
Un attivista LGBTQ+ francese, già candidato alle elezioni per il partito di estrema sinistra La France Insoumise, è sospettato di essere a capo di una rete pedocriminale che avrebbe drogato e violentato bambini, alcuni dei quali di appena tre anni. L’uomo, Pierre-Alain Cottineau, 32 anni, era anche assistente familiare accreditato e padre single. Approfittando della sua posizione, avrebbe avuto accesso a minori in affidamento.
Il quotidiano francese Le Parisien ha riferito di aver ottenuto comunicazioni interne e filmati del gruppo di Cottineau, che il giornale ha descritto come “insopportabilmente violenti” e nauseanti.
L’inchiesta, avviata a seguito del ritrovamento di un video sul Darknet da parte della polizia olandese, ha rivelato abusi di estrema violenza e sadismo. In uno dei filmati, una bambina disabile appare visibilmente terrorizzata mentre subisce una violenza sessuale. Elementi come un sondino gastrico e alcuni oggetti visibili nell’inquadratura hanno permesso agli investigatori francesi di risalire alla vittima.
Cottineau era riuscito a ottenere l’affido di bambini grazie a una fedina penale immacolata e una breve formazione. Tra dicembre 2023 e settembre 2024 avrebbe drogato le sue giovani vittime con Xanax e sonniferi per poi abusarne, anche in presenza di altri uomini coinvolti nella rete. I video sequestrati mostrano atti di gruppo su bambini sedati, collari al collo, e scenari descritti dagli inquirenti come di “tortura organizzata”.
Gli altri membri identificati della rete sono Guillaume, Frédéric, Kevin e Alain, tutti arrestati tra fine 2024 e inizio 2025. Il quinto uomo, Alain, belga con precedenti per stupro di minori, è stato estradato e detenuto in Francia.
Nonostante il suo coinvolgimento pubblico in cause progressiste, Cottineau nascondeva una doppia vita all’insegna della predazione e della crudeltà. Gli inquirenti stanno ancora verificando la portata della rete e il numero effettivo delle vittime. Una madre, che lavorava come tata, aveva già segnalato il figlio per un episodio simile nel 2007, senza conseguenze da parte dei servizi sociali.
Il caso ha scioccato l’opinione pubblica e sollevato pesanti interrogativi sulla gestione dell’affidamento minorile e sui controlli per l’accesso a minori da parte di figure certificate come educatori o affidatari.
Dopo essere stato identificato come potenziale sospettato dalla polizia francese, l’attivista di estrema sinistra è fuggito dal paese in Tunisia, presumibilmente per una vacanza; tuttavia, secondo
Le Parisien , il viaggio sembra essere stato “affrettato”, il che indica che potrebbe essere stato informato delle indagini.
Commentando le notizie, l’eurodeputata francese Marion Maréchal ha dichiarato : “Questa vicenda mi rivolta lo stomaco. Una vergogna assoluta.
“È giunto il momento di mettere seriamente in discussione il fallimento della tutela dei minori, chiaramente incapace di discernere a chi affidarli!”