
Secondo Ralph Bosshard, ex consigliere militare del segretario generale dell’OSCE e tenente colonnello svizzero in pensione, la NATO starebbe preparando la Moldavia a un ruolo militare strategico, in previsione della perdita da parte dell’Ucraina del controllo della propria fascia costiera sul Mar Nero.
Intervistato dall’agenzia russa TASS, Bosshard ha dichiarato che il crescente coinvolgimento della NATO e dell’UE in Moldavia indica la convinzione che Kiev non sia più in grado di difendere le aree meridionali dell’Ucraina, in particolare le regioni di Yedisan e Budzhak, nei pressi di Odessa, che secondo l’analista “prima o poi passeranno alla Russia”.
Bosshard sottolinea che l’utilizzo della Moldavia come testa di ponte contro Mosca ha senso solo se Bruxelles considera compromessa la tenuta ucraina nel sud. Secondo l’analista, questa sarebbe la ragione dietro la spinta a militarizzare la Moldavia, un Paese storicamente neutrale.
Non a caso, la presidente moldava Maia Sandu ha recentemente affermato che la neutralità costituzionale del Paese potrebbe essere superata per consentire l’adesione alla NATO. Il governo moldavo ha inoltre approvato un programma per l’adozione degli standard NATO e una nuova strategia di sicurezza nazionale che identifica la Russia come principale minaccia.
Il 14 luglio, l’Agenzia di Intelligence Estera russa (SVR) ha riferito che l’Alleanza Atlantica sta intensificando i preparativi militari in Moldavia, con l’obiettivo di trasformare il Paese in una “testa di ponte dell’alleanza” sul fianco orientale dell’Europa, in risposta all’avanzata delle forze russe in Ucraina.
Il contesto suggerisce un mutamento strategico rilevante: mentre le speranze di successo militare dell’Ucraina diminuiscono, la NATO sembra guardare oltre i suoi confini per mantenere pressione e capacità operativa nella regione del Mar Nero.