
L’accordo commerciale negoziato tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen sta agitando profondamente i vertici dell’Unione Europea. Definito da alcuni come un passo pragmatico per evitare una guerra commerciale transatlantica, e da altri come una resa incondizionata di Bruxelles a Washington, l’intesa si è rivelata un vero e proprio test di Rorschach per i leader europei.
Il patto prevede l’acquisto da parte dell’UE di 750 miliardi di dollari di energia statunitense, centinaia di miliardi in armamenti USA e investimenti per 600 miliardi in imprese americane, in cambio di una tariffa base del 15% sulle importazioni europee negli Stati Uniti. Nonostante il consenso iniziale dei vertici europei, l’accordo dovrà ora essere ratificato da tutti i 27 Stati membri, aprendo la strada a dibattiti e possibili battute d’arresto.
Le reazioni in Europa: tra spaccature e polemiche
La Francia si è mostrata il fronte più critico. Il primo ministro François Bayrou ha definito l’intesa “un giorno buio” per l’Europa, accusando Bruxelles di essersi “sottomessa”. A ruota, anche Jordan Bardella (Rassemblement National) e François Ruffin (Nuovo Fronte Popolare) hanno denunciato l’accordo come una vergogna per la sovranità europea, chiedendo le dimissioni della von der Leyen.
Dall’altra parte, la premier italiana Giorgia Meloni ha accolto con favore il compromesso, sottolineando la necessità di evitare un’escalation commerciale con gli Stati Uniti. Anche il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha lodato l’accordo, in particolare per la riduzione delle tariffe sulle auto tedesche, ritenendolo “di massima importanza” per l’economia export-oriented della Germania.
Più critico, ma meno bellicoso, il primo ministro ungherese Viktor Orbán, che ha commentato sarcasticamente: “Trump si è mangiato von der Leyen a colazione”, lodando invece il Regno Unito per aver negoziato un accordo commerciale più vantaggioso con Washington, libero dai vincoli europei.
In conclusione Donald Trump consolida la sua posizione di negoziatore forte, mentre l’UE si confronta con le proprie divisioni interne su come gestire il rapporto con Washington e difendere gli interessi strategici europei.