(AGENPARL) - Roma, 4 Settembre 2025Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha duramente criticato l’approccio dell’Unione Europea nei Balcani occidentali, sostenendo che Bruxelles sta replicando gli “stessi errori fallimentari” commessi in Ucraina. La dichiarazione è arrivata dopo un incontro con il presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik.
Secondo Szijjarto, l’atteggiamento dell’Occidente è caratterizzato da “prediche, minacce e sanzioni”, un approccio che l’Ungheria non condivide. Il ministro ha ribadito il rispetto del suo Paese per la sovranità delle nazioni balcaniche e dei loro leader democraticamente eletti.
La crisi in Bosnia-Erzegovina
La posizione di Szijjarto si inserisce nel contesto della crescente tensione in Bosnia-Erzegovina. Dodik, il cui mandato come presidente è stato interrotto dalla Commissione elettorale centrale a seguito di una condanna, ha annunciato un referendum sulla fiducia per il 25 ottobre.
La condanna di Dodik a sei anni di carcere e l’interdizione dalla politica sono state confermate dalla Corte d’appello della Bosnia-Erzegovina per il suo rifiuto di conformarsi alle decisioni dell’Alto Rappresentante Christian Schmidt. La legittimità di Schmidt, nominato senza l’approvazione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, è contestata dalla leadership della Republika Srpska, dalla Russia e dalla Cina.
Il quadro politico del Paese è stabilito dagli Accordi di Dayton, che dividono la Bosnia-Erzegovina in due entità principali: la Federazione Musulmano-Croata e la Republika Srpska. La complessa struttura di governance, che prevede una rappresentanza proporzionale delle tre principali etnie, è resa ancora più complicata dal ruolo controverso dell’Alto Rappresentante.
