
(AGENPARL) – Mon 11 August 2025 COMUNICATO STAMPA | 11 AGOSTO 2025
UNAT Alto Garda e Ledro: analisi sul turismo proveniente dai Paesi arabi
TRENTO. Negli ultimi giorni, il dibattito pubblico sul turismo proveniente dai Paesi arabi ha spesso superato l’obiettivo di descrivere in maniera oggettiva questo segmento di ospiti e il loro impatto sulle imprese locali. Si sono alternate opinioni personali, esperienze soggettive di singole aziende e considerazioni basate più su sensazioni che su dati concreti. Per offrire una fotografia più professionale e fondata, Unat, l’associazione degli albergatori di Confcommercio, ha condotto un’indagine tra i propri associati e raccolto informazioni attraverso il proprio Osservatorio turistico provinciale.
Dall’indagine emerge un quadro generale, frutto della media delle risposte e delle segnalazioni ricevute che non pretende di essere definitivo, ma sicuramente descrive una situazione più oggettiva, pur considerando che esperienze personali e dirette di qualche singolo operatore possono descrivere una situazione diversa.
Il turismo a Riva del Garda
Riva del Garda accoglie un turismo composto per l’85% da visitatori stranieri, con circa 100 nazionalità rappresentate, ma non tutte rilevate singolarmente sotto il profilo statistico. Negli ultimi due anni, la presenza di turisti provenienti da Paesi arabi è risultata nella percezione collettiva più evidente, non tanto per il numero di arrivi – ancora inferiore alla soglia di rilevazione statistica – quanto per la loro visibilità in città, dovuta a usi e costumi poco comuni tra gli altri ospiti, in particolare per l’abbigliamento. Questo può generare la percezione di una presenza numericamente più rilevante di quanto sia in realtà.
L’attenzione e talvolta la diffidenza verso questi visitatori, ricordano dinamiche già vissute in passato, come negli anni ’60 con l’arrivo dei primi capelloni e delle prime minigonne, negli anni ’80 con i surfisti o negli anni ’90 con i biker e i climbing: gruppi distinti per abitudini e stili di vita, diversi da quelli a cui la località era abituata, inizialmente accolti con pregiudizio perché portatori di modelli culturali diversi. Novità di mercato che hanno anche all’epoca alimentato dibattiti e fiumi di parole dimenticate con il passare del tempo e il cambiamento dei costumi, degli uni-turisti, degli altri-locali.
Negli ultimi anni, la presenza araba a Riva del Garda era legata quasi esclusivamente a eventi fieristici o congressuali. Un tipo di ospite, quello business, abituato a viaggiare per il mondo e a rapportarsi con culture differenti. Non sono pertanto stati mai oggetto di discussione o di particolare attenzione. Oggi, invece, si tratta principalmente di turisti leisure, attratti dalla località al pari di altri visitatori internazionali, senza che vi siano state azioni promozionali mirate sul mercato arabo. Il flusso è alimentato soprattutto da presenze spontanee, per questo meno “discutibili”, nel senso che se arrivano le prenotazioni e non sono frutto di un’azione specifica che le ha provocate non c’è molto da fare. In realtà, in altre circostanze questo sarebbe un risultato da benedire.
Il profilo del turista arabo
Sotto il termine generico “turisti arabi” si raggruppano visitatori provenienti da Paesi diversi – tra cui principalmente Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Kuwait, Egitto, Iraq, Marocco e Bahrain. Popoli che anche fra loro hanno tradizioni e comportamenti diversi ed eterogenei. La maggioranza di questi nostri turisti, statisticamente, proviene comunque da Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti.
Questi turisti spesso visitano l’Italia con un itinerario che tocca grandi città come Roma, Firenze o Venezia, per poi fare tappa sul lago di Garda, con una permanenza media di 2-3 giorni, prima di proseguire verso mete alpine – in particolare Val Gardena, Val Pusteria e Val di Fassa, per quanto riguarda la nostra regione.
Viaggiano prevalentemente in coppia, ma non mancano nuclei familiari numerosi, anche di 5/7 persone che in vari casi scelgono appartamenti oltre che alberghi, anche di categoria media. Quindi non sono solo turisti per i grandi alberghi, che pure ci sono. Le prenotazioni avvengono quasi sempre in autonomia, tramite portali come Booking.com, senza intermediazione di tour operator.
Sulla capacità di spesa non è possibile generalizzare: se alcuni soggiornano in strutture di fascia alta, non per questo la loro spesa complessiva è superiore alla media. Spesso si concentrano sul costo del pernottamento, mostrando minor propensione alla spesa in negozi, ristoranti o attività locali, anche per motivi culturali che limitano il consumo di cibi e bevande tipici. Non conoscono le nostre marche e non hanno i nostri modelli di consumo. In alcuni casi, tendono a richiedere adattamenti nei servizi – come orari dei ristoranti o modalità di utilizzo delle camere – sulla base delle proprie abitudini. Questo cozza contro il modello lavorativo assunto negli alberghi.
I rapporti con gli operatori
Le difficoltà segnalate dagli operatori nel trattare questi turisti, sono indubbiamente riconducibili alle differenze culturali: scarsa attenzione alla sostenibilità, barriere linguistiche, modalità di pagamento, ridotto interesse per le proposte turistiche locali e interazioni a volte complesse con altri ospiti e con il personale. Al contempo, si rileva una carenza di conoscenza reciproca: molti di questi turisti arabi non sono informati sulle regole e consuetudini locali, mentre le aziende non sempre dispongono di strumenti per accoglierli al meglio. In questo senso, alcuni operatori suggeriscono la creazione di materiali informativi specifici.
Dall’indagine emerge che la maggioranza delle imprese non considera prioritario investire in azioni dirette per attrarre questo mercato, ritenendo sufficiente concentrarsi sui bacini turistici tradizionali. Solo una minoranza è disposta a valutare adeguamenti strutturali e di servizio per accogliere meglio la clientela araba.
In sintesi, i turisti arabo-tipo che visitano Riva del Garda:
provengono da Paesi diversi del Medio Oriente e Nord Africa;
non hanno tutti gli stessi comportamenti;
sostano 2-3 giorni, provenendo da grandi città italiane, per poi spostarsi verso località di montagna;
viaggiano autonomamente, con macchine a noleggio, prenotando online;
spendono con attenzione, prediligendo ospitalità varia (hotel di diverse categorie e appartamenti);
presentano abitudini e richieste spesso differenti dagli standard locali;
ad oggi statisticamente non hanno numeri significativi del mercato turistico della città.
Unat e Confcommercio continueranno a monitorare il fenomeno attraverso il proprio Osservatorio turistico, con l’obiettivo di fornire dati oggettivi e strumenti di analisi utili agli operatori per interpretare al meglio l’evoluzione del turismo internazionale a Riva del Garda.
dott. Walter Filagrana