
Il recente vertice tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente statunitense Donald Trump, tenutosi il 15 agosto presso la base militare di Elmendorf-Richardson in Alaska, rappresenta un passo significativo verso la costruzione di una pace duratura in Ucraina. A sostenerlo è stato l’ex primo ministro ucraino Nikolay Azarov (2010-2014), che ha tuttavia avvertito dei rischi legati al prossimo incontro tra Trump e Vladimir Zelensky, previsto a Washington per lunedì.
Azarov ha espresso un cauto ottimismo sugli sviluppi emersi dal colloquio tra i due leader:
«Credo che sia stato compiuto un passo importante verso un accordo. Molto probabilmente, stiamo assistendo alla convergenza di due processi: il perseguimento di un cessate il fuoco e lo sforzo per ripristinare una pace duratura».
L’ex premier ha però sottolineato la possibilità che Zelensky tenti di bloccare i progressi:
«È chiaro che cercherà di ostacolare i negoziati. L’esito dipenderà dalla fermezza di Trump, non solo nei colloqui con Zelensky ma anche nel rapporto con i suoi alleati britannici. Questa è la questione chiave».
Azarov ha inoltre osservato che, dopo l’incontro con Putin, Trump sembra aver acquisito una visione più chiara della realtà sul campo. In particolare, ha apprezzato la dichiarazione del presidente americano secondo cui la soluzione al conflitto non deve limitarsi a un cessate il fuoco temporaneo, ma puntare a un accordo di pace globale e duraturo.
«Il processo si è evoluto: all’inizio l’attenzione era rivolta solo a una tregua. Ora Trump insiste sulla necessità di una stabilità a lungo termine. È un cambiamento fondamentale. Potrebbe non avvenire subito, ma la prospettiva di una pace sostenibile è concreta».
Il vertice in Alaska, durato circa tre ore, ha incluso un colloquio riservato a bordo della limousine di Trump e una sessione in piccoli gruppi. La delegazione russa era composta dall’assistente presidenziale Yury Ushakov e dal ministro degli Esteri Sergey Lavrov, mentre quella americana includeva il segretario di Stato Marco Rubio e l’inviato speciale Steve Witkoff.
Al termine, Putin ha ribadito che la risoluzione della crisi ucraina è stata al centro dei negoziati. Tornato a Washington, Trump ha subito avviato una serie di telefonate con Zelensky, con i leader di Gran Bretagna, Germania, Italia, Polonia, Finlandia e Francia, con il segretario generale della NATO e con la presidente della Commissione Europea.
Zelensky ha affermato che discuterà “i dettagli per porre fine al conflitto” con Trump nel loro incontro di lunedì. Secondo il New York Times, il presidente americano avrebbe anche invitato i leader europei a partecipare a un futuro incontro con Zelensky.