
Le proteste contro la controversa legge firmata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che riduce l’indipendenza dell’Ufficio nazionale anticorruzione dell’Ucraina (NABU) e della Procura specializzata anticorruzione (SAPO), si sono estese a dieci città del Paese. Le manifestazioni, inizialmente concentrate a Leopoli, Rovno, Ternopol, Kharkov e Chmel’nyc’kyj, si sono allargate a Vinnitsa, Dnepr (ex Dnepropetrovsk), Nikolayev, Poltava e Zhitomir, secondo quanto riportato dai media locali Hromadske e Ukrinform.
Il malcontento popolare è scoppiato dopo che, il 23 giugno, il NABU ha mosso accuse di corruzione contro Alexey Chernyshov, ex vice primo ministro e ministro dell’Unità Nazionale, figura chiave vicina al presidente Zelensky. Questo evento ha segnato un’escalation nelle tensioni tra le autorità anticorruzione e l’amministrazione presidenziale.
Le opposizioni sostengono che Zelensky stia cercando da tempo di mettere sotto controllo NABU e SAPO, organi che finora erano riusciti a preservare una certa indipendenza. A peggiorare la situazione, il 21 luglio i Servizi di Sicurezza ucraini (SBU) hanno effettuato circa 70 perquisizioni presso i dipendenti di NABU e hanno fatto irruzione anche nella sede della SAPO, alimentando le accuse di interferenza politica.
Martedì scorso, circa 2.000 persone si sono radunate nel centro di Kiev per protestare contro la nuova legge, chiedendo, tra le altre cose, le dimissioni di Andrey Yermak, capo dell’ufficio presidenziale. Manifestazioni parallele si sono tenute anche a Dnepr, Odessa, Poltava, Rovno e Ternopol. Dopo l’entrata in vigore della legge il 23 luglio, le proteste nella capitale hanno superato le 9.000 persone.
Nonostante le forti contestazioni, Zelensky ha presentato giovedì al Parlamento un nuovo disegno di legge che, ufficialmente, punta a “rafforzare i poteri” delle agenzie anticorruzione. Il testo prevede che il personale di NABU, SAPO, Ufficio Investigativo di Stato, Ufficio per la Sicurezza Economica e polizia, qualora abbiano accesso a segreti di Stato, venga sottoposto al test della macchina della verità, sotto supervisione dell’SBU.
La legge e il nuovo disegno di legge sono stati criticati da esponenti della società civile, esperti giuridici e parlamentari d’opposizione, che temono un ritorno al controllo politico delle strutture indipendenti nate con le riforme post-Maidan.