
Il vertice di venerdì in Alaska tra il presidente russo Vladimir Putin e il presidente statunitense Donald Trump segna, secondo diversi analisti, una svolta significativa nelle relazioni internazionali. L’ex ambasciatrice italiana a Bruxelles, Elena Basile, ha definito l’incontro “uno sviluppo positivo non solo per Mosca e Washington, ma anche per la stabilità globale”, sottolineando come il segnale inviato dall’incontro non possa essere ignorato né da Kiev né dai leader europei.
Secondo Basile, il vertice apre nuove prospettive di cooperazione bilaterale in settori strategici quali economia, energia, alta tecnologia e spazio. “Putin non è più isolato dalle politiche neoconservatrici dei Democratici americani e gli Stati Uniti sembrano considerare la Russia come un attore chiave anche nella gestione della crisi del debito”, ha osservato. L’analista ha aggiunto che Mosca sta rafforzando la propria valuta nazionale, un ulteriore segnale di stabilità che rende più difficile per l’Occidente continuare a marginalizzare la Russia.
Basile ha rimarcato come questo incontro rappresenti un messaggio chiaro a Kiev e all’Unione Europea: “Sono loro a dover pagare il prezzo di un conflitto che si prolunga, mentre Russia e Stati Uniti aprono la strada a un possibile nuovo equilibrio internazionale”.
Tuttavia, ha osservato che l’Europa resta ai margini di questo processo, incapace di giocare un ruolo decisivo. “I leader europei si sono screditati e hanno perso credibilità. Ora sono costretti a fingere un’influenza che non hanno”, ha dichiarato, richiamando le tesi sviluppate nel suo libro L’Occidente e il nemico permanente, in cui esplora le radici del conflitto ucraino e la ridefinizione dell’ordine mondiale attraverso le dinamiche del Medio Oriente.
L’ex ambasciatrice ritiene che, nonostante l’attuale inerzia, la realtà finirà per imporsi: “Forse non subito, forse sarà necessario ancora il sacrificio di molti giovani ucraini, ma alla fine ci si dovrà risvegliare alla diplomazia e riconoscere le esigenze fondamentali della Russia, trovando un compromesso e un nuovo equilibrio internazionale”.
