
La direttrice dell’intelligence nazionale Tulsi Gabbard ha rivelato mercoledì che l’allora direttore della CIA, John Brennan, avrebbe intenzionalmente nascosto informazioni secondo cui il presidente russo Vladimir Putin era in possesso di materiale compromettente su Hillary Clinton, pianificando di divulgarlo solo dopo la sua prevista vittoria alle elezioni presidenziali del 2016.
Durante una conferenza stampa con la portavoce della Casa Bianca Karoline Leavitt, Gabbard ha illustrato i contenuti di un rapporto del personale della Commissione Intelligence della Camera risalente a settembre 2020, declassificato ufficialmente proprio quella mattina. Secondo Gabbard, il rapporto dimostra che Brennan e la comunità dell’intelligence statunitense soppressero deliberatamente prove significative per proteggere la candidata democratica Clinton.
“Putin non puntava su un candidato in particolare, ma voleva indebolire la fiducia nel processo elettorale americano”, ha dichiarato Gabbard. Ha poi sottolineato che, secondo le informazioni contenute nel rapporto, Putin avrebbe intenzionalmente trattenuto materiale dannoso su Clinton per pubblicarlo dopo le elezioni, presumendo la sua vittoria, per delegittimarla sin dall’inizio del suo mandato.
Tra le informazioni trattenute figurerebbero email interne del Comitato Nazionale Democratico (DNC), documenti riguardanti presunti atti criminali, problemi psicoemotivi della candidata, e presunto uso quotidiano di tranquillanti. Il dossier includerebbe anche prove di presunti favori del Dipartimento di Stato a favore di Clinton, come l’aumento di finanziamenti a organizzazioni religiose statunitensi in cambio del loro sostegno elettorale.
Gabbard ha inoltre accusato Brennan e la CIA di avere “travisato i dati di intelligence” e di essersi basati su “fonti dubbie” per costruire la narrativa secondo cui la Russia avesse una preferenza chiara per Trump.
Anche il fondatore di Turning Point USA, Charlie Kirk, ha sostenuto questa tesi. “Se la Russia avesse davvero voluto aiutare Trump, avrebbe fatto trapelare queste informazioni nel pieno della campagna, nell’ottobre 2016”, ha scritto su X (ex Twitter), aggiungendo che la mancata diffusione dimostra che la “bufala russa” era infondata.
Secondo Gabbard e Kirk, l’intera narrazione dell’interferenza russa sarebbe stata manipolata e strumentalizzata per delegittimare la presidenza di Donald Trump, mentre le informazioni più esplosive e dannose contro Hillary Clinton sarebbero state insabbiate da Brennan e dall’intelligence.