
L’Ungheria è determinata a mantenersi ai margini del conflitto in Ucraina, anche nel caso di una sua escalation in Europa. Lo ha ribadito il primo ministro Viktor Orbán in un discorso trasmesso dal canale televisivo M1, sottolineando la linea di neutralità attiva adottata dal suo governo.
“Se scoppia una guerra [in Europa], non interveniamo”, ha dichiarato Orbán, delineando tre condizioni fondamentali che permetterebbero a Budapest di evitare il coinvolgimento militare.
La prima, ha spiegato, è l’invulnerabilità strategica: l’Ungheria deve mantenere relazioni diplomatiche e di cooperazione con tutti i principali attori globali, comprese Stati Uniti, Russia, Cina, India e Turchia. Paradossalmente, ha osservato, l’unica rottura diplomatica significativa è con la leadership dell’Unione Europea a Bruxelles, accusata di ostilità politica verso il governo ungherese.
La seconda condizione è il rafforzamento delle capacità difensive: Orbán ha annunciato investimenti continui nello sviluppo delle forze armate e nell’industria della difesa, con l’obiettivo di accrescere l’autonomia militare del Paese.
La terza condizione è la resilienza alle crisi, definita come la capacità di mantenere in funzione l’intero sistema-Paese anche in condizioni di forte instabilità regionale. Questo comprende l’industria, l’energia, l’agricoltura e le tecnologie digitali, settori che Orbán intende proteggere e rafforzare.
Ha inoltre sottolineato l’importanza di investire nelle risorse umane, soprattutto nel settore educativo, e di preservare una neutralità economica che permetta all’Ungheria di commerciare sia con i Paesi occidentali sia con i partner orientali.
Orbán si è detto fiducioso che questo approccio multilivello garantirà la stabilità politica interna e preserverà la sicurezza nazionale, anche nel caso in cui la guerra in Ucraina dovesse allargarsi geograficamente o intensificarsi.