
(AGENPARL) – Thu 07 August 2025 Se non leggi correttamente questo messaggio, clicca qui
LA QUADRERIA DI PALAZZO DUCALE: una nuova pubblicazione racconta il tesoro pittorico del palazzo dei dogi
Scrigno di capolavori e custode della lunga storia della Serenissima Repubblica di Venezia, Palazzo Ducale è tra i musei più conosciuti e visitati in Italia. Ma con ancora nuove pagine da scrivere e raccontare.
Centro del potere politico, amministrativo, giuridico, nonché residenza dei dogi, il palazzo ha accolto nel corso dei secoli numerose opere d’arte non sempre legate a funzioni istituzionali. Molti di questi dipinti decoravano in passato ambienti poi dismessi, oppure provenivano da altre sedi istituzionali, da lasciti o donazioni.
Tra gli aspetti storico artistici da riscoprire, il nuovo libro dedicato a La Quadreria di Palazzo Ducale, (Scripta Edizioni) curato da Daniele D’Anza ed Elena Marchetti, storici dell’arte e conservatori di Palazzo Ducale, ricostruisce e restituisce la tradizione espositiva secondo cui, a fianco degli apparati decorativi “istituzionali”, presentava anche dipinti da cavalletto, provenienti da collezioni private. Un allestimento oggi fruibile negli ambienti della Sala della Quarantia Criminale, della Sala del Magistrato alle Leggi e della Sala dei Cuoi, che espone un nucleo di opere fiamminghe, riferendosi alla loro secolare presenza Palazzo. Tra queste, l’unica superstite attestata già nella pubblica fruizione del 1615: la Visione apocalittica ricondotta ad anonimo seguace di Bosch.
Fonti storiche documentano la presenza, in tempi diversi, di opere firmate da grandi maestri quali Paolo Veneziano, Giovanni Bellini, Tiziano, Jacopo Tintoretto, Paris Bordon, Jheronimus Bosch, e molti altri. Sebbene una parte di questi capolavori sia oggi purtroppo dispersa o confluita in altre collezioni museali, un nucleo importante si conserva ancora in Palazzo Ducale.
La prima sezione del libro analizza la prassi, poco nota ma fondamentale, dell’acquisizione e della trasformazione del patrimonio artistico della sede dogale. Un’attenta indagine archivistica e bibliografica permette di ricostruire una straordinaria galleria di opere databili tra il XIV e il XVIII secolo.
Il volume raccoglie una ricca selezione di immagini in alta definizione e una dettagliata schedatura delle opere tuttora conservate all’interno del Palazzo. Tra queste spiccano capolavori come la Pietà di Giovanni Bellini o il Cristo deriso di Quentin Metsys, esempio superbo delle relazioni culturali della Serenissima con il resto d’Europa, oppure il celebre Leone di San Marco di Vittore Carpaccio e la tela di Giambattista Tiepolo Venezia riceve da Nettuno le ricchezze del mare. Composizioni allegoriche che, oltre al loro valore estetico, incarnano lo spirito e la potenza simbolica dell’antica Repubblica.
Un nuovo capitolo nella grande storia di Palazzo Ducale.COMUNICATO STAMPA
Informazioni per la stampa
Fondazione Musei Civici di Venezia
Chiara Vedovetto
con Alessandra Abbate
http://www.visitmuve.it/it/ufficio-stampa
Con il supporto di
Studio ESSECI, Sergio Campagnolo
Roberta Barbaro
Simone Raddi
Palazzo Ducale
San Marco 1
30124 Venezia
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