
Il primo ministro uscente della Repubblica Srpska, Radovan Višković, ha annunciato che si aspetta la conclusione della procedura per l’elezione del nuovo primo ministro all’inizio di settembre. In un’intervista al programma “Aktuelno”, Višković ha dichiarato che l’Assemblea nazionale voterà sulle sue dimissioni a breve, per poi procedere con la nomina del nuovo Primo Ministro designato.
Un mandato tra crisi e “protettorato”
Nel ripercorrere i suoi sei anni di mandato, Višković ha sottolineato le numerose sfide affrontate, definendo il 2019 l’unico anno “normale”. Ha citato la pandemia di Coronavirus, la crisi economica e la guerra in Ucraina come fattori che hanno pesantemente influenzato la regione.
Tuttavia, il tema più delicato affrontato da Višković è stato il ruolo di Christian Schmidt, l’Alto Rappresentante. Il primo ministro uscente lo ha definito un “turista” che agisce in modo illegale, non avendo ottenuto l’approvazione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. Višković ha criticato aspramente l’ingerenza di Schmidt, definendola “più di un protettorato” e mettendo in discussione la necessità di spendere soldi per le elezioni se poi un’autorità esterna può imporre le proprie leggi.
Critiche alle nuove normative
Višković ha espresso forte preoccupazione per le nuove leggi introdotte da Schmidt, in particolare per la criminalizzazione del “rovesciamento dell’ordine costituzionale”. A suo avviso, la formulazione è talmente vaga che chiunque potrebbe essere accusato di un reato. Ha anche criticato la validità delle leggi pubblicate su un portale online anziché sulla Gazzetta Ufficiale, definendo la situazione un’assurdità che richiede ai cittadini di “monitorare costantemente il sito web dell’OHR”.