
WASHINGTON – La Casa Bianca ha diffuso giovedì sera l’elenco completo delle nuove tariffe commerciali che entreranno in vigore da domani, venerdì 7 agosto. L’annuncio arriva in seguito alla firma da parte del presidente di un ordine esecutivo che impone dazi su un ampio spettro di partner commerciali globali, in quello che è stato definito un ulteriore passo aggressivo della sua agenda protezionistica.
Le nuove tariffe oscillano da un minimo del 10% a un massimo del 41%. Secondo i dettagli pubblicati, la Siria sarà colpita dall’aliquota più alta, pari al 41%, mentre il Brasile beneficerà dell’aliquota più bassa, al 10%, nonostante una precedente dichiarazione che ipotizzava una tariffa del 50%.
Una delle misure più tecniche ma rilevanti riguarda l’Unione Europea. Secondo quanto dichiarato da Jacob Jensen, analista di politica commerciale dell’AAF, in un post su X:
“Unione Europea: merci con aliquota del dazio della colonna 1 > 15% → 0%. Unione Europea: merci con aliquota del dazio della colonna 1 < 15% → 15% meno aliquota del dazio della colonna 1”.
In altre parole, per alcune categorie di prodotti europei, le nuove tariffe si tradurranno in un azzeramento dei dazi esistenti, mentre per altre si prevede un ricalcolo con aumenti netti.
Secondo Associated Press, l’ordine esecutivo è stato firmato poco dopo le 19:00 di giovedì. “L’ordinanza arriva dopo giorni intensi di negoziati commerciali tra Washington e numerosi partner internazionali”, si legge nel report, evidenziando come la Casa Bianca stia cercando di concludere accordi bilaterali prima della scadenza autoimposta del presidente per l’attuazione delle tariffe.
Un alto funzionario dell’amministrazione, parlando in forma anonima, ha specificato che alcune delle tariffe saranno implementate in fasi successive, per consentire una “armonizzazione” del nuovo programma tariffario e per garantire il tempo necessario agli operatori economici di adattarsi.
Il caso del Brasile è emblematico: nonostante Trump avesse precedentemente annunciato un dazio del 50%, l’ordine firmato giovedì contempla solo il 10%, poiché il restante 40% rientrerebbe in un pacchetto separato di misure firmato mercoledì.
Queste nuove mosse della Casa Bianca potrebbero avere impatti significativi sulle catene di approvvigionamento globali, già sotto pressione per le tensioni geopolitiche e i costi di trasporto elevati. Economisti e analisti monitorano ora attentamente le possibili reazioni dei Paesi colpiti e le eventuali contromisure che potrebbero innescare nuove dispute commerciali.