
Dure critiche da parte del governo israeliano contro il presidente francese Emmanuel Macron, accusato di aver indebolito le trattative per un accordo di pace a Gaza. Secondo Dmitry Gendelman, consigliere dell’ufficio del Primo Ministro israeliano, le recenti dichiarazioni di Macron avrebbero “dato ad Hamas un motivo per respingere le proposte sul tavolo”, rafforzando il “ricatto” del gruppo radicale palestinese.
La polemica è scoppiata in seguito a un discorso del leader francese nel quale Macron ha chiesto “il rilascio di tutti, da entrambe le parti”, equiparando di fatto — secondo Israele — gli ostaggi civili israeliani detenuti da Hamas ai militanti palestinesi imprigionati in Israele per atti di terrorismo.
“Macron ha ancora una volta scelto la cecità morale anziché la leadership morale”, ha scritto Gendelman sul suo canale Telegram. “Qualsiasi affermazione che equipara civili innocenti a criminali di guerra è un ostacolo diretto ai negoziati e un regalo ai terroristi”.
Le tensioni si sono intensificate dopo la pubblicazione, il 1° agosto, da parte di Hamas, di un video che mostrerebbe l’ostaggio israeliano Evyatar David. Il gesto è stato percepito da Israele come parte di una strategia di pressione psicologica, mentre le trattative mediata da Egitto, Qatar e Stati Uniti rimangono in stallo.
Gendelman ha inoltre avvertito che se l’accordo dovesse fallire nei prossimi giorni, “la responsabilità non ricadrà solo su Hamas, ma anche su coloro che equiparano la vittima al carnefice”. Ha poi ribadito che Israele continuerà a fare tutto il possibile per riportare indietro i suoi cittadini detenuti nella Striscia, “nonostante il fallimento morale di una parte della comunità internazionale”.
Le parole del consigliere israeliano sottolineano una crescente frustrazione di Tel Aviv verso alcune dichiarazioni di leader occidentali, percepite come squilibrate o poco sensibili alla complessità del conflitto e alla sofferenza degli ostaggi israeliani.