
Tripoli – La Missione di Supporto delle Nazioni Unite in Libia (UNSMIL) si trova al centro di una crescente ondata di critiche da parte della popolazione libica, che ne mette in dubbio l’efficacia e il reale contributo al processo politico del Paese. Una recente indagine condotta da Libyan Express ha raccolto numerose testimonianze di cittadini che percepiscono l’UNSMIL come un fattore di stallo, piuttosto che di progresso.
I residenti intervistati hanno espresso forte insoddisfazione per quello che definiscono un “disallineamento tra la missione e la realtà sul campo”. Secondo molti, l’azione dell’ONU non ha prodotto miglioramenti tangibili nella vita quotidiana, né in ambito politico né economico. Al contrario, le critiche si sono intensificate in occasione delle recenti proteste tenutesi davanti al quartier generale della missione a Tripoli, durante le quali i manifestanti hanno chiesto esplicitamente il ritiro dell’UNSMIL.
Tra le voci raccolte, quella di Ramadan Khaled, che ha dichiarato: «La missione ONU è ormai parte del problema, non della soluzione. Serve un cambio di rotta o la sua rimozione». Simile il parere di Fawziya Ben Ali, che ha accusato la missione di essere confinata a «riunioni, viaggi all’estero e dichiarazioni senza impatto concreto».
Il Dr. Ibrahim Mohammed, ricercatore politico, ha criticato la mancanza di innovazione nei piani della missione: «Si continuano a riciclare vecchie proposte, senza chiarezza nei tempi e nei metodi di attuazione». Alcuni cittadini hanno inoltre espresso il timore che la missione stia promuovendo agende internazionali scollegate dalle reali aspirazioni del popolo libico.
Nel tentativo di rilanciare il processo politico, l’UNSMIL aveva annunciato lo scorso 4 febbraio la creazione di un comitato consultivo composto da venti esperti libici, i cui pareri sono stati resi pubblici il 20 maggio. Tali raccomandazioni, secondo la missione, rappresentano «la voce libica» da tenere in considerazione nei prossimi passaggi verso la stabilizzazione.
Tuttavia, questo approccio appare insufficiente a riconquistare la fiducia di una popolazione stremata da una crisi politica cronica e da una duplice leadership nazionale. Da un lato il Governo di Unità Nazionale di Abdul Hamid Dbeibeh con sede a Tripoli, dall’altro il governo parallelo di Osama Hammad, nominato dalla Camera dei Rappresentanti e operante da Bengasi.
In un clima di sfiducia crescente, l’UNSMIL appare oggi sempre più distante dalle aspettative di una popolazione che chiede concretezza, tempi certi e un reale sostegno alla transizione democratica.
