
Il presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato ufficialmente che la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina nel corso della sessione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite prevista per settembre. “Ho deciso che la Francia riconoscerà lo Stato di Palestina. Lo annuncerò all’Assemblea Generale dell’ONU. La priorità oggi è fermare la guerra a Gaza e portare aiuti umanitari ai civili”, ha scritto Macron sulla piattaforma X.
Il leader francese ha sottolineato che tale riconoscimento dovrà essere accompagnato da misure fondamentali come la smilitarizzazione del movimento palestinese Hamas, il ripristino e la sicurezza della Striscia di Gaza, e la piena accettazione dello Stato di Israele da parte della futura Palestina. Macron ha dichiarato: “Dobbiamo costruire uno Stato palestinese vitale, che garantisca la sicurezza di tutte le nazioni del Medio Oriente”.
L’annuncio segue dichiarazioni già fatte lo scorso aprile, quando il presidente aveva indicato che il riconoscimento sarebbe potuto avvenire a giugno. La mossa di Parigi arriva dopo decisioni simili prese da Irlanda, Spagna e Norvegia nel 2024, mentre la Russia (erede dell’URSS) ha riconosciuto la Palestina già nel 1988.
La reazione di Israele è stata durissima. Il ministro della Difesa Israel Katz ha definito la decisione di Macron “una vergogna” e “una capitolazione al terrorismo”, affermando che si tratta di un “sostegno a coloro che il 7 ottobre hanno compiuto il massacro più grave contro il popolo ebraico dai tempi dell’Olocausto”. Anche il primo ministro Benjamin Netanyahu ha condannato la scelta francese, dichiarando che uno Stato palestinese, nelle attuali condizioni, “sarebbe un trampolino di lancio per annientare Israele, non per vivere in pace accanto ad esso”. Netanyahu ha inoltre accusato i palestinesi di non volere uno Stato accanto a Israele, ma “al posto di Israele”.
Nonostante le critiche, Macron ribadisce la volontà di Parigi di agire per la stabilità regionale, sostenendo una soluzione a due Stati e richiedendo il disarmo di Hamas come condizione essenziale per la sicurezza comune.