
Oggi abbiamo l’onore di accogliere un ospite di grande importanza per il panorama calcistico locale: il presidente del Brindisi Calcio, Giuseppe Roma.
Dopo una retrocessione dal sapore amaro, il Brindisi si trova a un bivio, costretto a ripartire dal campionato di Eccellenza. Questa non è solo una sfida sportiva, ma un vero e proprio banco di prova per il futuro del Club. Le vicende extra-calcistiche che hanno segnato la stagione precedente hanno richiesto un’azione decisa, un cambio di rotta per ripristinare la fiducia e la credibilità.
Il presidente Roma ci illustrerà il percorso che la società ha intrapreso per risolvere le pendenze del passato e per gettare le basi di un progetto solido e duraturo. Con la massima trasparenza, affronteremo questioni cruciali come i rapporti con gli ex tesserati e con il Comune di Brindisi, che hanno rappresentato i primi, delicati scogli da superare.
Ma l’intervista non si ferma alle questioni amministrative. Guarderemo anche al campo, per capire quali sono gli obiettivi sportivi della nuova stagione e come la società intende riaccendere l’entusiasmo della tifoseria, il vero cuore pulsante del Brindisi.
Domanda. Il Brindisi ricomincia dall’Eccellenza dopo una retrocessione segnata da vicende extracalcistiche. Che orizzonte si apre adesso per la squadra?
Giuseppe Roma. Ripartire dall’Eccellenza significa rimettere i piedi per terra dopo un colpo duro. La retrocessione non è stata il frutto del campo ma il risultato di una penalizzazione ereditata dal passato, che ha condizionato la competizione. È come iniziare una marcia in salita con uno zaino carico sulle spalle. Ora quello zaino lo abbiamo riposto e la sfida è riconquistare metro dopo metro la Serie D. Non ci illudiamo: l’Eccellenza è un campionato che non fa sconti e dove ogni campo, ogni avversario, ti misura col metro della fatica. Noi ci presentiamo con rispetto ma senza complessi. L’obiettivo è chiaro: tornare subito su, dimostrando con i fatti, e non con le parole, di meritarci di nuovo palcoscenici superiori. La fiducia della tifoseria ce la guadagneremo solo così: correndo, lottando e mantenendo la trasparenza che abbiamo promesso.
Domanda. Alcuni ex tesserati sostengono di non aver ricevuto quanto dovuto. Come risponde a queste contestazioni?
Giuseppe Roma. Se non avessimo chiuso i conti non avremmo potuto neppure presentare domanda di ripescaggio. E questa, più che una dichiarazione, è una prova concreta. La domanda non è stata accolta non per debiti ma per una questione di graduatorie e priorità. Oggi il Brindisi non ha pendenze: è una società pulita, solida, con basi economiche stabili. Il nostro vero capitale, però, non è solo nei bilanci: è nell’intesa tra i soci, nell’idea comune di costruire una reputazione che non si compra ma si conquista, giorno dopo giorno. Chi lavora con noi deve sentirsi protetto da questa solidità e partecipe di un progetto che vuole durare nel tempo.
Domanda. Sul fronte dei rapporti con il Comune, avete inserito il debito per l’utilizzo dello stadio nel piano di concordato, evitando trattamenti di favore. Che messaggio volete dare?
Giuseppe Roma. Abbiamo voluto dare un segnale netto: il Brindisi non chiede scorciatoie ma rispetto delle regole. Lo stadio è un bene della città, non una proprietà privata del club. Inserire il debito nel piano di concordato è stato un atto di responsabilità e di trasparenza. Significa dire ai cittadini: giochiamo a carte scoperte, non cerchiamo favoritismi. Il rapporto con il Comune è improntato alla normalità, che è già di per sé una conquista: collaborazione, regole chiare, nessuna ombra. È così che una squadra diventa davvero patrimonio collettivo, perché non pesa, non chiede privilegi, ma partecipa al destino della città con lealtà.
Domanda. Guardando al campo, quali sono gli obiettivi sportivi del Brindisi per la nuova stagione?
Giuseppe Roma. Abbiamo messo insieme uno staff tecnico e dirigenziale che sa lavorare in armonia. L’obiettivo non è galleggiare ma recuperare ciò che abbiamo perso. La squadra ha qualità ma il vero pericolo sarebbe credere di avere la strada spianata. L’Eccellenza, se la sottovaluti, ti punisce più della Serie D. Per questo parliamo di sacrificio, di disciplina, di umiltà: non sono parole di circostanza ma le uniche chiavi per uscire dal labirinto. Non c’è un ascensore che ti porta in alto: bisogna risalire gradino dopo gradino accettando che la fatica è parte integrante del viaggio.
Domanda. Il Brindisi non è solo una squadra di calcio, ma un simbolo per la città. Quali iniziative prevedete per rafforzare il legame con i tifosi e il territorio?
Giuseppe Roma. Il calcio a Brindisi non può essere vissuto come un club chiuso, con pochi dentro e molti fuori. È un segno identitario, un brand della città che deve appartenere a tutti. Noi lo immaginiamo come una piazza aperta: vogliamo coinvolgere scuole, associazioni, quartieri, perché ogni voce si riconosca nel progetto. I tifosi non sono spettatori ma protagonisti: per questo puntiamo su politiche di prezzi accessibili e su iniziative che li facciano sentire parte attiva. Il calcio è una forma di appartenenza e il nostro compito è alimentarla. Non basta vincere una partita: bisogna costruire una comunità che, guardando al Brindisi, veda se stessa.