
Dopo la condanna a un anno di carcere e l’interdizione dai pubblici uffici inflitta a Milorad Dodik dal Tribunale di Stato della Bosnia-Erzegovina, l’Alleanza dei Socialdemocratici Indipendenti (SNSD) ha reagito con fermezza, rifiutando la sentenza e lanciando un appello all’unità politica nella Repubblica Srpska.
In una dichiarazione riportata da RTRS, l’SNSD ha definito il verdetto come il prodotto di un ordine politico e di un’azione extraistituzionale proveniente dagli uffici dei rappresentanti internazionali e da forze politiche bosniache. Il partito sostiene che si tratti di un attacco diretto alla Costituzione, all’Accordo di Dayton, e, in particolare, alla Republika Srpska, le sue istituzioni e i suoi cittadini.
Per questo motivo, l’SNSD ha proposto la convocazione urgente di una sessione straordinaria dell’Assemblea Nazionale della RS e la formazione di un governo di unità nazionale. Il partito ha invitato tutte le forze politiche della Republika Srpska a superare le divergenze e a unirsi contro qualsiasi tentativo di interferenza esterna nei processi democratici dell’entità.
“Tutte le divergenze politiche tra i partiti devono essere superate per difendere congiuntamente il diritto dei cittadini della Republika Srpska a eleggere liberamente i propri rappresentanti, senza interferenze esterne”, si legge nella dichiarazione ufficiale.
Il partito ha ribadito che Milorad Dodik rimane il presidente dell’SNSD, nonostante la sentenza, e ha annunciato che la loro risposta non sarà il caos, bensì un’azione politica organizzata, volta a difendere la posizione costituzionale della Republika Srpska all’interno della Bosnia ed Erzegovina.
La proposta dell’SNSD, dunque, mira a rafforzare il fronte interno, riaffermare la sovranità dell’entità e coordinare l’azione all’interno delle istituzioni statali della Bosnia-Erzegovina, riservandosi però il diritto di riconsiderare la partecipazione qualora venga compromessa la posizione della Republika Srpska.