
(AGENPARL) – Tue 29 July 2025 *La Regione esprime parere negativo sul disegno di legge sull’energia
nucleare: “In Umbria niente scorie né centrali a fissione, la transizione
energetica si farà con le rinnovabili”*
(aun) – Perugia, 29 luglio 2025 – La Regione Umbria ha espresso parere
negativo sullo schema di disegno di legge recante “Delega al governo in
materia di energia nucleare sostenibile” nell’ambito della consultazione
telematica sulla convocazione della Commissione Ambiente, Energia e
Sostenibilità (CAES). Il parere, in coerenza con le posizioni già espresse,
è motivato dalle persistenti criticità non risolte e dal mancato
recepimento di quasi tutte le richieste avanzate da Anci e dalle Regioni.
Sul testo si sono espresse con parere contrario tutte le regioni in
commissione tecnica e in commissione politica.
“È inaccettabile anche solo pensare a una centrale nucleare o un
deposito di scorie sul territorio umbro. Il governo addirittura vorrebbe
far decidere ai privati dove realizzarle, esautorando completamente ogni
comunità. Siamo pronti ad impugnare la legge ricorrendo in via diretta al
giudizio di legittimità della Corte Costituzionale – dichiara l’assessore
regionale all’ambiente e all’energia Thomas De Luca – il governo può stare
sereno: in Umbria la transizione energetica si farà con idroelettrico,
fotovoltaico ed eolico. Esautorazione dei territori che trova il suo apice
addirittura nella mancata previsione di compensazioni ambientale per i
territori interessati, fermo restando che la dignità non può essere
monetizzata”.
Tra le prime motivazioni del no della Regione Umbria al disegno di
legge, il mancato recepimento di ogni emendamento di ANCI e delle altre
regioni, comprese quelle di centrodestra. Il Ddl non prevede
l’individuazione di criteri e modalità per il coinvolgimento delle regioni
nella scelta dei siti per gli impianti nucleari e per lo smaltimento delle
scorie. La bocciatura dell’emendamento che proponeva l’intesa con le
regioni e le province autonome è un segnale palese di voler esautorare i
territori da tali decisioni.
È stato respinto l’emendamento volto a coniugare l’iniziativa privata
con la pianificazione energetica regionale. Questo costituisce un
“gravissimo grado di esautorazione dei territori anteponendo l’interesse
privato a quello pubblico”, una fattispecie che “potrebbe costituire, de
facto, una violazione dell’art. 41 della Costituzione”. È chiaro che,
secondo l’attuale formulazione del Ddl, le decisioni cruciali sulla
localizzazione e gestione degli impianti nucleari rischierebbero di essere
affidate in gran parte a interessi privati, a scapito della pianificazione
pubblica e del controllo territoriale.
Assenza di misure compensative e valutazioni ambientali. Non è stata
accolta la proposta di Anci per definire misure compensative per i
territori interessati. Inoltre, sono state respinte le richieste per
definire percorsi di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e per
l’implementazione di sistemi di monitoraggio ambientale.
Nessuna distinzione tra tipi di nucleare e mancanza di dibattito
pubblico. Il testo non distingue tra fissione e fusione, ignorando le
“considerevoli differenze in termini di sicurezza e di impatto ambientale”
e non considera minimamente neanche la tecnologia dei sali fusi di torio.
Questo rende ancora più inaccettabile la prospettiva di un impianto a
fissione. Inoltre, sono state respinte le proposte volte a inserire il
dibattito pubblico per il coinvolgimento degli enti territoriali e dei
portatori di interesse nella localizzazione degli impianti.
Per tutte queste ragioni, la Regione Umbria esprime un parere contrario
e ribadisce la sua ferma opposizione a questa proposta di legge, che non
tutela adeguatamente i territori e i cittadini. La Regione Umbria
continuerà a promuovere le fonti energetiche alternative, come
idroelettrico, fotovoltaico ed eolico.