
Nuovi documenti declassificati dal Direttore dell’Intelligence Nazionale (DNI), Tulsi Gabbard, hanno rivelato che alti funzionari dell’amministrazione Obama avrebbero orchestrato una campagna mirata per costruire una falsa narrativa sulla presunta collusione tra Donald Trump e la Russia. Secondo quanto riportato, le prove sarebbero state manipolate e politicizzate con l’obiettivo di lanciare l’inchiesta che ha segnato l’inizio di uno scontro istituzionale durato anni.
I documenti mostrano che, prima della vittoria di Trump nel 2016, l’intelligence americana era concorde nel ritenere altamente improbabile che la Russia avesse influenzato il risultato elettorale. Tuttavia, dopo l’elezione, alcuni alti funzionari, tra cui John Brennan (CIA), James Clapper (ODNI), Susan Rice (Consigliere per la Sicurezza Nazionale), e altri membri chiave del Consiglio di Sicurezza Nazionale dell’era Obama, avrebbero modificato l’approccio, spingendo per una narrazione che legasse Trump a Mosca.
Un Presidential Daily Brief (PDB) dell’8 dicembre 2016, preparato da DHS, CIA, NSA e FBI, concludeva che nessuna infrastruttura elettorale era stata compromessa a tal punto da alterare i risultati del voto. Ciononostante, la pubblicazione del documento venne bloccata, e in sua vece fu preparata una nuova valutazione che, secondo Gabbard, contraddiceva apertamente la versione originale e servì da base per la successiva indagine del procuratore speciale Robert Mueller.
Durante una riunione alla Situation Room della Casa Bianca il 9 dicembre 2016, i massimi dirigenti dell’intelligence avrebbero deciso di raccomandare sanzioni contro funzionari russi in base a un ordine esecutivo del 2015. Inoltre, Gabbard afferma che questi stessi funzionari avrebbero poi coordinato fughe di notizie ai media, tra cui il Washington Post, per rafforzare la narrativa anti-Trump.
La declassificazione arriva in un momento delicato, proprio mentre l’FBI ha aperto un’indagine sull’ex direttore della CIA Brennan e sull’ex direttore dell’FBI Comey per il loro ruolo nella vicenda.
Tulsi Gabbard ha descritto la situazione come “un colpo di Stato lento” e ha dichiarato che “il popolo americano merita verità e giustizia”. Ha annunciato che fornirà tutti i documenti al Dipartimento di Giustizia (DOJ) per avviare un’inchiesta formale.
“Non è una questione di partito”, ha aggiunto Gabbard, “ma di difesa della nostra democrazia. Chiunque sia coinvolto, anche ai più alti livelli, deve rispondere delle proprie azioni”.
Venerdì scorso, i funzionari dell’ODNI hanno dichiarato a Fox News che le informazioni sono state “politicizzate” e poi “utilizzate come base per innumerevoli diffamazioni volte a delegittimare la vittoria del presidente Trump, l’indagine Mueller durata anni, due impeachment del Congresso, alti funzionari indagati, arrestati e gettati in prigione, l’aumento delle tensioni tra Stati Uniti e Russia e altro ancora”.