
(AGENPARL) – Thu 24 July 2025 BONETTI: TRANSIZIONE DEMOGRAFICA È FENOMENO CHE CHIEDE DI ESSERE GOVERNATO
“La transizione demografica è un fenomeno che chiede di essere governato. Quindi, da un lato va assunto come processo, dall’altro devono essere inseriti elementi correttivi. In questa doppia funzione l’Italia non si può permettere di non riformare il proprio approccio al mercato del lavoro. Due le direzioni: rivedere il sistema di welfare, comprese le pensioni, e aumentare la produttività. Non farlo vorrebbe dire, come già ci ha detto Banca d’Italia, perdere punti di PIL e portare il Paese alla recessione”. È quanto ha dichiarato Elena Bonetti, Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti economici e sociali derivanti dalla transizione demografica in atto, intervenendo alla presentazione italiana dell’Employment Outlook 2025 organizzata oggi al CNEL.
BONETTI: PIÙ FORMAZIONE PER SOSTENERE I GIOVANI
“Non è rimandabile – ha proseguito Bonetti – l’aumento della partecipazione numerica al mercato del lavoro, soprattutto di donne e giovani, lì dove sui giovani si è studiato e investito meno in tutti i sensi, dall’abitazione al salario. In un paese fondato sulla rappresentanza, uno scenario in cui i giovani non sono il focus di investimento ma le spalle su cui far gravare solo le spese, comprese quelle pensionistiche, porrà una seria questione sulla conformità all’idea stessa di democrazia. Cosa fare? Più formazione: dobbiamo cambiare il sistema scolastico, aumentare il numero dei laureati e anticipare la fine del percorso. Lo si può fare con politiche controintuitive che aumentano l’investimento in formazione e scuola anche a fronte di una diminuzione dei giovani nel nostro Paese”.
BONETTI: ATTIVARE PROCESSI CHE ANTICIPINO L’AUTONOMIA DEI GIOVANI
“A questo – ha aggiunto Bonetti – si devono affiancare politiche per l’inserimento lavorativo dei giovani, per trattenerli anziché farli andare all’estero, aumentando i salari giovanili anche attraverso politiche fiscali adeguate, e politiche di servizi territoriali e sul tema dell’abitazione. Bisogna, cioè, attivare processi che anticipino l’autonomia dei giovani, cosa sulla quale l’Italia sta pagando un ritardo anche sulla media internazionale. Altra azione necessaria, rendere stabile la formazione continua in una partnership pubblico-privato, anche considerando che le persone dovranno lavorare di più avendo carriere più lunghe. La politica della formazione deve, cioè, anche tenere in conto una formazione sul periodo lungo della vita anche per mantenere le persone nel mondo del lavoro più a lungo e con competenze adeguate che le rendano produttive rispetto alle grandi transizioni che stiamo vivendo.
BONETTI: INTERVENIRE SULLE AREE INTERNE PER NON FAR MORIRE I TERRITORI
“Tema più tipicamente italiano, la distribuzione interna. Per non far morire i territori – ha evidenziato Bonetti – la chiave è investire nelle aree interne: le politiche devono da un lato incentivare la riqualificazione del lavoro in quei territori e dall’altro garantire i servizi. Il principio è che investire nelle aree interne vuol dire salvaguardare quello specifico che in termini di sviluppo sarà un valore insostituibile, anche dal punto di vista della produttività”.