
In una nota ufficiale, la Missione OSCE in Bosnia-Erzegovina ha ribadito la sua posizione sulla crisi politica in corso, sottolineando che “la salvaguardia dell’ordine costituzionale e dello stato di diritto non è negoziabile”. La dichiarazione, rilasciata dopo la decisione della Commissione elettorale centrale (CEC) di indire elezioni anticipate per il presidente della Repubblica Serba (RS) il prossimo 23 novembre, ribadisce la fondamentale importanza di questi principi per la stabilità e la democrazia del Paese.
La missione ha espresso il suo pieno sostegno alla CEC nell’adempiere al suo mandato legale, evidenziando il ruolo centrale delle istituzioni elettorali indipendenti. “Il rispetto delle decisioni definitive e vincolanti delle istituzioni giudiziarie ed elettorali competenti è fondamentale per garantire la stabilità istituzionale e la fiducia del pubblico”, si legge nel comunicato.
L’appello a tutti gli attori politici
L’OSCE ha invitato tutti gli attori politici a garantire che l’intero processo elettorale si svolga in modo pacifico e ordinato, in conformità con il quadro giuridico nazionale e gli standard internazionali. “Qualsiasi azione volta a interrompere o esercitare un’influenza illecita sui processi elettorali è contraria agli obblighi giuridici di tutti gli attori pubblici e rappresenta un rischio significativo per la stabilità dello Stato”, ha sottolineato la Missione.
La dichiarazione dell’OSCE arriva in un momento di forte scontro tra le istituzioni centrali e la leadership della Repubblica Serba, con il presidente Milorad Dodik che ha contestato la legittimità delle azioni della CEC e annunciato un referendum in risposta. L’OSCE ha concluso il comunicato ribadendo il suo impegno a sostenere la Bosnia-Erzegovina nel rafforzare la governance democratica e lo stato di diritto, a beneficio di tutti i suoi cittadini.