
Mentre la Commissione Europea si prepara a presentare la proposta del Digital Networks Act (DNA), le organizzazioni e i gruppi della società civile firmatari desiderano riaffermare la loro preoccupazione collettiva per l’orientamento delle discussioni in corso nel settore delle telecomunicazioni europeo.
Siamo preoccupati per le continue richieste delle grandi compagnie telefoniche di introdurre, nella proposta del DNA, un meccanismo di risoluzione delle controversie per l’ecosistema di interconnessione di Internet. Queste proposte, avanzate per la prima volta da alcuni operatori nel 2022 come parte dei meccanismi di “Fair Share”, continuano a essere considerate nelle discussioni sul futuro del settore. L’obiettivo dichiarato dai grandi operatori è creare un regime di pagamento obbligatorio per i fornitori di contenuti e applicazioni (CAP), che dovrebbero corrispondere tariffe obbligatorie agli operatori per la consegna del traffico.
Noi ci opponiamo fermamente all’introduzione di tale meccanismo nel diritto UE, che rischierebbe di minare la neutralità della rete e i principi di Internet aperto. Gli effetti sarebbero immediati e di vasta portata, danneggiando i consumatori europei, le imprese, i diritti digitali e la sostenibilità dei settori creativi e culturali, con il rischio di un Internet frammentato e di compromettere il mercato unico.
Impatti economici e concorrenziali
- L’introduzione di tariffe di interconnessione aumenterebbe i costi, limiterebbe la scelta e l’accesso aperto alle informazioni.
- Sarebbero compromessi affordabilità, qualità e diversità dei prodotti e servizi digitali.
- Gli operatori europei subirebbero svantaggi competitivi, con prezzi di abbonamento più alti per i consumatori e minori investimenti nella creazione di contenuti.
- Si alzerebbero barriere all’ingresso per PMI, start-up, MVNO e altri attori più piccoli, rafforzando la posizione di pochi grandi operatori che sfruttano i monopoli di terminazione.
Il parere degli stakeholder e dei regolatori
Queste proposte hanno già ricevuto un chiaro rifiuto dalla maggioranza degli stakeholder in consultazioni pubbliche precedenti, a causa dei loro effetti controproducenti su consumatori, concorrenza, innovazione e neutralità della rete.
BEREC, l’organo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche, ha più volte evidenziato l’assenza di fallimenti di mercato che giustificherebbero un intervento regolatorio di questo tipo. Il mercato dell’interconnessione in Europa funziona in modo equilibrato, senza congestioni sistematiche o abusi, mentre un meccanismo di arbitrato permetterebbe ai grandi operatori di sfruttare monopoli di terminazione, danneggiando operatori più piccoli e i diritti dei consumatori.
Un appello ai decisori europei
L’Europa guida per valori e principi fondamentali promuovendo un mercato aperto e competitivo. Invitiamo quindi i legislatori UE a respingere qualsiasi intervento regolatorio che introduca pagamenti diretti o indiretti ai CAP, sia attraverso meccanismi obbligatori di risoluzione delle controversie, negoziazioni imposte o qualsiasi sistema che comporti tariffe per l’uso della rete.
Non vi è alcuna evidenza di fallimento di mercato né di necessità di riproporre il modello dei tempi della telefonia, che permetterebbe agli operatori incumbenti di sfruttare i loro monopoli di terminazione. Qualsiasi proposta deve seguire un processo trasparente e inclusivo, basato su evidenze disponibili, comprese le consultazioni pubbliche precedenti e le valutazioni di BEREC, dimostrando una chiara giustificazione per l’intervento regolatorio.