
(AGENPARL) – Tue 09 September 2025 Ufficio Stampa / Press Office
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TERREMOTI | In Svizzera una “finestra” sulla faglia per studiare
da vicino gli eventi sismici
Un tunnel parallelo a una faglia naturale è stato appena costruito nel laboratorio
sotterraneo BedrettoLab dell’ETH di Zurigo, nelle Alpi Svizzere, con l’obiettivo di
studiare come si origina, si propaga e si arresta un terremoto. Questa nuova
“finestra” per studiare da vicino i terremoti permetterà lo sviluppo di
un’infrastruttura unica al mondo, con l’installazione di sistemi di osservazione
all’avanguardia
[Roma, 9 settembre 2025]
Il Politecnico Federale di Zurigo (ETH) ha costruito una nuova galleria lunga
120 metri presso il suo BedrettoLab, un laboratorio di ricerca sotterraneo
ubicato nel Canton Ticino (Svizzera). Il nuovo tunnel si sviluppa parallelamente
a una zona di faglia naturale accuratamente selezionata per condurre gli
esperimenti previsti dal progetto FEAR (Fault Activation and Earthquake
Rupture), finanziato dal Consiglio Europeo della Ricerca (ERC, nell’ambito dei
progetti Synergy) con 14 milioni di euro e finalizzato a dare una risposta a due
dei quesiti più importanti e ancora irrisolti della sismologia: cosa accade poco
prima dell’inizio di un terremoto? E cosa ne provoca l’arresto?
Grazie alla vicinanza del tunnel alla faglia selezionata, i ricercatori potranno
studiare in dettaglio come un terremoto si forma in un determinato punto
di una faglia e come si propaga lungo di essa fino a esaurire la propria
energia. Usando dei sistemi di osservazione innovativi e installando diversi tipi
di sensori, il gruppo di ricerca del progetto FEAR, che comprende oltre all’ETH
anche l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia di Roma (INGV) e
l’Università di Aachen (Germania), sta studiando in che modo si muovono le
faglie per comprendere meglio i terremoti e i processi di generazione delle onde
sismiche responsabili dello scuotimento del terreno durante un evento sismico,
con l’auspicio di ampliare i limiti della prevedibilità dei terremoti.
A tale scopo, il gruppo di ricerca internazionale creato dal progetto FEAR ha
sviluppato numerose collaborazioni anche con altre Università in Svizzera,
Italia, Germania, Francia e USA.
Un osservatorio in corrispondenza di una faglia unico nel suo genere
Il team di FEAR ha scavato numerosi pozzi per raggiungere la faglia, installare
sistemi di osservazione e studiare i terremoti alla sorgente. Gran parte di essi
permette di monitorare i processi all’interno del volume di roccia
circostante la faglia; altri servono a iniettare acqua utilizzata per innescare
piccoli terremoti. Dotati di una vasta gamma di sensori, questi pozzi formano
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una rete di monitoraggio all’avanguardia e unica al mondo collocata
direttamente sulla faglia selezionata.
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I sensori lì presenti hanno una sensibilità adeguata a rilevare piccoli movimenti
generati da eventi sismici di magnitudo -5 (un valore negativo della magnitudo
Richter) e misureranno parametri fondamentali come la pressione dei fluidi
nelle fratture e le variazioni delle deformazioni.
Durante gli esperimenti di simulazione su larga scala che sta approntando il team
di FEAR, nella zona della faglia saranno iniettate centinaia di metri cubi di acqua
ad alta pressione: l’aumento della pressione del fluido che ne deriva riduce la
resistenza (l’attrito) sui piani di faglia, indebolendoli e agevolandone lo
slittamento. Questa riduzione dell’attrito può innescare un movimento di faglia e,
quindi, un terremoto.
«L’osservatorio sulla faglia è il tassello mancante del puzzle dello studio dei
terremoti», dichiara il Prof. Domenico Giardini, uno dei quattro coordinatori del
progetto FEAR. «Disponiamo di eccellenti reti di monitoraggio in tutto il mondo.
Tuttavia, gran parte di loro è collocata sulla superficie, e quindi a molti chilometri
di distanza dal punto di origine dei terremoti. Inoltre, anche i pochi sensori nei pozzi
si trovano normalmente solo in prossimità delle zone di faglia, non al loro interno».
Innescare un terremoto di magnitudo 1
Nei prossimi esperimenti il gruppo di ricerca di FEAR ha intenzione di
generare un sisma di magnitudo 1: un valore ben inferiore alla soglia di
percezione umana (che si colloca intorno a una magnitudo 2.5 in superficie), ma
pur sempre in grado di produrre forti movimenti del suolo a pochi metri dalla
faglia.
I ricercatori possono sfruttare l’approfondita esperienza accumulata negli ultimi