
(AGENPARL) – Wed 24 September 2025 VULCANI | Il primo sguardo all’interno di un vulcano appena nato
Per la prima volta gli scienziati hanno ottenuto un’immagine
tridimensionale dell’interno di un vulcano monogenetico appena formato.
*[Roma, 24 settembre 2025]*
Lo studio “Seismic Tomography of a Newborn Volcano” è stato appena
pubblicato sulla rivista scientifica ‘Geophysical Research Letters’. A cura
dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), dell’Università
di Ginevra (Svizzera), dell’Institute for Science and Technology, Skoltech
(Moscow, Russia), dell’Instituto Volcanológico de Canarias (INVOLCAN) e
dell’Università di Granada (Spagna), la ricerca è stata condotta a La Palma
(una delle Isole Canarie, arcipelago spagnolo al largo della costa
nord-occidentale dell’Africa) subito dopo l’eruzione del 2021 e i risultati
offrono informazioni cruciali per capire come nascono e si evolvono i
vulcani.
Il 19 settembre 2021 ebbe inizio a La Palma una devastante eruzione
vulcanica che si protrasse per 85 giorni. Fu una delle più intense
registrate sull’isola negli ultimi secoli, con un impatto enorme sul
territorio e sulla popolazione. Allo stesso tempo, ha rappresentato
un’occasione unica per studiare la nascita, l’evoluzione e l’estinzione di
un vulcano: il Tajogaite.
“È stata una finestra irripetibile per osservare un vulcano appena nato, quando
le sue strutture interne sono ancora incandescenti e attive”, spiega Luca
D’Auria, Direttore del Área de Vigilancia Volcánica dell’INVOLCAN.
L’isola di La Palma, come molte altre aree vulcaniche del pianeta, è
caratterizzata da un vulcanismo monogenetico. Ciò significa che ogni
eruzione avviene in un punto diverso, dando origine a un nuovo cono
vulcanico, con morfologia più o meno complessa. Fino ad oggi, però, non
erano mai stati condotti studi di dettaglio sulla struttura interna di un
vulcano di questo tipo subito dopo la sua formazione.
L’indagine è stata resa possibile grazie all’utilizzo della tomografia
sismica dei terremoti locali che ha permesso di ricostruire un’immagine
tridimensionale dei primi 1500 metri al di sotto del vulcano, attraverso le
registrazioni di una rete di 17 stazioni sismiche temporanee installate nei
dintorni del cono subito dopo l’eruzione.
Questi strumenti hanno registrato migliaia di microsismi generati dai
processi di contrazione termica e dal movimento dei gas liberati dal magma
in raffreddamento.
“Grazie all’intelligenza artificiale siamo riusciti ad analizzare oltre
17.000 microsismi, distinguendo in modo automatico le onde sismiche utili”,
sottolineano i ricercatori.
La tomografia ha permesso di *ricostruire i modelli di velocità delle
diverse onde sismiche e il loro rapporto*. Quest’ultima misura è di
particolare interesse perché costituisce un eccellente indicatore della
temperatura e della presenza di fluidi.
I risultati mostrano che nelle zone superficiali il rapporto analizzato è
basso, segnalando rocce porose sature di gas o vapore; a maggiori
profondità, invece, il valore cresce, indicando la presenza di fluidi allo
stato liquido.
“Questa variazione ci racconta come la pressione influenzi lo stato dei
fluidi all’interno del vulcano: in profondità restano liquidi, mentre più
in alto passano allo stato gassoso”, spiega Sergio Gammaldi, ricercatore
dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV (INGV – OV).
Lo studio ha inoltre permesso di identificare il condotto magmatico
principale, la frattura attraverso la quale magma e gas sono risaliti
durante l’eruzione.
Si tratta della prima immagine così dettagliata dell’interno di un vulcano
monogenetico appena formato. I risultati evidenziano come si sviluppi
rapidamente il sistema idrotermale (acqua e gas sotterranei) di un giovane
edificio vulcanico e forniscono informazioni preziose per la previsione e
il monitoraggio delle eruzioni future, non solo a La Palma ma anche in
altre aree caratterizzate da attività vulcanica analoga.
“Studiare dall’interno un vulcano appena nato non è solo una sfida
scientifica: significa anche aumentare la nostra capacità di prevenire i
rischi in territori abitati da milioni di persone”, conclude Luca D’Auria.
Link allo studio: https://doi.org/10.1029/2025GL114932
Link utili
Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV)
Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
(INGV – OV)
Instituto Volcanológico de Canarias (INVOLCAN)
Università di Ginevra
Institute for Science and Technology, Skoltech
Università di Granada
[image: image.png]
Foto – Vista del vulcano Tajogaite durante la sua fase eruttiva all’inizio
di novembre 2021.
[image: image.png]
Immagine – Interpretazione dei risultati tomografici basata sulle anomalie
di Vs, Vp e Vp/Vs. L’immagine mostra il condotto che collega le parti più
profonde con quelle più superficiali. Intorno a 0,7 km di profondità si
trova il livello di degassamento, riconoscibile dal contatto tra valori
alti e bassi del rapporto Vp/Vs. Più in superficie, i fluidi si separano in
due percorsi: quelli ricchi di gas risalgono fino alla superficie, dando
origine alle fumarole, quelli ricchi di lava attraversano le zone con basso
Vp/Vs, da cui effettivamente viene emessa la maggior parte della lava.
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