
(AGENPARL) – Thu 24 July 2025 CONFARTIGIANATO IMPRESE SARDEGNA
COMUNICATO STAMPA 24 LUGLIO 2025
DAZI USA – Conto alla rovescia delle imprese sarde per i dazi al 30%.
Giacomo Meloni (Presidente Confartigianato Sardegna): “L’incertezza è
stata la nemica più pericolosa ma le aziende stanno dimostrando una
grande capacità di resistenza e adattamento”. Caos dazi con 1
intervento ogni 6 giorni. Export Sardegna-USA: quasi mezzo miliardo di
euro.
I produttori sardi hanno cominciato il conto alla rovescia per capire
se veramente, dal primo agosto, le merci europee saranno tassate del
30% al loro arrivo negli USA.
“L’incertezza sulle decisioni internazionali è stata, fino a pochi
giorni fa, la nemica più pericolosa per le nostre imprese. Rinvii,
minacce e negoziati incerti hanno paralizzato le scelte di
investimento e frenato la fiducia degli imprenditori. Con l’annuncio
del Presidente americano è diventato obbligatorio scegliere come
reagire e come affrontare questo nuovo scenario”.
Così Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna,
commenta la probabilità dell’entrata in vigore dei dazi americani
verso i prodotti europei e, di conseguenza, anche per quelli sardi.
A livello Nazionale, la guerra dei dazi è degenerata in una
successione di annunci, rinvii, applicazioni e aliquote applicate che
hanno reso difficili le decisioni delle attività produttive. Nella
trattativa tra Unione europea e Stati Uniti, tra il 10 di febbraio e
il 14 luglio, si sono succeduti 25 interventi, uno ogni 6 giorni, di
cui 7 annunci, 9 sospensioni e rinvii, 6 entrate in vigore, oltre a 3
altri interventi. Ciò ha influito negativamente sulla dinamica delle
vendite del made in Italy nel mondo, che ha segnato un calo dell’1,9%
rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, dopo il +5,9% di marzo
e il +0,5% di aprile. Tale incertezza sul commercio mondiale
determinata dal caso-dazi rischia di compromettere la ripresa in corso
del made in Italy: nei primi cinque mesi del 2025 l’export cresce
dell’1,6%, in frenata rispetto al +2,5% dei primi quattro mesi del
2025.
Secondo il dossier elaborato dall’Ufficio studi di Confartigianato
Imprese Sardegna su dati Istat, che ha analizzato i flussi commerciali
dall’Isola verso il Continente americano ad aprile 2025, i rapporti
economici tra la regione e gli Stati Uniti hanno totalizzato 492
milioni di euro, relativi a tutto il manifatturiero petroliferi
inclusi rappresentando l’1,5% sul valore aggiunto della Sardegna.
Alimentari, prodotti in legno e metallo, pelletteria, abbigliamento e
tessile, mobili e ceramiche ma anche semilavorati lapidei, prodotti
chimici, macchinari e attrezzature hanno raggiunto un mercato ricco e
sempre attento alle produzioni italiane e sarde. I dati provinciali
dicono che Cagliari ha esportato per 344milioni, il nord Sardegna per
98milioni, Nuoro per 35milioni, il Sud Sardegna per 8 e Oristano per
7. All’interno di questi numeri, 118 milioni di euro sono
rappresentati dall’export manifatturiero, al netto dei prodotti
energetici, e 85 milioni di euro di export sono rappresentati dalle
esportazioni sarde di prodotti realizzati nei settori – alimentare,
tessile, abbigliamento, calzature, legno, mobili, prodotti in metallo,
gioielleria e altre manifatture- a maggior concentrazione di MPI.
Gli Stati Uniti, infatti, rappresentano un importante mercato di
riferimento per le imprese della Sardegna, classificandosi come terzo
mercato di riferimento per le esportazioni isolane dopo Francia e
Spagna.
“Il nodo da sciogliere non è solo commerciale ma strategico, adesso
abbiamo una risposta e quindi possiamo agire di conseguenza – continua
Meloni – le nostre imprese stanno dimostrando una grande capacità di
resistenza e adattamento, ma il continuo rinvio di decisioni, sfociato
poi con l’annuncio della Casa Bianca, ha creato un clima di attesa che
è diventato, con il passare delle settimane, un limbo dannoso”. “Ogni
giorno che passa grava sui bilanci aziendali – sottolinea il
Presidente di Confartigianato Sardegna – ora è necessario recuperare
questo tempo di attesa. Le nostre aziende devono prendere una strada
ben definita. L’incertezza che ha regnato fino a questo momento, da un
lato non ha permesso di pianificare azioni e fare scelte rispetto i
mercati di riferimento e dall’altro ha bloccato l’avvio di azioni
sindacali concrete e puntuali a sostegno delle aziende e dei loro
bisogni prioritari”
Già in primavera Confartigianato, a livello nazionale, aveva calcolato
che dazi del 20% avrebbero causato in Italia una contrazione
dell’export del 16,8%.
Secondo l’Ufficio Studi Nazionale dell’Associazione Artigiana, la
nuova tariffa del 30% aggraverà ulteriormente una situazione già
complicata e restringerà significativamente le esportazioni verso il
Paese statunitense, senza valutare il suo effetto indiretto, dato da
una minore domanda di Nazioni che esportano prodotti negli Stati Uniti
che utilizzano come input semilavorati e macchinari prodotti nello
Stivale.
Uno stato di cose che andrebbe a raffreddare anche la produttività
sarda, considerato che il suo traino è fatto proprio da quelle micro e
piccole imprese, spesso a conduzione familiare, che sono colonna
portante dell’economia territoriale.
“Questa guerra commerciale – aggiunge Meloni – penalizzerà tutti,
compresi i consumatori americani: non dimentichiamoci che i nostri
prodotti d’eccellenza Made in Italy non sono replicabili e sono
particolarmente richiesti e apprezzati dalla clientela USA”.
Quanto alle misure da mettere in atto, Confartigianato Sardegna
ricorda quanto sia utile lavorare anche a livello interno, creando un
piano nazionale che garantisca liquidità alle imprese in caso di shock
commerciali. Quindi, è fondamentale operare nel breve periodo per
rintracciare mercati di sbocco alle produzioni, sondando quelli a più
elevato potenziale come America Latina, Sud Est asiatico, Turchia,
Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Nord Africa e Africa
Subsahariana.
Meloni conclude sostenendo la linea del Presidente nazionale di
Confartigianato Marco Granelli, quella cioè di perseguire con
determinazione la via del dialogo con Washington: “Serve un forte
rilancio del dialogo USA-UE, che possa scongiurare un’escalation
protezionistica che metterebbe in crisi territori come il nostro, dove
l’export non è solo una voce economica, ma un’identità produttiva. Se
l’Europa in questo momento sta lavorando in un “doppio binario” tra la
diplomazia delle trattative e l’azione concreta delle contromisure, al
Governo chiediamo misure rapide per sostenere l’export, incentivare
l’innovazione e rafforzare la competitività del nostro sistema
produttivo. Le imprese artigiane sarde hanno dimostrato di sapere
stare sui mercati mondiali: adesso meritano strumenti certi e concreti
per continuare a farlo”.
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