
La nobiltà italiana, quella vera, si sta riorganizzando, per diverse ragioni:
• distinguersi dai troppi falsi nobili in circolazione (sopratutto online), denunciandone pubblicamente, falsificazioni e truffe, ove necessario anche alla competente magistratura;
• tutelare i propri patrimoni immobiliari e culturali (dimore storiche, archivi e opere d’arte), come ricchezza storica nazionale e affermazione di tradizioni e identità;
• riaffermarsi come elite tradizionale e classe dirigente, anche politica, a servizio della patria, ovvero dei territori e delle comunità locali, quanto dell’Italia intera, simbolicamente rappresentata dalle sue migliaia di torri e campanili, castelli e chiese.
A convergere su queste idee, intorno alla figura del principe Emanuele Filiberto, erede e capo della casa reale italiana, sono una galassia di gruppi e associazioni, fra queste le due certamente più importanti sono l’Istituto Araldico Genealogico Italiano (IAGI) del conte Pierfelice degli Uberti di Cavaglià e l’associazione culturale internazionale Aristocrazia Europea dei conti Guido Farneti Merenda Salecchi e Cesare Vernarecci di Fossombrone d’Anjou d’Auvergne.
Degli Uberti è il massimo esperto italiano di genealogia, diritto nobiliare, ordini cavallereschi e araldica, consulente e consigliere, in queste materie scientifiche complementari della storia, non solo dei Savoia, ma anche di altre importanti dinastie già sovrane come gli Asburgo e i Borbone, dell’Ordine di Malta (SMOM) e della Repubblica di San Marino.
Aristocrazia Europea ha invece oltre 1200 soci, la metà italiani, fra questi una cinquantina di dirigenti politici e amministratori locali di centodestra, ha una forte impostazione conservatrice, tradizionalista e patriottica, e solidi legami internazionali con analoghi gruppi identitari.
Ed Emanuele Filiberto di Savoia, impegnatissimo in un tour in tutta Italia, per promuovere le attività culturali caritatevoli dei suoi ordini cavallereschi, ovunque accolto da grande simpatia popolare, ha recentemente ribadito il suo interesse per la politica, dicendosi pronto a servire gli interessi nazionali.


