
Giovanni Fonnesu, Presidente del Comitato Scientifico della LILT Arezzo, disegna le strategie di azione della LILT locale. Sabina Rossi, Vice Presidente LILT Arezzo: “Giovanni sarà il nostro faro in un’azione capillare di divulgazione della prevenzione che stiamo portando avanti e continueremo a portare sul territorio”
Dr. Fonnesu, com’è giunto al ruolo di presidente del comitato scientifico di LILT Arezzo?
«Ho conosciuto Andrea Barbieri, presidente LILT Arezzo, e Sabina Rossi, vicepresidente LILT Arezzo, in occasione del progetto realizzato per la prevenzione dei tumori della pelle presso una importantissima azienda nel settore della moda nel nostro territorio e, considerando che durante il mio operato di Medico del Lavoro avevo già iniziato questa attività di prevenzione, ho accolto volentieri la richiesta del presidente Barbieri nella convinzione di poter agire in modo più strutturato e in collaborazione con eccellenze sanitarie.»
Qual è a Suo parere la rilevanza della prevenzione in senso scientifico-sanitario?
«È ormai noto a tutti che la prevenzione e la diagnosi precoce sono cardini della lotta contro le malattie oncologiche. È un dato di fatto che forme di controllo sanitario di grandi numeri di persone apparentemente sane e comunque asintomatiche non sono più presenti nel nostro sistema sanitario; penso, per esempio, al medico scolastico o alle visite svolte per il servizio di leva. Non spetta a me giudicare la bontà di queste scelte ma di fatto una persona che non abbia motivi contingenti per rivolgersi al medico può arrivare a 20-30 anni senza essere stata sottoposta ad alcun tipo di visita. Nello svolgimento della mia professione, con il semplice consiglio di effettuare una visita dermatologica in soggetti giunti alla mia osservazione e con un apparato tegumentario sospetto, contribuisco a diagnosticare due-tre casi di melanoma ogni anno e quindi ad effettuare trattamenti mirati. Le stesse considerazioni valgono per visite con ascoltazione del torace o della regione cardiaca nel corso delle quali abbiamo l’occasione di inviare agli specialisti del caso persone asintomatiche o in apparente benessere con visita sospetta per patologie polmonari o cardiache (valvolari in particolare) e che in assenza di visite preventive avrebbero scoperto di essere malate solo dopo aver sviluppato una sintomatologia e probabilmente con notevole ritardo nelle opportune terapie. Tutto questo dimostra che le azioni di prevenzione anche in persone in apparente benessere contribuiscono in maniera determinante a migliorare la qualità e la durata della vita.»
Si può incidere su questa situazione con una prevenzione concepita in veste di “welfare aziendale”?
«Certamente! È proprio questa la sfida, infatti è quanto intendo portare avanti nel ruolo di Presidente del Comitato scientifico della LILT di Arezzo. Quella che è possibile attuare in ambito di “welfare aziendale” è diventata forse l’ultima forma di prevenzione di massa praticabile in una popolazione giovane o relativamente giovane, grazie alla possibilità concreta di svolgere grandi numeri di visite nel rispetto delle specializzazioni di ognuno e tramite la collaborazione con vari specialisti, come già avvenuto con quelli di IDI IRCCS per la dermatologia, cui poter inviare i casi da accertare o da inquadrare compiutamente. L’operazione di prevenzione dermatologica messa in atto di recente è un brillante esempio di welfare aziendale.»
Se ne può immaginare in futuro un ampliamento e una diversificazione a più settori aziendali?
«Si tratta senz’altro di fare ogni sforzo in questa direzione. La formazione del Comitato scientifico di LILT Arezzo mi è sembrata l’occasione giusta proprio al fine di allargare l’operazione ad altre aziende, facendo qualcosa di più strutturato, che vada oltre l’empirica per quanto lodevole attività di un singolo medico del lavoro. Questa attività potrebbe consentire un rinnovato accesso alla prevenzione e a cure precoci anche a chi oggi, causa il continuo stato di crisi economica e i suoi effetti sulle fasce meno abbienti, tende ad escludere sé stesso o i propri familiari da prevenzione e terapie. Pensando alle patologie oncologiche, con operazioni di prevenzione e protezione rivolte al tumore della mammella nel campo dei tumori femminili o della prostata per quelli maschili, si comprende meglio l’importanza dell’argomento di cui stiamo trattando!»