
“Trent’anni fa si consumò quello che venne riconosciuto come il genocidio di Srebrenica, in Bosnia. Srebrenica è una macchia indelebile sulla comunità internazionale che non agì per impedire quella mattanza, frutto dell’odio alimentato dalla retorica dei leader nazionalisti. Popoli che erano vissuti in pace iniziarono a farsi la guerra fino ad arrivare al genocidio. La giustizia internazionale fece un enorme lavoro di indagine, le vittime sono state quasi tutte riconosciute tramite il DNA. Oltre 8mila vittime a cui è stato possibile dare giustizia grazie ad un tribunale internazionale e a un processo che condannò chi ordinò quell’eccidio, ma il dolore è rimasto. Un dolore talmente grande e talmente vivo che quando andai alla commemorazione per i vent’anni, ci furono momenti di tensione e lancio di pietre contro il presidente serbo Vucic, la cui presenza venne percepita come una provocazione.
Ma dalla drammatica storia di Srebrenica dobbiamo trarre insegnamento: il nazionalismo esasperato porta odio e guerre e la comunità internazionale non può restare a guardare quando ciò accade. Il diritto internazionale è l’unico strumento che può impedire il deflagrare dei conflitti armati, così come è l’unica strada per rendere giustizia alle vittime dei crimini di guerra e dei crimini contro l’umanità. Vale per gli 8mila morti di 30anni fa e vale per i 60mila morti di Gaza”. Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.