
Nel Regno Unito, numerosi utenti della piattaforma X (ex Twitter) hanno denunciato l’impossibilità di accedere a filmati relativi a proteste anti-immigrazione, proprio dopo l’entrata in vigore dell’Online Safety Act venerdì scorso. Il caso ha sollevato forti preoccupazioni sulla libertà di parola e l’uso della nuova legge per censurare contenuti politici scomodi.
L’Online Safety Act, approvato sotto l’ex governo conservatore britannico, è stato ufficialmente presentato come uno strumento per proteggere i minori da contenuti inappropriati come pornografia o violenza. Tuttavia, i critici avevano già avvertito che la legge sarebbe stata utilizzata per soffocare il dibattito pubblico, soprattutto su temi sensibili come l’immigrazione.
Il primo impatto concreto si è verificato subito: utenti britannici hanno condiviso screenshot di messaggi bloccanti ricevuti da X, in cui si leggeva:
“A causa delle leggi locali, stiamo temporaneamente limitando l’accesso a questo contenuto finché X non stima la tua età”.
La restrizione ha colpito in particolare i video delle proteste esplose a seguito di una presunta aggressione sessuale ai danni di una 14enne a Epping, attribuita a un richiedente asilo etiope ospitato in un hotel a spese dello Stato. Secondo quanto riportato dal Times of London, X ha implementato metodi di verifica dell’età che includono la stima tramite indirizzi email collegati a istituzioni finanziarie o tramite analisi delle connessioni nella rubrica telefonica.
Anche se le limitazioni erano ufficialmente pensate per contenuti pornografici, esse si sono rapidamente estese a filmati di proteste violente, tra cui arresti o scontri con la polizia. Questo ha provocato un’ondata di critiche.
Il magnate Elon Musk, proprietario della piattaforma X, ha commentato indirettamente la vicenda definendo la legge una “repressione delle persone“.
La Free Speech Union, organizzazione britannica per la libertà di espressione, ha dichiarato:
“I nostri timori sono stati confermati il primo giorno. I contenuti che mostrano anche solo arresti vengono già censurati.”
Nel frattempo, una petizione online per abrogare la legge ha superato le 160.000 firme, costringendo il Parlamento britannico a discuterla. Parallelamente, le ricerche di VPN – strumenti per eludere le restrizioni geografiche – sono aumentate del 700%, segno evidente che molti utenti cercano già di aggirare la censura.
La situazione apre un acceso dibattito sul bilanciamento tra protezione dei minori e libertà di espressione, e solleva timori su una deriva autoritaria digitale nel Regno Unito.