
In una conferenza stampa congiunta con il ministro degli Esteri ungherese Péter Szijjártó, il presidente della Repubblica Serba (RS), Milorad Dodik, ha lanciato un duro attacco contro l’Unione Europea e l’amministrazione statunitense, accusandole di distruggere l’Accordo di Dayton e di imporre un’occupazione della Bosnia ed Erzegovina.
Dodik ha definito la Bosnia-Erzegovina come “un paese con un problema e un caso” creato da “uffici remoti” e ha ringraziato l’Ungheria per il suo “ampio supporto” e la sua volontà di dialogare senza imporre decisioni dall’esterno.
Accuse di “ipocrisia” e la minaccia dell’indipendenza
Secondo Dodik, l’Accordo di Dayton, che ha garantito l’esistenza della RS, è stato distrutto da “precedenti amministrazioni americane (soprattutto democratiche)” e dalla “burocrazia di Bruxelles” che, a suo dire, sostengono solo la parte musulmana della Bosnia. Il presidente della RS ha criticato l’Alto rappresentante Christian Schmidt, descrivendolo come un “individuo tedesco” che impone leggi al di fuori del parlamento, paragonandolo addirittura a Hitler. Ha affermato che questa “occupazione moderna” mira a creare uno “stato musulmano” nel cuore dell’Europa, a scapito dei serbi e dei croati.
Dodik ha ribadito che la Bosnia-Erzegovina non è mai stata un desiderio per il popolo serbo e ha avvertito che, se le ingiustizie continueranno, la RS prenderà “molto rapidamente una decisione sull’indipendenza”. Ha definito la sua gente “combattenti per la libertà” e ha chiesto il sostegno di amici come l’Ungheria.
Critiche all’Europa e l’elogio di Trump
Nel suo lungo intervento, Dodik ha anche espresso forti critiche all’intera Unione Europea, definendola “una comunità corrotta” che “mente da 30 anni” sulla sua intenzione di costruire una Bosnia-Erzegovina unitaria. Ha espresso la sua frustrazione per la dipendenza economica dell’Europa dagli Stati Uniti e ha lodato l’ex presidente americano Donald Trump per il suo approccio nei confronti dell’UE, che considera “qualcosa di marginale”.
Il leader serbo ha concluso il suo discorso esortando l’Europa a comportarsi in modo coerente con i suoi stessi principi, a rimuovere Schmidt e l’Ufficio dell’Alto rappresentante (OHR) e a rispettare la legge. Ha concluso sottolineando il forte legame di amicizia tra l’Ungheria e la Repubblica Serba, un’amicizia che, a suo avviso, è indiscutibile.