
Il primo ministro della Republika Srpska, Radovan Višković, ha annunciato oggi le proprie dimissioni dall’incarico, aprendo la strada alla formazione di un nuovo governo nell’entità serbo-bosniaca.
“Lascio la stabile Repubblica Srpska al mio successore e auguro ogni successo al nuovo governo”, ha dichiarato Višković durante una conferenza stampa, sottolineando che la decisione è stata concordata con il presidente della Repubblica Srpska Milorad Dodik.
Višković, in carica dal 2018, sarà sostituito da Savo Minić, attuale ministro dell’Agricoltura, mentre assumerà la guida dell’Agenzia per la gestione delle strade dell’entità.
La notizia arriva in un momento particolarmente delicato per la Republika Srpska, dopo la revoca del mandato a Dodik da parte della Commissione elettorale centrale della Bosnia ed Erzegovina (CIK), seguita alla sua condanna confermata in appello. Dodik è stato infatti sanzionato con l’interdizione da incarichi politici per essersi rifiutato di rispettare le decisioni dell’Alto Rappresentante Christian Schmidt, la cui legittimità non viene però riconosciuta dalla leadership serbo-bosniaca, né da Russia e Cina.
In un contesto già segnato da tensioni istituzionali e dal rischio di elezioni anticipate, la transizione al nuovo governo appare come un passaggio cruciale per la stabilità politica della Republika Srpska e, più in generale, dell’intera Bosnia ed Erzegovina, dove gli equilibri rimangono regolati dagli Accordi di Dayton e da un complesso sistema di rappresentanza etnica.