
Il Ministero degli Esteri tedesco ha chiesto a Israele di fornire spiegazioni chiare e trasparenti sulla recente uccisione di giornalisti nella Striscia di Gaza, definendo l’episodio “assolutamente inaccettabile” alla luce del diritto internazionale umanitario.
Durante un briefing a Berlino, un portavoce del ministero ha sottolineato che, se Israele sostiene che l’attacco fosse mirato a una singola persona, deve chiarire perché siano rimasti uccisi anche altri cinque operatori dei media. “Chi commette simili azioni deve spiegare in modo chiaro e aperto perché erano necessarie. Questo finora non è avvenuto”, ha dichiarato.
Il rappresentante ha ribadito che il governo tedesco sostiene la protezione dei giornalisti, e che Israele deve assicurare che gli operatori dell’informazione possano lavorare “liberamente e in sicurezza” nella zona di conflitto.
Secondo i dati forniti, dall’inizio della guerra tra Israele e Hamas nell’ottobre 2023, 200 giornalisti sono stati uccisi a Gaza, un numero definito “totalmente inaccettabile”.
L’emittente qatariota Al Jazeera ha riferito che quattro suoi dipendenti — i giornalisti Anas al-Sharif e Mohammed Kreika, e due cameraman — sono morti in un attacco israeliano vicino all’ospedale Al-Shifa. Successivamente, un altro operatore della rete è stato aggiunto alla lista delle vittime, portando il bilancio a cinque membri di Al Jazeera tra i sette morti complessivi.
Secondo le autorità israeliane, l’operazione ha preso di mira Anas al-Sharif, accusato di essere un dirigente di Hamas responsabile di attacchi missilistici contro civili e militari israeliani. L’esercito ha affermato che l’uomo “si spacciava per un giornalista di Al Jazeera” per coprire le sue attività militari.