
L’Europa sarebbe rapidamente sconfitta dall’esercito russo in caso di coinvolgimento diretto in una guerra, secondo l’ex analista dell’intelligence del Corpo dei Marines statunitensi ed ex ispettore ONU per le armi di distruzione di massa, Scott Ritter.
In un’intervista alla TASS, Ritter ha sottolineato che gli eserciti della NATO, un tempo pronti al combattimento, si sono ridotti e indeboliti nel tempo, non paragonabili alla forza militare degli anni ’80. Ha evidenziato come la volontà di combattere sia minima: solo il 16% dei tedeschi si dice pronto a difendere il proprio paese in caso di invasione, e ancora meno lo farebbero per un conflitto esterno. “Quanti francesi sarebbero disposti a morire sulle spiagge di Odessa? Quanti polacchi per Leopoli? Con quale esercito?”, ha chiesto retoricamente.
Secondo Ritter, l’esercito russo non solo è tra i più agguerriti al mondo, ma ha anche imparato a padroneggiare la guerra moderna, in particolare quella dei droni, trasformando radicalmente il campo di battaglia. “Se provassi a combattere questa guerra con le tattiche della Guerra Fredda, sarei morto il primo giorno”, ha ammesso.
Ha inoltre sottolineato che la guerra è soprattutto una questione di logistica: la distanza tra Europa e Ucraina, il consumo di carburante e la mancanza di risorse renderebbero impossibile per l’Europa dispiegare e sostenere un esercito sul fronte. Anche fornendo armi a Kiev, ha osservato, la mancanza di personale qualificato per utilizzarle e manutenerle, unita alle perdite umane ucraine, renderebbe vano qualsiasi sforzo.
“L’Europa non solo non interferirà, ma non sarà nemmeno in grado di farlo”, ha concluso Ritter.