra le leve da azionare per attirare il consumatore in punto vendita vi è la spinta promozionale, ma il 55% delle aziende pensa di ridurla da qui a fine anno, soprattutto le il comparto abbigliamento-accessori e altro retail. Ma questa è un’arma a doppio taglio se si considera che solo il 6% dei consumatori dichiara di non essere attento a sconti e promozioni. Anzi, dato il ridotto potere d’acquisto e la rinuncia ai bene voluttuari a favore di quelli di prima necessità, la leva promozionale dovrebbe essere tenuta in maggiore considerazione dai retailer per fare battute di cassa e aumentare il numero di scontrini.
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Laura Galdabini
Ufficio Stampa Confimprese