
(AGENPARL) – Tue 07 October 2025 COMUNICATO STAMPA
ANCE, RAMPELLI (VPC-FDI): BASTA ZONIZZAZIONE, LA CITTA’ DEL FUTURO RIPARTA
DALLA PERSONA
“Il principio della zonizzazione ha fatto il suo tempo, parzialmente utile
nell’individuazione degli standard, ha tuttavia creato città-mostro. La
zona commerciale, quella industriale, quella direzionale o residenziale
-separate tra loro- hanno strappato l’anima alla città che, organizzando la
vita umana è, appunto, un organismo vitale che si deve fondare sulle
relazioni umane e non piegarsi sulle sue funzioni.
De profundis dunque per volumi, altezze, perimetri, stili senza identità e
imposti asetticamente portando il tessuto urbano alla degenerazione.
Importante parlare del futuro della città, altrettanto è discutere
sull’idea di città che deve esserne a monte, per strapparla agli stereotipi
tecnicistici e ripensarla come luogo insostituibile della comunità.
Sia la tanto evocata nuova legge urbanistica, come quella sulla
rigenerazione urbana hanno innanzitutto bisogno di trovare nella persona
umana il centro di ogni prescrizione, abbandonando approcci economicistici
e asfittiche visioni ipermoderniste.
Penso che lo strumento migliore sia una legge delega nella quale il
Parlamento scriva i criteri e i principi attorno ai quali il Governo dovrà
redigere le nuove norme.
La città, specialmente la sua periferia, deve dunque ritrovare la sua
anima, fatta di quartieri con i propri ‘centri storici’, portici, giardini
pubblici di prossimità, fontane, monumenti oltre che servizi. Per far
vivere insomma la comunità e dare spazio alle relazioni sociali la ‘città
nuova’ deve avere negozi sul piano strada, studi e uffici al primo piano e
dal secondo le abitazioni, manifestando così concretamente il concetto di
inclusione e partecipazione, ma anche quello di controllo di vicinato.
Dentro il palazzo ci potrà stare la corte interna dove giocano i bambini
con genitori e nonni che possono sorvegliarli dalle finestre. Altro grande
tema è quello del saldo zero. Certamente esistono zone intoccabili in
quanto patrimonio ambientale incedibile, ma ci sono invece zone degradate
il cui consumo significa “riqualificazione”. Lì non consumare terreno
significa conservare l’indecenza. Il saldo zero non può essere l’ennesimo
dogma illuminista. Infine, quando si parla di rigenerazione urbana occorre
avere il coraggio per applicarla attraverso la demolizione e ricostruzione
degli ecomostri realizzati negli anni ‘70, dormitori intensivi invivibili
che facevano contenti sia certo liberismo speculatore sia l’ossessione
comunista del controllo sociale. Passpartout per mortificare anche
l’identità culturale italiana, soppiantata da modelli globali sti figli del
pensiero unico.
Le periferie di tutto il mondo infatti sono brutte e si somigliano,
condizione mai verificatesi prima del secondo dopoguerra nella storia
dell’umanità. Il fattore identitario, ragione attrattiva per la nostra
nazione, deve essere riscoperto e ispirare le nuove città giardino verso
cui vorremmo protendere”. E’ quanto ha dichiarato il vicepresidente della
Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia intervenendo al
convegno organizzato dall’Ance La Città del Futuro presso la sala della
Regina.