
Il primo ministro britannico Sir Keir Starmer ha dichiarato martedì che il Regno Unito intende riconoscere ufficialmente la Palestina come Stato a settembre, in occasione della prossima Assemblea generale delle Nazioni Unite, a meno che Israele non adotti misure “sostanziali” per migliorare la situazione a Gaza.
La decisione di Starmer arriva in risposta alle crescenti pressioni interne da parte dei deputati del partito laburista di sinistra e di alcuni membri del suo stesso gabinetto, tra cui il vice primo ministro Angela Rayner e i ministri Yvette Cooper, Shabana Mahmood, Ed Miliband, Lisa Nandy e Wes Streeting. La mossa segue l’esempio della Francia, che ha annunciato la stessa intenzione la scorsa settimana, mentre altre nazioni europee come Norvegia, Irlanda e Spagna hanno sostenuto la creazione di uno Stato palestinese nei mesi precedenti.
In una dichiarazione ufficiale rilasciata da Downing Street e riportata dal Times di Londra, Starmer ha motivato la scelta con l’aggravarsi della situazione a Gaza e la progressiva erosione delle prospettive di una soluzione a due Stati, definendo la situazione “sempre più intollerabile” e sottolineando la necessità di un “processo di pace a lungo termine”.
Il primo ministro ha precisato che il riconoscimento sarà sospeso solo qualora Israele prenda impegni concreti, come il cessate il fuoco, la fine delle annessioni in Cisgiordania e un serio dialogo verso la pace. Starmer ha inoltre chiarito che non vi è equivalenza tra Israele e Hamas, richiedendo che quest’ultimo rilasci tutti gli ostaggi, firmi un cessate il fuoco e disarmi.
L’annuncio ha però suscitato dure reazioni da parte del governo israeliano, che ha respinto la dichiarazione definendola una “ricompensa per Hamas” e un danno agli sforzi di pace e al rilascio degli ostaggi.
Questa presa di posizione del Regno Unito avviene in un momento di tensioni interne per il partito laburista, con l’ex leader Jeremy Corbyn che ha appena fondato un nuovo partito di estrema sinistra con una forte piattaforma pro-Gaza.
La mossa di Starmer rappresenta un cambio significativo nella politica estera britannica e potrebbe influenzare ulteriormente il dibattito internazionale sulla questione israelo-palestinese.