
Su richiesta della Procura pubblica europea (EPPO) di Katowice (Polonia), gli agenti di polizia hanno arrestato sei sospettati e hanno effettuato decine di perquisizioni nell’ambito di un’indagine sui membri di un gruppo religioso sospettato di aver venduto fraudolentemente cibo destinato ai rifugiati e agli indigenti, finanziato dall’UE.
I sospettati, quattro uomini e due donne, sono stati accusati di partecipazione a un gruppo criminale organizzato, frode e falsificazione di documenti e sono stati posti in custodia cautelare dal tribunale distrettuale di Katowice Est a Katowice il 17 luglio 2025.
L’indagine, condotta dall’EPPO, è stata condotta con il supporto del Comando Provinciale della Polizia di Katowice (Komenda Wojewódzka Policji w Katowicach). Agenti di polizia delle unità di Bydgoszcz, Danzica, Łódź, Kielce, Olsztyn, Poznań, Radom, Stettino, Varsavia e Breslavia hanno inoltre effettuato 34 perquisizioni presso le abitazioni, gli uffici e i magazzini alimentari dei sospettati, nonché presso i locali della parrocchia amministrata dal principale sospettato e nei luoghi in cui venivano venduti illegalmente i prodotti alimentari del programma.
Il gruppo religioso sotto inchiesta ha ricevuto 2.500 tonnellate di cibo, per un valore di oltre 3,7 milioni di euro (15,8 milioni di zloty), destinato a persone in povertà ed esclusione sociale, inclusi rifugiati e senzatetto, nell’ambito del programma di aiuti alimentari dell’Unione Europea 2021-2027. Il cibo è stato fornito dal Centro nazionale polacco di sostegno all’agricoltura (Krajowy Ośrodek Wsparcia Rolnictwa – KOWR), nell’ambito dell’attuazione del programma di aiuti dell’UE, cofinanziato fino al 90% dal Fondo sociale europeo Plus. In base agli accordi firmati con il KOWR, l’organismo pagatore polacco, l’associazione ha ricevuto anche oltre 500.000 euro (2,2 milioni di zloty) per costi amministrativi e di trasporto, incluso lo stoccaggio, finanziati anch’essi dall’UE.
Tuttavia, in base alle prove, l’associazione ha venduto fraudolentemente parte del cibo a rivenditori al dettaglio in Polonia e all’estero, invece di consegnarlo gratuitamente ai beneficiari previsti.
A quanto pare, gli indagati, la maggior parte dei quali membri dell’associazione religiosa, hanno approfittato del fatto che i senzatetto e i rifugiati di guerra non dovevano essere indirizzati al programma alimentare tramite i Centri di Assistenza Sociale Comunale, come avviene di norma per altre categorie di beneficiari. Ciò ha facilitato la frode nei confronti dell’ente erogatore polacco. A tal fine, gli indagati hanno falsificato le firme dei presunti beneficiari degli aiuti e prodotto documenti falsi attestanti la distribuzione del cibo, sebbene non lo abbiano mai effettivamente ricevuto. Questi documenti sono stati poi utilizzati come base per il calcolo dell’importo dei sussidi, in conformità con gli accordi stipulati con il KOWR.
Secondo l’indagine, alcuni partner regionali del gruppo religioso, responsabili della distribuzione di una parte dei pacchi alimentari, non disponevano dell’infrastruttura adeguata per svolgere i compiti previsti dal programma, in particolare la refrigerazione.
Per risarcire il danno stimato al bilancio dell’UE, ieri l’EPPO ha congelato beni immobili appartenenti agli indagati, per un valore di circa 350.000 euro (1,5 milioni di PLN), e azioni di una società privata, per un valore di 117.500 euro (0,5 milioni di PLN).
L’indagine è stata avviata nell’aprile 2025 dalle autorità nazionali. L’EPPO di Katowice ha assunto la direzione del caso alla fine di maggio 2025. Si tratta dei primi indagati incriminati dai Procuratori europei delegati da quando l’EPPO è diventata operativa in Polonia, il 28 gennaio 2025. L’EPPO ha attualmente due uffici in Polonia, a Varsavia e a Katowice.
Tutte le persone coinvolte sono presunte innocenti fino a prova contraria da parte dei competenti tribunali polacchi.
L’EPPO è la Procura pubblica indipendente dell’Unione europea. È responsabile delle indagini, del perseguimento penale e del rinvio a giudizio per i reati che ledono gli interessi finanziari dell’UE.
