
Alla vigilia di uno degli incontri più delicati della crisi ucraina, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha ribadito la sua posizione: la possibilità di fermare immediatamente la guerra dipende da Volodymyr Zelensky. Scrivendo su Truth Social, Trump ha affermato che “il presidente ucraino Zelensky può porre fine alla guerra con la Russia quasi immediatamente, se lo desidera, oppure può continuare a combattere”, indicando così che le condizioni per la pace sono già state messe sul tavolo.
Lo scenario dei colloqui
Lunedì, Zelensky incontrerà Trump alla Casa Bianca, sostenuto da una folta delegazione di leader europei – tra cui Keir Starmer, Emmanuel Macron, Friedrich Merz, Giorgia Meloni, Alexander Stubb, Ursula von der Leyen e Mark Rutte – intenzionati a far valere la prospettiva europea nei negoziati di pace.
Ma il vertice si apre in un clima di forte disaccordo transatlantico. Da una parte, l’Unione Europea ribadisce la necessità di rispettare il diritto internazionale e di non accettare concessioni territoriali alla Russia. Dall’altra, Trump insiste sulla necessità di arrivare rapidamente a un accordo politico che chiuda il conflitto, senza passare per un cessate il fuoco “fragile e temporaneo”.
Crimea, NATO e concessioni
Trump ha chiarito che non ci sarà alcun ritorno indietro sulla Crimea, considerata ormai persa dal 2014, e che l’ingresso dell’Ucraina nella NATO non è previsto. “Alcune cose non cambiano mai”, ha scritto, richiamando la risposta “flebile” dell’amministrazione Obama all’occupazione russa otto anni fa.
Secondo indiscrezioni, il presidente russo Vladimir Putin avrebbe proposto una pace immediata in cambio della cessione dell’intero Donbass, garantendo un impegno scritto a non attaccare più l’Ucraina o altri Paesi europei. Tuttavia, questa offerta contrasta con la linea europea: nessun territorio in più oltre a quello già occupato militarmente può essere concesso a Mosca.
Le posizioni di Kiev ed Europa
Zelensky, da parte sua, continua a rifiutare l’ipotesi di scambi territoriali, ricordando che la costituzione ucraina proibisce di cedere terre sovrane. Rimane però aperto il dubbio se questa fermezza sia una posizione negoziale tattica o una linea rossa invalicabile.
Parallelamente, l’UE ha riaffermato che “i confini internazionali non devono essere modificati con la forza” e che la Russia non può avere un diritto di veto sull’integrazione europea e atlantica dell’Ucraina. Bruxelles e Kiev insistono inoltre sul fatto che un cessate il fuoco sia il prerequisito indispensabile per qualsiasi negoziato.
Una pace difficile
Mentre a Washington si prepara l’incontro decisivo, la guerra continua. Attacchi aerei russi hanno colpito durante la notte diverse città ucraine, causando almeno sette vittime. Zelensky, poche ore prima del vertice, ha accusato Putin di usare la violenza come strumento di pressione politica: “La macchina da guerra russa continua a distruggere vite nonostante tutto… la guerra deve finire, ed è Mosca che deve sentire la parola: ‘Stop’.”
Nonostante i leader europei tentino di presentarsi uniti, le divergenze strategiche con la Casa Bianca emergono chiaramente. Trump punta a un accordo pragmatico, anche a costo di concessioni territoriali, mentre l’Europa insiste su principi di diritto internazionale e sicurezza collettiva. La Russia, intanto, mantiene la sua strategia di oscillare tra aperture e richieste massimaliste, con l’obiettivo di guadagnare tempo e vantaggi sul campo.
Il vertice odierno alla Casa Bianca potrebbe quindi segnare una svolta nei rapporti tra Washington, Kiev ed Europa – oppure mettere ancora più in luce le fratture tra gli alleati.